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Scrivere

STAMPO ANTIMAFIOSO sul libro Nomi, Cognomi e Infami

 Alla festa di Sinistra Ecologia e Libertà di Brugherio del 26 luglio scorso, relatori d’eccezione parlano di mafia e antimafia nel nord Italia. Giulio Cavalli –consigliere regionale di SEL– presenta il suo ultimo libro “Nomi, cognomi e infami”, soffermandosi sull’importanza della risata e dell’impegno civile collettivo e quotidiano nella lotta alle organizzazioni criminali.  Daniele Cassanmagnago -assessore all’urbanistica del ben noto alle cronache comune di Desio- dà piena voce alla sua denuncia e alle sue speranze di una rinascita civile nella sua città.  Alfredo Luis Somoza –Presidente ICEI e studioso dei fenomeni criminali in Sud America- dipinge un quadro dei rapporti di forza malavitosi a livello internazionale, non senza sottolineare come l’antimafia sia una scelta al contempo individuale e di popolo. Relatori d’eccezione, dunque, con storie diverse ma legati da un unico fil rouge: contro l’indifferenza ed il silenzio complice, la parola al potere.

Di Federico Beltrami e Martina Mazzeo da STAMPO ANTIMAFIOSO

Una risata contro l’indifferenza

Una risata per combattere la mafia. Una risata che, mettendo a nudo tutte le contraddizioni e le debolezze del potere criminale, sia in grado di liberare la società dai tentacoli mafiosi, diradando quella fitta coltre fatta di paura, indifferenza e complicità entro cui la criminalità organizzata sguazza.

Ad auspicarla e stimolarla, durante la presentazione del suo ultimo libro “Nomi cognomi e infami”, Giulio Cavalli, consigliere regionale della Lombardia in quota Sinistra Ecologia e Libertà.

“La risata funziona. Lo diceva Peppino Impastato” e lo ripete l’autore teatrale che da anni diffonde messaggi di impegno civile e culturale antimafioso con i suoi spettacoli e che, per questo, è stato minacciato dal potere mafioso.
Guai, però, a ricordarglielo. “Io sono un arlecchino, mi hanno pure detto che non ho la faccia da minacciato: è stato il più bel complimento che potevo ricevere”. E da Arlecchino Cavalli ha girato le piazze e i teatri di tutta Italia aiutando la cittadinanza a esorcizzare la paura e a rivitalizzare la propria pulsione antimafiosa: “Solo in questo modo la società civile può riuscire a confiscare ai mafiosi l’onore, parola da troppi anni espropriata del suo significato puro, autentico e positivo poiché inglobata nel gergo criminale”.

In effetti molti degli aneddoti citati da Cavalli nel corso della presentazione, più di un sorriso -anche se amaro- te lo strappano. Il Provenzano latitante nel casolare diroccato di Corleone che custodisce gelosamente una collezione di coppole, mangia biscotti senza glutine e ascolta la colonna sonora del Padrino e dei Puffi. Il capo-locale di Bollate Vincenzo Mandalari che, intercettato, rivela a suo nipote come essere “di destra o di sinistra non sia importante a livello locale”. L’ex direttore sanitario della ASL di Pavia Carlo Chiriaco, arrestato  nell’ambito dell’operazione Crimine e considerato parte attiva della locale pavese della ‘Ndrangheta, che nega di essere un boss ma ammette che si atteggiava in quel modo poiché nella sanità lombarda funzionava.

La risata però – ammonisce Cavalli – deve essere l’input, la scintilla in grado di far scattare la reazione di quella società civile che, soprattutto al nord, è stata troppo poco vigile. “Mi incazzo – tuona l’esponente di SEL – quando sento dire che in Lombardia l’operazione Infinito ha svelato un quadro inaspettato: Barbacetto e le carte dei processi Parco Sud e Bad Boys queste cose le spiegavano benissimo da anni. Bastava leggerli”.
Cavalli è un fiume in piena: “Su alcuni temi non si può non sapere: come diceva Gramsci, bisogna essere partigiani. La nostra indifferenza, invece, ha permesso al Presidente della Lombardia Formigoni di nominare una figura come quella di Pietrogino Pezzano come sostituto del destituito Chiriaco alla direzione della ASL di Pavia”. A chi gli fa notare che Pezzano, pur essendo stato “pizzicato” al telefono e fotografato in compagnia di alcuni boss, non sia stato condannato, Cavalli ribatte che “Nomi, cognomi e infami” ha come obiettivo anche quello di sottolineare come alcune persone siano “inopportune” a ricoprire determinati ruoli indipendentemente dal fatto che siano o meno penalmente responsabili.

