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Arte

Mafia e potere a Milano, una piece che non fa ridere

di Giulio Cavalli e Gianni Barbacetto (dal testo di A Cento passi dal Duomo) su Terra della domenica – 1° novembre 2009
Gli affari, gli appalti, l’assalto all’Expo.

I boss stanno a cento passi da palazzo Marino, residenza del sindaco Letizia Moratti.
O l’hanno già percorso quel tratto di strada che li separa dal palazzo della politica e dell’amministrazione? Certo, qualcosa di marcio l’hanno già fatto nell’hinterland e in altri centri del milanese. Uno stralcio del testo teatrale, musicato da Gaetano Liguori, che è una graffiante denuncia sul malaffare in Lombardia

Qualcuno si è allarmato? per questo incesto tra uomini della politica e uomini delle cosche? No. A Milano l’emergenza è quella dei rom. O dei furti e scippi (che pure le statistiche indicano in calo). Quando scippano un rom magari è proprio un trionfo. La mafia a Milano non esiste, come diceva già negli anni Ottanta il sindaco Paolo Pillitteri. “Non appartiene a questa città” come dice l’appunto lieta Letizia Moratti sindaco in carica. Se la cronaca è nera, nerissima allora è solo un problema di lavaggio, di temperatura, di ammorbidente della distrazione.
A Milano che “la mafia non esiste” o ormai la sindachessa ha provato a ripeterlo ovunque dai consigli comunali, alle televisioni in prima serata fino ad abusarne favoleggiandoselo (probabilmente) la sera per addormentarsi. Non soddisfatta ha poi lanciato comunque la commissione comunale antimafia che è durata poco meno di uno starnuto (come un Lazzaro non risorto per un pelo) per rimangiarsela subito dopo adducendo competenze prefettizie che non andavano scavalcate. Ora, saputo in agosto che nella “Milanoland delle fiabe” un’intera cittadella è in mano alla criminalità organizzata come segnalato dal pm Nicola Gratteri (che di ‘ndangheta un po’ ne conosce avendone studiato la storia, morsicato alcune locali e reativi capibastone e annusandone tutti i giorni l’odore tra gli stipiti blindati che il suo lavoro gli impone) la sindachessa e la politica milanese tutta rimbalza responsabilità di intervento a non precisati enti o ruoli. Mentre
La Russa si ridesta invocando l’esercito. Intanto tutti felici e contenti concordano nel ritenere i 6 caseggiati popolari di Viale Sarca e via Fulvio Testi in mano agli onomatopeici fratelli Porcino (bossetti di periferia legati alle cosche di Melito di Porto Salvo), i nomadi Hudorovich e i Braidic semplicemente un “neo”, una pozzanghera piccola piccola in quel placido, enorme e ligresteo tappeto di cemento che è il capoluogo lombardo spiato dall’alto.
Negli uffici della Direzione Nazionale Antimafia Enzo Macrì, sostituto procuratore nazionale antimafia, parla da profeta inascoltato. «Che la ‘ ndrangheta stesse colonizzando Milano lo dicevo negli anni 80. L’ ho confermato due anni fa e i fatti mi danno ragione. Ora c’è l’ Expo e non so più come dirlo».
Stupirebbe questo atteggiamento impermeabile in un paese normale, dove normalmente i politici dovrebbero essere eletti per prendere posizione, dare segnali forti e non solo per banalmente amministrare capitoli di spesa e distribuire (scaricandosene) ruoli e responsabilità. Qui non si tratta di disquisire i ruoli di governo e ordine pubblico come stabilito dalla legge; qui si rimane a supplicare un segnale, un lampo in cui ci si illuda che Marcello Paparo non possa sentirsi “libero” di collezionare bazooka come nei peggiori scenari di desolazione metropolitana post industriale, o Morabito non sfrecci impunito a parcheggiare il ferrarino in un posteggio dell’Ortomercato con l’arroganza di uno zorro a quattro ruote, o che Andrea Porcino (classe 1972, giusto per identificarlo meglio là fuori dal suo fortino dove gioca a seminare terrore) possa addirittura inventarsi intermediario con arie da tour operator mentre raccomanda ai secondini del carcere
milanese di San Vittore dei buoni servigi e una residenza confortevole per i suoi amici Nino, Ettore e Massimo.
L’impunità dentro le teste (oltre alle tasche) dei capibastone ‘ndranghetisti o dei prestanome camorristi o dei ragionieri di Cosa Nostra in Lombardia è una responsabilità politica. Risolvibile semplicemente con la voglia e l’onestà di volere dare al di là di tutto un segnale. Per restituire dignità anche nella forma.
