Vai al contenuto

Giulio Cavalli

L’ignoranza dei Giovani Democratici di Bruxelles

Considerare “euroscettico” Tsipras al pari di Lega Nord e Alba Dorata. A volte i banali hanno bisogno di banalizzare per sentirsi a proprio agio.

1511088_774173739267154_8276778122632889840_n

Aggiornamento alle 21.17. Mi scrive la “responsabile” Elisa Lironi:

In quanto GD Bruxelles, vi chiedo sinceramente scusa se questa slide ha urtato le sensibilità, causando un grande malinteso di cui mi assumo la responsabilità. Questa slide era stata presentata semplicemente per spiegare che non tutti i partiti euroscettici sono uguali. Infatti quando abbiamo menzionato Syriza, abbiamo spiegato che è parte dei partiti euroscettici che non sono completamente contrari all’UE ma vogliono semplicemente che l’UE sia diversa e migliore di quella che è adesso, e gli argomenti utilizzati sono ben diversi da quelli dei partiti come la Lega Nord o l’Alba Dorata. La presentazione era stata fatta per analizzare il motivo per il quale oggi i cittadini non si fidano più dell’UE e qual è l’alternativa che vogliamo proporre in quanto PD/PSE. Ancora una volta ci scusiamo e spero di aver chiarito il contesto in cui era stata presentata questa slide.

Grazie per la spiegazione. E per le scuse che le fanno onore nel tempo delle guerre a tutti i costi.

Quando fanno comodo i pentiti

«Storicamente ho constatato che quando i collaboratori di giustizia o i testimoni parlano di bassa macelleria criminale va tutto bene, quando arrivano dichiarazioni che attingono alla sfera politica o istituzionale cominciano le polemiche e le delegittimazioni. Fino a quando Gaspare Spatuzza si limitò a ricostruire la vicenda esecutiva della strage di via D’Amelio anche a livello di opinione pubblica e forze politiche registrammo plausi, nel momento in cui riferì le confidenze dei Graviano su rapporti con esponenti politici non solo iniziarono le polemiche ma addirittura non fu accolta la richiesta delle procure di sottoporre Spatuzza a un programma di protezione. È andata sempre così: la solita litania delle delegittimazioni gratuite e in alcuni casi delle calunnie. Il nostro compito è di andare avanti. Comunque».

Nino Di Matteo qui.

Mafia al chilo

Insomma, sul tema mafia questo governo sta lasciando spazio ad Angelino Alfano che rincorre la veste di “antimafioso d’etichetta” come già successe per Maroni. E ancora una volta il nostro Ministro dell’Interno ci rassicura dicendo che dovrebbero bastarci i settanta latitanti arrestati e un “impegno al fianco dei magistrati in prima linea”. Sulla trattativa “Stato-mafia” ovviamente non esce una parola che sia una, sull’autoriciclaggio nemmeno e sul dibattito che sta infiammando la questione dei beni confiscati ancora una volta si avanza l’ipotesi di venderli ai privati. Ma Angelino ci ricorda che “possono essere confiscati una seconda volta”. Ha detto proprio così, eh.

Imparare il tedesco con il “PIZZA MAFIOSO”

Schermata 2014-04-07 alle 09.57.27Mi scrive Giulia. Giulia ha vent’anni e ha deciso di passare un anno all’estero prima di iscriversi all’Università. Per questo è finita in Germania. Per imparare la lingua sta studiando Schrite plus, un manuale di lingua tedesca che immagina alcune situazioni ordinarie per esercitarsi con la lingua. Giulia ha partecipato ad un incontro con la sua scuola nell’ultimo giorno del suo ultimo anno di Liceo in cui abbiamo parlato (tutti insieme, ma per la storia non conta che ci fossi io) dell’antiracket culturale e della pericolosa tipizzazione della mafia in Italia e all’estero, per questo Giulia non è rimasta indifferente vedendo le immagini di una consegna a domicilio di una pizza all’archetipo del mafioso italiano con il sottotitolo di “pizza mafioso”. Mi scrive:

Essendo in Germania frequento un corso di tedesco e ho per questo l’apposito libro di testo. In una delle sue unità trovo l’argomento “Pizza Mafioso”, in cui un ragazzo che lavora in una pizzeria take away porta le consegne, e tra i clienti vi è appunto questo personaggio, paragonabile a noi sappiamo chi, in cui emergono i soliti, vecchi, irrispettosi (per noi) stereotipi.
Appena me ne sono accorta, la mia prima reazione è stata dire: “Che vergogna!”.
Non so se sono troppo permalosa o cos’altro, però la trovo veramente un trovata infelice che, ripeto, non è la prima volta che viene impiegata (cito, ad esempio, il caso della Svezia in cui un vino o un olio italiano veniva venduto con un’etichetta che riportava qualcosa come “mafia” o “mafiosa” a scopi commerciali).
Vorrei sapere il tuo parere a riguardo e se è veramente necessario, ogni volta, girare il coltello in una piaga con cui facciamo i conti tutti i giorni.

