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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Incattiviti e disperati

C’è una forza fenomenale, e una grande dimostrazione di sicurezza, nella nonviolenza. Pisapia ha costruito il proprio successo sulla calma e sul sorriso. Uno stile di vita e di lotta politica che ha fatto presa su molti elettori moderati e di centrodestra. Spero che nessuno vorrà incrinare questo modello proprio alla vigilia del voto decisivo, accettando un terreno di scontro che è l’ultima speranza del centrodestra incattivito, disperato e bugiardo. Tutto il resto di Fabrizio Ravelli qui.

Ballottaggio Milano. Cavalli: “L’accattonaggio politico e la compravendita dei voti”

COMUNICATO STAMPA
In seguito alle ultime dichiarazioni del centro destra, il consigliere regionale, Giulio Cavalli afferma: “Dispiace vedere esponenti di governo e di Regione Lombardia prestarsi a questi ultimi giorni di campagna elettorale costruiti su un procurato allarme costante che tocca o i rom o le moschee o la liberalizzazione delle droghe o fantomatiche invasioni unniche”.
“Vedere il Presidente del Consiglio regionale Davide Boni – continua Cavalli –  non prendere le distanze dai deliri del suo compagno di partito Borghezio che dichiara “che i fondamentalisti islamici, in primis Al Quaeda e lo stesso Al Zawahiri, sarebbero felicissimi se a Milano la Lega dovesse perdere e Pisapia diventasse sindaco”, dà perfettamente la temperatura di come la Moratti sia l’inutile fermacarte di accordi di potere che non possono permettersi di non riuscire a mantenere gli impegni. Dispiace altresì notare come i leghisti, da sempre in prima linea contro gli accattoni milanesi, si dimostrino, insieme al loro capocomico Berlusconi, i nuovi inventori dell’accattonaggio politico fatto da sconti sulle multe prese o qualche posto da usciere in un palazzo, qui a Milano, che c’entri una cosa qualsiasi con un ministero”.

“Moratti e De Corato ci spieghino – aggiunge il consigliere regionale – che differenza c’è tra rastrellare voti scontando 50 euro di multa nella città dell’Ecopass e offrire 50 euro per un voto fotografato con il telefonino giù a Scampia”.

“Continuando di questo passo – conclude Cavalli – basterà dare il microfono in prima serata ad un esponente del governo perché si facciano del male da soli”.

 

Mozione per l’autonomia scolastica

La FAISAL (federazione delle scuole autonome lombarde) necessita di 5000 firme per protocollare presso Regione Lombardia la sua proposta di legge che lascerà alle scuole l’autonomia in scelte decisive come la stesura del calendario scolastico, la programmazione degli indirizzi di studio, il coordinamento del trasporto scolastico con gli enti locali e la costruzione dei piani territoriali. La Legge Bassanini del 1997, in realtà, ha teoricamente garantito l’autonomia scolastica, ma sino ad oggi le decisioni sono state prese a livello regionale attorno ai tavoli le scuole non siedono.

A sostegno della proposta di legge della FAISAL abbiamo proposto una mozione al fine di attivare Regione Lombardia per la predisposizione ed attuazione di strumenti idonei a garantire maggiore autonomia agli istituti scolastici.

MOZIONE

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

PREMESSO CHE

tra i numerosi ambiti in cui la Legge Bassanini, meglio conosciuta come legge sulla semplificazione amministrativa, ha inteso esplicare il proprio raggio d’azione v’è anche quello del sistema  scolastico italiano, che viene organizzato sulla base di una rete di istituzioni scolastiche dotate di autonomia funzionale estendendo anche all’organizzazione scolastica il regime delle autonomie funzionali già introdotto, per esempio, per le università;

PREMESSO INOLTRE CHE

la legge Bassanini che ha inteso riformare il suddetto settore permette infatti alle scuole di gestire autonomamente l’organizzazione del servizio trasporti con gli enti locali, il calendario scolastico, la programmazione degli indirizzi di studio e la costruzione dei piani territoriali;

CONSIDERATO  CHE

nonostante tale legge, sia in vigore dal 1997,  di fatto, in Lombardia, quanto disciplinato dalla stessa non ha ancora trovato attuazione in una apposita legge regionale;

CONSTATATO CHE

quanto sopra determina che le decisioni vengono prese a livello regionale senza la partecipazione degli interessati, o meglio, dei veri e principali attori ovvero le scuole;

CONSTATATO INOLTRE CHE

auspicabile e doveroso sarebbe che gli istituti possano avere finalmente una riconosciuta autonomia, decisionale ed organizzativa, in scelte importanti e rilevanti per far sì che l’anno scolastico possa svolgersi nel miglior modo possibile in tutti i propri ambiti;

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE LOMBARDIA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA NONCHÈ IL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDO

ad attivarsi nella predisposizione ed attuazione di tutti quegli strumenti più idonei al fine di garantire una maggiore autonomia decisionale, funzionale e organizzativa agli istituti scolastici lombardi.