Una regione che controlla la carta d’identità di un mojito e cammina su fiumi di cocaina. Una regione che s’abbuffa alle conferenze stampa delle grandi opere e che inciampa al primo gradino del primo subappalto. Una regione che convoca gli stati generali dell’antimafia per ribadire di stare tranquilli. Una regione che ci convince di aver risolto tutto spostando i soldatini del Risiko con la scioltezza di un tiro di dadi. Una regione diventata maestra perspicace nel strappare con la pinzetta delle ciglia l’allarmismo mentre grida all’emergenza dei rom che scippano le nonne. Una regione che se il fenomeno criminale non emerge allora non esiste. Una regione che mette i moniti dei procuratori antimafia nei faldoni di “costume e società”. E intanto ride. Nel riflesso degli eroi diventati onorevoli che “la mafia l’hanno debellata decenni fa” e se così non fosse è semplicemente perchè non l’hanno mai trovata.
Una regione che è sacerdotessa della clandestinità diventata finalmente illegale e intanto finge di non sapere che l’illegalità pascola clandestina.
Ma c’è un tempo che è quello della memoria che supera le circostanze brevi della politica tutta a parare i colpi mungendo voti: la memoria sulla pelle dei nostri figli, delle prossime generazioni, quella che non entra nei libri di storia ma rimane sotto pelle come una traversata nella stiva mai raccontata. E allora pagheranno pegno davanti alla storia tutti i politici pavidi, cravattari amministratori tra la casetta in centro e l’incenso delle sciantose; pagheranno i sindaci dell’ “insabbia et impera” e i tranquillanti per professione. Pagheranno l’ignoranza e la persecuzione di uno stuolo di attivisti messi al muro per discolparsi di uno sguardo fatto di fatti. Sorrideranno a leggere che qualcuno, metti per caso un politico di una città qualsiasi, calpestando i cadaveri delle antiestetiche vittime milanesi delle mafie, sia riuscito a mettersi nella situazione di dover essere smentito per un allarme che da decenni è già rientrato perchè
metabolizzato: endovena, silenzioso. Impunito, appunto.
Nel gioco dei segnali così caro alla pochezza criminale, se esistesse un santo dell’estetica contro il diavolo della politica per comunicati stampa, da domani partirebbero le ronde della legalità nei crani dei politici a cercare con il lumicino la responsabilità della dignità.
E allora, e allora sarebbe da andare in giro a spararla questa storia che insiste per non farsi raccontare. Sarebbe da scriverla sulle bustine dello zucchero per la colazione giù al bar, sarebbe da registrare nella radiosveglia, gridarla nei microfoni delle casse al supermercato. Una regione che racconta tutti gli anni con il grembiulino Libero Grassi mentre in via Verdi a Milano, di fianco alla Scala, un gioielliere deve impachettare ventimila euro come regalo di Natale. Una regione che proietta Peppino Impastato per comprarsi indulgenze e non riesce nemmeno ad annusare Antonio Galasso a Pieve Emanuele, i Rispoli di Cirò che orto fruttano a Legnano dove Vincenzo apriva tutte le mattine la Bidi bodi bu, i gelesi a San Giulioano e Melegnano, gli Iacono della Stidda dei Madonia con un centro estetico e impresa edile a San Donato, o Francesco Perspicace: nato a Caltagirone una cinquantina di anni fa ma esportato a Sant’Angelo Lodigiano da un bel pezzo
con un’impresa di pulizie, una quota in “iniziative immobiliari” e una fedina penale di 16 anni di condanna per una sparatoria in via Faenza il 9 maggio 19
98. Un’altra agenzia, la Ad Case, vede tra i soci Ferdinando Perspicace di Caltagirone e per non farsi mancare niente anche, in passato, Arturo Molluso, dell’ omonima famiglia originaria di Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria. Hanno messo le radici a San Donato i Molluso e sono considerati legati ai clan Cappelli-Pipicella e vicini ai Calaiò. Uno di loro, Pasquale Molluso, è socio della Gra immobiliare. Il trentaquattrenne Arturo, residente a Spino d’ Adda, è presente anche in altre agenzie, come la Mocasa, sede a Milano in via Riva di Trento.
Nomi, nomi, fatti, scie con i numeri e l’impeto di un fiume prima della cascata ma con il rumore di un rivolo. Ma non potranno essere sempre impuniti, impuniti loro e impuniti tutti quelli che non sentono e non vogliono sentire, in una palude di immobile e latente inciviltà dove informare è un atto di coraggio. Non si potrà stare a lungo impuniti a forza di giocare a fare i sordi: magari mangiati, comprati, giudicati, annessi o complici. Perché il silenzio è complice, silenzio è pace, il silenzio è calma, il silenzio è rosa.