La risata, dunque, anche per combattere egoismo e indifferenza, le due facce di una stessa medaglia. “Il federalismo più pericoloso è quello delle responsabilità, che porta a preoccuparsi unicamente dei problemi vicini a se stessi e non a quelli realmente più gravi”. La lotta al potere mafioso, che si fonda sull’egoismo e sulla prevaricazione di pochi ai danni di molti, deve invece basare le proprie fondamenta sulla solidarietà e sull’altruismo. Per questo “andrebbe riscoperto l’articolo 4 della nostra Costituzione, una sorta di monito contro l’indifferenza che non ci sprona tanto ad essere eroi, quanto a fare il nostro lavoro in modo onesto e funzionale all’affermazione di una società migliore”.  “Del resto, lo diceva anche Falcone: ciò che serve non è l’impegno straordinario di qualcuno, ma l’impegno ordinario di tutti”.

Un inno alla semplicità, “elemento sempre più rivoluzionario in un paese alla deriva”.

Quanto sono pubblici i libri

Nel caso dei libri (e più in generale della cultura) la domanda è se la sopravvivenza di culture, informazioni, opinioni minoritarie e meno popolari – e quindi commercialmente a rischio – meriti essere difesa con interventi artificiali che creino degli handicap per i più forti e di fatto limitino la libera concorrenza, principio che suona bene ma che spesso implica la vittoria del più forte sul piano commerciale, che non è sempre quella della qualità culturale del prodotto. Un po’ quello che avviene con le famigerate norme sui finanziamenti ai giornali, difficilissime da applicare efficacemente ma fondate su ottime ragioni: ovvero che una società libera e democratica debba avere a disposizione non solo le informazioni delle maggioranze, politiche, sociali o intellettuali che siano. Luca scrive di un bel dibattito su libri e librerie.

Questa sera

A Cassinetta di Lugagnano, nella Sala Consiliare in piazza Negri, per presentare il mio libro NOMI, COGNOMI E INFAMI e discutere insieme delle iniziative delle pubbliche amministrazioni per contrastare il fenomeno mafioso e evitare pericolose convergenze. Perché Cassinetta è stata una delle città più calde durante la mia campagna elettorale e devo spiegare cosa abbiamo fatto finora e perché quel piccolo paese è diventato grazie all’amico Domenico Finiguerra un laboratorio politico che ha da insegnare agli insigni cementificatori seduti a Palazzo Lombardia. Ci si vede lì.

Il pianto delle bambine

Le figlie perdute della Cina (ed. Longanesi) di Xinran è un dolore tenuto sul comodino. Il dolore sordo delle bambine scomparse in Cina (alcune stime parlano di cento milioni) e il dolore acuto delle madri. Le nuove generazioni di ragazze di campagna tengono le bambine e vanno a lavorare altrove. Ma per le loro famiglie di origine, le femmine sono ancora una sciagura. Purtroppo la pratica dell’infanticidio delle figlie non è ancora scomparsa. Ho visto con i miei occhi, nelle campagne, le vasche a due livelli usate per lavare i maschi o affogare le femmine.

 

Manuale del perfetto venditore di droga

È un bel libro, quello di Alessandro Esposito. Scritto con carne di cuore nella penna per raccontare un pezzo di Napoli in cui la criminalità organizzata sarebbe tradita raccontata solo attraverso la lente dei grandi boss e della poesia. Questo è il diario lercio di uno spacciatore che vive nella periferia più malsana di Napoli, ai bordi di una metropoli violenta e immorale tra donne da conquistare e trans da fottere. Questa è la vita depravata di un ragazzo senza nome che ha avuto come scuola la strada. Come madre una zoccola. Come padre un bidello cornuto. Un ragazzo che è un re magio in un presepe chimico illuminato da mille neon color piscio..
Lo potete comprare qui.

Le alte opinioni sul libro che non c’è

Tutto finto. Giudizi finti su uno scrittore che ha scritto un libro che non esiste. Al Salone del Libro succede anche questo, perché l’importante è fingere di sapere e evidentemente dire “non so” è diventato fuori moda. Eppure basta una telecamera e due ragazzi e il castello di sabbia cade. E non fa bene soprattutto ai libri. Il video lo trovate qui. L’esperimento è targato Politecnico di torino. Quello vero.

I prossimi appuntamenti televisivi

Domani, giovedì 2 dicembre, sarò ospite di “Parla con me”, la trasmissione di Serena Dandini in onda dal martedì al venerdì a partire dalle 23.15 su RaiTre, durante la quale reciterò un monologo tratto dal mio libro.

Lunedì 6 Dicembre, alle ore 10, sarò ospite d’onore a “Brontolo” la trasmissione di Oliviero Beha su RaiTre. E infine lunedì sera parteciperò insieme a Nicola Gratteri, Angela Napoli, Gianluigi Nuzzi a “L’infedele”, trasmissione di Gad Lerner in onda alle ore 21 su La7. Non mancate!