Insomma è la solita storia della mafia utilizzato come marchio ma con una buona notizia: la reazione di una generazione (questo è il caso di Giulia ma le mail e le segnalazioni sono moltissime) che decide di non soprassedere. Di esportare altro. E di lavorare per il rispetto del proprio Paese. Ed è una buona notizia poiché sarà la generazione di Giulia ad avere la responsabilità di ricostruire il rispetto, l’onore quello vero, quello scritto nella Costituzione.

La sicurezza sul lavoro

Che, certo, sarebbe folle sottovalutare nei cantieri di EXPO davanti agli occhi del mondo. E invece no:

Per fortuna ad oggi nessun operaio ha perso la vita. Ma che la situazione sia critica lo dimostra quanto riporta il sito dell’Asl di Milano che nella sezione dedicata all’esposizione parla di “numerose e reiterate manchevolezze riscontrate nella organizzazione della sicurezza dei lavori”, nonché della “ripetuta constatazione di gravi situazioni di rischio di caduta e di seppellimento negli scavi, di assenza di parapetti a protezione del rischio di caduta e infilzamento su ferri sporgenti contestate nei nostri verbali, così come l’utilizzo di apparecchi di sollevamento (gru) privi dei dovuti collaudi di sicurezza e così pure le gravi lacune presenti nei piani di emergenza interni”. Valutazioni che nelle 105 ispezioni eseguite dall’Asl fino al 31 dicembre 2013 sul sito Expo e sulle opere essenziali connesse hanno portato a contestare ben 98 non conformità alle 71 imprese controllate. Le cose non vanno meglio nei cantieri delle nuove linee del metrò 4 e 5 e del prolungamento della 1, la cui realizzazione è legata all’esposizione: al 28 febbraio 2014 nei 415 accessi ispettivi, per un totale di 116 imprese controllate, le non conformità sono state 242.

Belle notizia di un’antimafia concreta

È stato inaugurato ieri mattina il nuovo spazio famiglia della Casa circondariale di Trapani intitolato ai fratellini Giuseppe e Salvatore Asta e alla madre Barbara, vittime accidentali dell’attentato col quale il 2 aprile 1985 a Pizzolungo la mafia tentò di colpire il giudice Carlo Palermo.

L’iniziativa, promossa dalla direzione del carcere e dall’associazione Euro, rientra nella settimana della memoria “Non ti scordar di me” patrocinata dal Comune di Erice e sostenuta dall’associazione Libera in occasione del 29° anniversario dell’eccidio.

La notizia completa è qui.

Un giudizio condivisibile sul 416ter

Le parole sono di Raffaele Cantone:

Palermo, 4 apr.- (Adnkronos) – “La scelta fatta ieri dal Parlamento e’ corretta dal punto di vista metodologico e giuridico ma c’e’ un ma: che non sia l’ennesima occasione per fare un rinvio. Quello che conta e’ che venga approvato al piu’ presto”. Lo ha detto all’Adnkronos Raffaele Cantone, neo Presidente dell’Authority sulla corruzione. “Sono assolutamente contento del testo che e’ stato varato alla Camera. E’ un testo equilibrato che riesce a punire quello che serve, cioe’ lo scambio fra promesse. Sono favorevole anche all’idea che sia stata abbassata la pena perche’ e’ una questione di proporzionalita’ – dice ancora Cantone – Se noi puniamo un fatto che non e’ ancora di associazione mafiosa e che non puo’ essere considerato nemmeno come partecipazione all’associazione mafiosa, e’ giusto punirlo in modo diverso”.

A Roma (ancora) il caffè corretto ‘ndrangheta

E’ stato chiesto dalla Procura di Roma il processo per 9 persone, alcune delle quali ritenute vicine alla ‘ndrina dei Gallico di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, che aveva investito nella capitale i denari illeciti in società, beni mobili e immobili, tra cui l’Antico Caffè Chigi, a piazza Colonna, punto di riferimento di ministri e sottosegretari.

Trasferimenti fraudolento di beni aggravato dal metodo mafioso è l’ipotesi di reato che la procura ha contestato a Francesco Frisina, Carmine Saccà, Alessandro Mazzullo e poi a Maria Antonia Saccà, Claudio Palmisano, Andrea Porreca, Grazia Rugolo, Giuseppe Vincenzo Distilo e Carla Voluttà.

Il prossimo 12 giugno sarà il gup Riccardo Amoroso a pronunciarsi sulla richiesta della procura, ma due imputati (Distilo e Voluttà) hanno già chiesto di essere giudicati con rito abbreviato. Per questa vicenda, Frisina, Saccà e Mazzullo finirono in manette lo scorso anno nell’ambito di un’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che, indagando su prestanome (familiari e non) in qualche modo legati alla cosca calabrese, portò alla luce l’esistenza di un progetto di infiltrazione nella realtà economico-finanziaria della capitale tramite il reinvestimento di cospicue somme di denaro di provenienza illecita. All’attenzione degli investigatori finì la titolarità delle quote della ‘Macc4 slr’, proprietaria del bar ‘Antiche Murà, quella della ‘Sapac srl’, che gestisce numerosi discount e supermercati, e poi della ‘Lasara 98 srl’, cui è riconducibile il ristorante ‘Platinum’, oltre all’Antico Caffè Chigi, le cui quote appartenevano alla ‘Colonna Antonina 2004 srl’.