Una breve non presentazione
di Pietro Orsatti

Ho conosciuto Giulio Cavalli qualche anno fa. Io avevo terminato da poco un’incheista sul turismo sessuale in Brasile, lui stava realizzando uno spettacolo (Bambini a dondolo) sullo stesso argomento. Mi ha chiamato e ci siamo incontrati dopo pochi giorni. Lui è fatto così, un progetto, due parole, si costruisce e si va in scena.

Giulio già veniva da spettacoli di denuncia. Uno sull’incidente di Linate, un altro sui fatti di Genova. E già stava lavorando alla preparazione di Do Ut Des, uno spettacolo sulla mafia, anzi uno spettacolo di completa presa in giro del fenomeno e della cultura di Cosa nostra che lo ha portato, subito dopo la prima, ad avere minacce. Minacce che nei mesi si sono fatte tanto insistenti da creare il paradosso: Giulio Cavalli, da Lodi, è stato minacciato dalla mafia (sempre a Lodi) e per questo è l’unico attore italiano che vive sotto scorta.

La condizione gli va stretta, ma non ha certo mollato questo piccolo testardo lomabardo. E ora va in scena con A 100 passi dal Duomo scritto con Gianni Barbacetto. Come dire, «se mi devono minacciare che almeno mi minaccino i mafiosi di casa mia». E così si va avanti, fra una macchina di scorta e un albergo presidiato, fra un palco sorvegliato a vista e la paura di aprire la buca delle lettere. Però ridendoci su, se ci si riesce.

Tratto da: orsatti.info

L’ARTICOLO QUI

Sabato 7 novembre: Giulio Cavalli a Bolzano con A CENTO PASSI DAL DUOMO

Chi semina legalità  raccoglie giustizia
L’importanza di educare
Bolzano 6 – 7 novembre 2009

Venerdì 6 Novembre – Teatro Cristallo, via Dalmazia
Ore 20.30

– Consegna del premio Madre Terra a don LUIGI CIOTTI da parte della Caritas diocesana e del teatro Cristallo

– saluto del sindaco di Bolzano, LUIGI SPAGNOLLI
– saluto del vescovo di Bolzano-Bressanone, Mons. KARL GOLSER

– L’impegno educativo per liberare un altro futuro – don LUIGI CIOTTI, presidente di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

– Presentazione del libro Le due guerre. Perchè l’Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia. L’autore GIAN CARLO CASELLI intervistato da Francesco Comina

Sabato 7 Novembre. Formazione professionale – via Santa Geltrude 3
0re 9 – 9.30

– Saluti Assessore Provinciale Barbara Repetto
– Saluti assessore comunale referente al centro per la Pace Luigi Gallo

Ore 9.30-12.30
Per una mappa geosociale delle risposte alle attività illecite

PETRA RESKI, giornalista tedesca, autrice di “Santa mafia”, CUNO TARFUSSER, giudice della Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja, ANDREA DI NICOLA, coordinatore laboratorio Transcrime di Trento, LAURA GARAVINI, commissione parlamentare antimafia. Ne discutono con TONIO DELL’OLIO, Libera International

ore 15-17.30
Il dovere di educare, proposte ed esperienze

SILVANA PUGLISI, insegnante a Palermo, FRANCA BERTI, coordinatrice delle attività scolastiche e formative presso la Casa circondariale di Bolzano, FRANCESCA ZENI, associazione Terra del Fuoco di Torino, ELENA PARIS, istituto comprensivo Bassa Atesina. Ne discutono con LILLO GANGI, referente Libera Sicilia

ore 18.00
Un giorno un bambino chiederà a suo nonno: cos’era la mafia?


Auditorium Santa Geltrude
ore 20.30
Spettacolo teatrale: “A Cento passi dal duomo” di GIULIO CAVALLI e GIANNI BARBACETTO con GIULIO CAVALLI. Musiche in scena di GAETANO LIGUORI.

Il convegno è organizzato da Libera, associazioni, nomi e nmeri contro la mafia e dal Centro per la Pace del Comune di Bolzano in collaborazione con Formazione professionale, Teatro Cristallo, Centro Lovera, Caritas Bolzano-Bressanone

INGRESSO GRATUITO

“MILANO: TROPPO VICINA ALLE MAFIE”

Da quel “buco”, da quella non partecipazione al funerale, parte il silenzio-assenso di Milano alla mafia.
Ha dichiarato il figlio, Umberto Ambrosoli a Beppe Grillo (su www.beppegrillo.it): «Sì, papà era – usiamo un eufemismo – un po’ solo, e il suo funerale è la celebrazione di quella solitudine. Vi parteciparono necessariamente in forma privata i magistrati che con lui seguivano le indagini per la bancarotta della Banca Privata Italiana, vi partecipò l’allora governatore onorario della Banca d’Italia Guido Baffi, che assieme a Sarcinelli che era il direttore generale della Banca d’Italia di allora aveva da poco subito una delle aggressioni più vergognose che la storia democratica del nostro Paese ricordi. Fu la celebrazione di una solitudine».

Qualcosa è cambiato?
Sì certo, di Ambrosoli, oggi, se ne parla (è anche uscito il bel libro del figlio Umberto: Qualunque cosa succeda. Storia di un uomo libero, Sironi, 2009).
Ma, come recita il titolo dello spettacolo (imperdibile per i lombardi e non solo) di Cavalli, la mafia è arrivata A cento passi dal Duomo.

Lo spettacolo, che ha debuttato in ottobre al Teatro della Cooperativa di Milano, è stato scritto, assieme a Cavalli, dal giornalista Gianni Barbacetto, autore di alcuni dei reportage e dossier più scottanti di questi ultimi decenni, su mafie, corruzione politica e malaffare.

L’elenco delle collusioni, dei traffici loschi, dei legami tra i politici e imprenditori lombardi con le cosche meridionali è impressionante.

E a chi ancora nega (come ha fatto il sindaco di Milano Letizia Moratti nella trasmissione Annozero) che la mafia sia un’emergenza a Milano, basti solo pensare alle minacce arrivate a Cavalli come pure a tutti gli amministratori locali che hanno cercato di opporsi alla sempre più capillare presenza della ‘ndrangheta.

La mafia a Nord non uccide? Anche questo è un errore (d’ignoranza?).
E Cavalli, a fine spettacolo (le musiche sono di Gaetano Liguori), ricorda un caso del tutto dimenticato: l’assassinio di Bruno Caccia, un coraggioso magistrato piemontese, ucciso mentre portava a spasso, da solo, il cane la sera del 26 giugno 1983.
All’epoca le indagini puntarono sulle Brigate rosse. In effetti il procuratore stava indagando anche su di loro, oltre che sulla criminalità organizzata.
Ma il mandante era stato il boss della ‘ndrangheta Domenico Belfiore, condannato all’ergastolo nel 1993 e scoperto solo perché si era vantato dell’impresa con un “pentito di mafia”.

Lo spettacolo sarà il 7 novembre a Bolzano; il 13 a Pescarenico (Lecco); 15 novembre a Corsico e Buccinasco in occasione dell’arrivo della Carovana Antimafie. Tutte le date sono sul sito di Giulio Cavalli: www.giuliocavalli.net.

 

DA http://www.personaedanno.it/cms/data/articoli/016058.aspx

15 novembre Buccinasco e Corsico : A CENTO PASSI DAL DUOMO

Domenica 15 Novembre 2009 la Carovana Antimafie arriva a Corsio e Buccinasco . “A cento passi dal Duomo”, questo il titolo dello spettacolo teatrale scritto da Gianni Barbacetto e Giulio Cavalli che porteremo sul nostro territorio, uno spettacolo che racconta la forte presenza delle Mafie in Lombardia.Alle  ore 18, 30 il Circolo Acli il Sogno e Associazione Legal-Mente con il patrocinio del Comune di Corsico vi spettano presso Bèm Viver Cafè (Via Monti 5, Corsico) per un aperitivo con i prodotti coltivati sui terreni confiscati alle Mafie a Marchio Libera Terra e con Giulio Cavalli per una presentazione dello spettacolo.

Alle 21, 15 Associazione Legal-Mente, Associazione LiberaMente, Corcolo Arci Mazzini 60 con il Patrocinio del Comune di Buccinasco, vi aspettano numerosissimi presso l’auditorium Fagnana (Via Tiziano, 7 Buccinasco) per la rappresentazione dello spettacolo “A CENTO PASSI DAL DUOMO ! Offerta libera a partire da € 5. Imperdibile !

10 novembre: Giulio Cavalli alla CAROVANA ANTIMAFIE 2009 a Lodi

Programma Carovana Antimafie 2009

10 – 11 novembre 2009
MATTINA
9.00 – 13.00
Lodi
Liceo Scientifico Gandini
Gruppi di lavoro
– Carcere e territorio. Incontro con Stefania Mussio, direttore della Casa Circondariale di
Lodi.
– Informazione,il limite di informare. Incontro con l’Avv. Caterina Malavenda
– Migranti, dialogo tra i popoli. Incontro con Don Davide Scalmanini, direttore della Caritas
di Lodi.
– Lavoro e precariato. Incontro con Ornella Veglio esperta e consulente del lavoro.
– Prevenzione sulle infiltrazioni mafiose nelle grandi opere. Incontro con Alessandro De Lisi,
giornalista e consulente della Commissione Nazionale Antimafia.
– Doping. Incontro con Antonio Marchetti, Responsabile U.I.S.P – Lodi
– Vecchie e nuove droghe. Incontro con Peppo Castelvecchio – Responsabile Comunità il
Pellicano di Castiraga Vidardo
– Beni confiscati. Incontro con Adriana Cippelletti Ufficio Istruzione Comune di
Casalpusterlengo
– Sicurezza Stradale. Incontro con Dott. Mattia La Rana, direttore Scuola Allievi Agenti
Polizia di Stato di Piacenza.
9.00 – 13.00
Lodi
Istituto ITIS
“La mafia dal Nord al Sud”
Interventi di Giulio Cavalli e Roberto Figazzolo
Proiezione del “corto ”Librino? Una favola” regia di Roberto Figazzolo, Italia
2008, 8′ e intervento di Giulio Cavalli, con letture tratte da “Nomi, cognomi e infami”.

10.30
Carcere di Lodi
Incontro con Carlo Barbieri autore de “Le mani in pasta”, un racconto dell’esperienza delle
cooperative che gestiscono in Sicilia le terre confiscate ai mafiosi.
12.00 – 12.30
Lodivecchio
Aperitivo della legalità presso il Circolo Arci
13.00
Lodi
Pranzo della legalità presso il Circolo Arci (€ 15), via Maddalena.
Info e prenotazioni entro l’8 novembre al 0371426137 (sig.ra Bruna)
circoloarci1@tin.it
POMERIGGIO
16.30-17.30
Lodi
Comune di Lodi
Pierpaolo Romani, coordinatore di AVVISO PUBBLICO, Associazione di enti locali e regionali
per la formazione civile contro le mafie incontra i Sindaci del Lodigiano.
18.00 – 19.30
Lodi – Centro commerciale MyLodi
Presentazione della mostra fotografica: “Il profumo della libertà”
Il racconto attraverso immagini di una Sicilia onesta, fatta di volti, sorrisi, case, campi coltivati e
vigneti sorti nei terreni confiscati ai boss mafiosi e rinati grazie ai giovani che vogliono vincere le
intimidazioni, le bombe, il pizzo e la paura.
Introduce Daniela Faiferri – CDA Coop Lombardia e Francesco Galante
, della cooperativa siciliana Libera Terra Mediterranea
Aperitivo con i prodotti di Libera, provenienti dai terreni confiscati alle mafie – offerto dal
comitato Soci Coop di Lodi
21.00
Lodi
Aula Magna Liceo Verri
“Le mani sul Nord. Quarant’anni di storie di mafie”
Incontro con Giulio Cavalli, attore e Paolo Colonnello, giornalista de La Stampa

11 novembre 2009
9.00 – 13.00
Istituto ITIS
Incontro con Francesco Galante, della cooperativa siciliana Libera Terra Mediterranea che opera
sulle terre del Consorzio di Comuni “Sviluppo e Legalità” in Sicilia ove effettua l’inserimento
lavorativo di soggetti svantaggiati, creando opportunità occupazionali, ispirandosi ai principi della
solidarietà e della legalità.

Teatri della Legalità 2009/10: il teatro civile per studenti e famiglie

Prenderà il via il 4 novembre da Baronissi (Sa) la terza edizione de I teatri della Legalità, il progetto teatrale, culturale e sociale che mira a portare a teatro circa 65mila studenti in 22 comuni sparsi su tutto il territorio campano.

Esponenti della nuova drammaturgia italiana ed artisti riconosciuti a livello internazionale sono stai coinvolti: tra questi Emma Dante che presenta una sua produzione appositamente pensata per i ragazzi. Accanto a lei nomi che hanno fatto la storia del teatro civile in Italia come Marco Baliani, Ciro Pellegrino e Giulio Cavalli.

Ad aprire e chiudere (il 19 marzo, giornata regionale di lotta alla camorra) la rassegna sarà lo spettacolo La ferita di Mario Gelardi su testi di Ciro Marino, Angelo Petrella, Raffaele Cantone, Giuseppe Miale di Mauro, Roberto Saviano ed altri che confluirà poi nell’omonimo progetto letterario dedicato ale vittime innocenti di camorra.

Tra i vari testi proposti segnaliamo La Malacarne (Il 6 novembre al San Ferdinando di Napoli): un omaggio che Fortunato Calvino fa ai suoi peronaggi femminili ed alle sue attrici (Antonella Morea, Loredana Simioli, Roberta Serrano ed altre) proponendo brani da alcuni suoi spettacoli più noti come “Cravattari”, “Malacarne”, “Cuore Nero”, “Cristiana Famiglia” e “Donne di Potere” (questi ultimi due inediti).

Diversi i temi affrontati nel corso delle 170 rappresentazioni che vedono impegnate 65 compagnie: dalla lotta alla criminalità organizzata, l’immigrazione e i clandestini, i malesseri giovanili e i rapporti figli-genitori, le regole della democrazia e la cittadinanza attiva, la diversità e la malattia mentale.

In particolare il tema del bullismo viene affrontato in due spettacoli: Fuori Gioco (14 e 15 gennaio) scritto ed interpretato da Stefano Filippini, Gabriele Marchioni ed Enrico Montalbani; Nemico di Classe (4 e 5 marzo) con gli attori della Scuola di Teatro Ragazzi di Casa Babylon.

Numerosi i titoli proposti in occasione del 27 gennaio, giornata della memoria dell’olocausto tra i quali segnaliamo Idroscalo 93 (incentrato sulla morte di Pier Paolo Pasolini, diretto ed interpretato da Ivan Castiglione) e Arbeit Macht Frei di Aldo de Martino, ispirato a testi di Primo Levi, Anna Frank ed altri.

Quest’anno il progetto promosso nell’ambito di Scuole Aperte da Corrado Gabriele (Assessore al Lavoro, Istruzione e Formazione della Regione Campania) sotto la direzione artistica di Mario Gelardi ed il coordinamento organizzativo di Luigi Marsano, intende coinvolgere oltre ai ragazzi anche le famiglie con spettacoli al di fuori dell’orario scolastico.

Per info: 081 033 06 19 | 081 544 60 53 | info@iteatrini.it | iteatrini.it | teatridellalegalita.it

DA http://www.napoligaypress.it/?p=4122

«Teatri della legalità»: la genealogia civile della scena, da Baliani, Giulio Cavalli a Emma Dante

Sette mesi di spettacoli, 65 compagnie, 170 repliche, 300 professionisti: si recita anche negli ex covi dei clan

NAPOLI – I numeri quasi non sono da teatro: sette mesi di spettacoli, da novembre a maggio, 65 compagnie coinvolte in 170 repliche che vedono impegnate 300 persone tra attori, registi ed operatori delle istituzioni, della scuola e dello spettacolo.

Parliamo di «Teatri della Legalità», il progetto presentato all’Agis e promosso nell’ambito di «Scuole Aperte» dall’assessorato al lavoro, istruzione e formazione della Regione Campania guidato da Corrado Gabriele. A dirigerlo Mario Gelardi (regista del Gomorra teatrale) col coordinamento organizzativo di Luigi Marsano de I Teatrini, mentre a corare la sezione dedicata alle scuole c’è l’attrice Rosalba De Girolamo. Si parte il 4 novembre con «La ferita. La giusta parte».
Scritto da una pattuglia di autori (Riccardo Brun, Raffaele Cantone, Rosario Esposito La Rossa, Mario Gelardi, Giuseppe Miale Di Mauro, Ciro Marino, Angelo Petrella, Peppe Ruggiero e Roberto Saviano) vede in scena Ivan Castiglione, Daria D’Antonio, Giuseppe Gaudino, Giuseppe Miale Di Mauro, Adriano Pantaleo. Drammaturgia e regia di Mario Gelardi (dopo l’esordio a Baronissi per Exposcuola, giovedì 5, alle 11, lo spettacolo si trasferisce al teatro San Ferdinando, venerdì 6 novembre, a Mondragone, teatro Ariston lunedì 9 novembre al Castel Volturno, teatro Bristol).

LA GENEALOGIA DEL TEATRO CIVILE – Nella Campania della camorra, il teatro diventa il luogo civile in cui fare prevenzione con spettacoli, ma anche incontri, laboratori.
Schierata tutta le genealogia del teatro civile italiano, dal ceppo principale di Marco Baliani a Emma Dante, passando per Nando Dalla Chiesa, Giulio Cavalli, Armando Punzo e della sua Compagnia della Fortezza e Mimmo Borrelli.
Proprio a quest’ultimo si deve uno dei progetti più originali, «Sepsa», uno spettacolo messo in scena sui vagoni della società omonima e dedicato agli avvenimenti tragici legati alla ferrovia napoletana a partire dalla morte del rumeno Petru.
In rassegna anche storie di donne coraggiose (in «Croci Rosa» di Rosario Esposito La Rossa e «Anna Politkovskaja» di Ferdinando Maddaloni), frammenti di memoria (nelle «Storie di Guerra» di Stefano Cipiciani e in «Idroscalo 93» di Ivan Castiglione), racconti di guerra, di infanzia negata e di emigrazione (in «Stupidorisiko» della fondazione Emergency, «Piccoli fiammiferai» spettacolo sul lavoro minorile di Giovanna Facciolo, «Impronte digitali» la storia dei Rom raccontata da Tina Femiano). Tante le produzioni dedicate ai ragazzi portate in scena da artisti come Fortunato Calvino, Giovanni Meola, Rosalba Di Girolamo, Stefano Jotti, Antonello Cossia, Pietro Pignatelli, Prospero Bentivegna e Mara Baronti. Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito.

BULLISMO E CAMORRA – «I temi – spiega Gabriele – sono: bullismo, conflitti e sfruttamento dei bambini-soldato, immigrazione e clandestinità, lavoro minorile e morti bianche, regole in democrazia e cittadinanza attiva, ambiente, diversità e malattia mentale. Questo teatro parla ai ragazzi in prima persona, li coinvolge nel presente, in tutto ciò che circonda le loro e le nostre esistenze. Nostro preciso dovere è offrire gli strumenti per comprendere tutto ciò e ostacolarne la pericolosa deriva».

IN VENTUNO COMUNI – Ventuno i comuni coinvolti. Oltre che a Napoli (dal San Ferdinando al Totò, passando per il Pan, il Pierrot e San Lorenzo Maggiore) gli spettacoli andranno in scena, spesso in strutture confiscate ai boss della camorra, a Marano di Napoli, Castellammare di Stabia, San Giorgio a Cremano, Ercolano, Afragola, Procida, Pompei, Santa Maria Capua Vetere, Mondragone, Piedimonte Matese, Casal di Principe, Castelvolturno, Salerno, Eboli, Pagani, Laurino, Ascea, Vibonati, Benevento, Avellino e Napoli città. «Nella costruzione del programma – commentano i curatori Mario Gelardi e Luigi Marsano – abbiamo voluto unire autori ed interpreti di primo piano nel panorama teatrale italiano, e non solo. Esponenti della nuova drammaturgia, artisti dal talento riconosciuto chiamati a pensare e proporre spettacoli per le giovani platee della nostra regione».
Info: 0810330619; www.teatrini.it e www.teatridellalegalita.it

LE GIORNATE DELLA MEMORIA – Il progetto prevede anche l’iniziativa «Le giornate della memoria», mobilitazioni culturali in date particolarmente simboliche, dal l 27 gennaio dedicata all’Olocausto al 19 marzo, anniversario della morte di Don Peppino Diana, proclamata giornata regionale di lotta alla camorra.

PROGETTI EDITORIALI – Due i progetti editoriali legati a spettacoli proposti, realizzati in collaborazione con la giovane casa editrice «ad Est dell’Equatore»: «La ferita», una raccolta di testimonianze in memoria della vittime innocenti di camorra, con la prefazione del Magistrato Raffaele Cantone ed il patrocinio di Libera. E «presente indicativo»: 18 scrittori napoletani debuttano a teatro raccontando la contemporaneità

DAL “CORRIERE DEL MEZZOGIORNO”

L’ARTICOLO QUI

“Teatri della Legalità”: in Campania con 170 spettacoli in rassegna

TEATRO | Napoli E’ stata presentata in conferenza stampa all’Agis di Napoli, la terza edizione di “Teatri della Legalità”, il progetto promosso nell’ambito di “Scuole Aperte” da Corrado Gabriele, Assessore al Lavoro, Istruzione e Formazione della Regione Campania, per la direzione artistica di Mario Gelardi ed il coordinamento organizzativo di Luigi Marsano de I Teatrini. Una programmazione di ampio respiro, che affronta e propone ai giovani una selezione di spettacoli, ma anche incontri, laboratori e mostre incentrati sui temi della lotta alla camorra e alla criminalità organizzata, del bullismo, dei conflitti e dello sfruttamento dei bambini soldato, dell’immigrazione e della clandestinità, del lavoro minorile e delle morti bianche, delle regole in democrazia e della cittadinanza attiva, dell’ambiente, della diversità e della malattia mentale. Le rappresentazioni, proposte da novembre 2009 a maggio 2010, impegnano 65 compagnie teatrali per circa 170 repliche e più di 300 persone tra attori, registi ed operatori delle istituzioni, della scuola e dello spettacolo.
“Teatri della Legalità – sottolinea Corrado Gabriele – parla ai ragazzi in prima persona, li coinvolge nel presente, in tutto ciò che circonda le loro e le nostre esistenze. Propone argomenti che irrompono nel nostro quotidiano segnando indelebilmente la vita di molti di noi. Nostro preciso dovere è offrire gli strumenti per comprendere tutto ciò e ostacolarne la pericolosa deriva”. Tutta l’attività si realizza attraverso una rete tra più di 20 amministrazioni comunali della regione, tra cui le città di Napoli, Marano di Napoli, Castellammare di Stabia, San Giorgio a Cremano, Ercolano, Afragola, Procida, Pompei, Santa Maria Capua Vetere, Mondragone, Piedimonte Matese, Casal di Principe, Castelvolturno, Salerno, Eboli, Pagani, Laurino, Ascea, Vibonati, Benevento, Avellino.
“Nella costruzione del programma – commentano i curatori Mario Gelardi e Luigi Marsano – abbiamo voluto unire autori ed interpreti di primo piano nel panorama teatrale italiano, chiamati a pensare e proporre spettacoli per le giovani platee della nostra regione”.
Il cartellone accoglie gli allestimenti, ad esempio, di Emma Dante, di Marco Baliani, di Nando Dalla Chiesa, di Giulio Cavalli, di Armando Punzo e della sua Compagnia della Fortezza, di Mimmo Borrelli con “Sepsa” un racconto degli avvenimenti tragici legati alla ferrovia napoletana ed allestito sui vagoni e sui binari della stessa. In rassegna anche storie di donne coraggiose (in “Croci Rosa” di Rosario Esposito La Rossa e “Anna Politkovskaja” di Ferdinando Maddaloni), frammenti di memoria (nelle “Storie di Guerra” di Stefano Cipiciani e in “Idroscalo 93” di Ivan Castiglione), racconti di guerra, di infanzia negata e di emigrazione (in “Stupidorisiko” della fondazione Emergency, “Piccoli fiammiferai” spettacolo sul lavoro minorile di Giovanna Facciolo, “Impronte digitali” la storia dei Rom raccontata da Tina Femiano) che si intersecano, tra le tante, con le produzioni dedicate ai ragazzi portate in scena da artisti come Fortunato Calvino, Giovanni Meola, Rosalba Di Girolamo, Stefano Jotti, Antonello Cossia, Pietro Pignatelli, Prospero Bentivegna e Mara Baronti.
Si inizia il 4 novembre all’ Exposcuola di Baronissi (Salerno), con “La Ferita – la giusta parte”, uno spettacolo di Riccardo Brun, Raffaele Cantone, Rosario Esposito La Rossa, Mario Gelardi, Giuseppe Miale Di Mauro, Ciro Marino, Angelo Petrella, Peppe Ruggiero e Roberto Saviano, per la regia di Mario Gelardi (repliche il 5 al San Ferdinando di Napoli, il 6 all’Ariston di Mondragone, il 9 al Bristol di Castelvolturno. Ad ingresso gratuito. Info: 0810330619; www.teatrini.it e www.teatridellalegalita.it

DA CASERTANEWS.IT

SCUOLA DI TEATRO : riapre LA BOTTEGA DELL'ATTORE

Bottega dell’Attore riparte per il II anno con una lezione di prova gratuita in programma per GIOVEDI’ 29 OTTOBRE alle 19:30.
Il corso teatrale serale per adulti è strutturato in 64 ore di lezione totali suddivise in 32 incontri da 2 ore ciascuno, tutti i giovedì dalle 19:30 alle 21:30, dal 5 novembre 2009 fino al 24 giugno 2010 con una lezione dimostrativa finale aperta al pubblico il 25 giugno.
Durante l’anno verranno inoltre organizzati incontri con i protagonisti della stagione teatrale del Nebiolo.

Per confermare la propria presenza alla lezione di prova gratuita, contattare il Nebiolo al numero 331 92 87 538 oppure info@teatronebiolo.org – agli stessi recapiti è possibile richiedere anche informazioni su costi e modalità di iscrizione.