 

Milano, 24 maggio 2011

Giulio Cavalli (IDV)

Francesco Patitucci (IDV)

Gabriele Sola (IDV)

Stefano Zamponi (IDV)


Prenditi Napoli, Gigi

Chi è Lettieri? …di questo Carneade nessuno sa niente. Avendo chiuso il primo turno alle amministrative di Napoli, ha iniziato a far comparsate nei vari talk-shows. Due cose mi hanno colpito, in questo individuo: l’aggressività gratuita nella mimica e nelle parole, e la lotta, persa, con congiuntivi e condizionali, che per lui sembrano essere delle impervie montagne non scalabili. Ce lo racconta Tafanus qui.

 

Cos’è questo vento

Il dissenso è la pratica delle idee diverse. In una democrazia moderna (ma anche in una democrazia di opinioni che galleggi appena sopra la soglia della decenza) dovrebbe essere obbligatorio. Qualcuno dice che per amore dello Stato oggi si consiglia addirittura l’indignazione, come dose minima. Eppure dire fai ridere alla Moratti, con questo brutto vento, può portare ad essere identificati per il reato di opinione non timida. Comunque, ovviamente, è colpa di Pisapia. Il video kafkiano lo potete vedere su youreporter.

La costanza dell’Agorà e di Piero

Scrive (giustamente) Piero Ricca che domenica pomeriggio, cioé domani, torna l’Agorà, che c’era prima e ci sarà dopo le elezioni, perché l’impegno civile non si archivia con gli scatoloni delle schede elettorali e questa lotta di liberazione deve andare avanti. Dalle ore 15 alle 19. Via Dante ad angolo con Largo Cairoli, a Milano, per parlarsi e per parlarne. Info sul suo sito.

Si combatte. Grazie Roberto.

Ho avuto il privilegio di dividere qualche iniziativa di Libera con Roberto Morrione, di pranzare insieme a lui discutendo di televisione, informazione, mafie e politica. So quanto Libera Informazione sua figlia sua (e quanto Lorenzo e gli altri porteranno avanti il suo lavoro con la stessa schiena dritta) e quanto abbia combattuto il suo male. Mi piace ricordarlo nello scritto del collega e amico Santo della Volpe, mandadogli idealmente un abbraccio.

di Santo della Volpe – 20 maggio 2011

L’ultimo SMS me lo ha mandato giovedì sera, 19 maggio. Gli avevo chiesto (sempre con un messaggino per non disturbarlo) come stava, se c’era qualche sintomo di miglioramento: ”Si combatte.Grazie.Roberto” è stata la sua ultima risposta.
Ed in quel messaggio c’era tutto Roberto Morrione; sino alla fine Roberto, l’amico di una vita, si è battuto senza risparmiarsi in tante battaglie per la Libera Informazione, in Rai, nel sindacato, in Libera. Ma è stato anche l’amico di tante feste,tanti entusiasmi, serate passate insieme a celebrare qualche buon risultato o buon incontro; o semplicemente i vini buoni, le grappe,la buona musica, soprattutto quei chansonnier francesi che tanto amava, Brassens, Moustaki, e poi Yves Montand, Edith Piaf e soprattutto Serge Reggiani.

C’era sempre un motivo per stare insieme, per fare gruppo, per “combattere” quelle battaglie: se si perdeva, un motivo per ricominciare, ma sempre stando in piedi, a schiena dritta, con la forza dell’intelligenza e della cultura, del giornalismo. Grande lavoratore da sempre; da quando Enzo Biagi lo assunse in Rai, al TG unico di allora, dalle inchiesta per TV7 al TG1, alla sua redazione Cronaca degli anni ‘80, la migliore di quegli anni :con Nuccio Fava direttore, quella delle inchieste sulla P2, la mafia, gli intrecci torbidi tra Marcinkus e Calvi, dello scoop di Ennio Remondino che anticipò Gladio e la Cia nella strategia della tensione italiana, ma che fece infuriare Cossiga (allora presidente della Repubblica).

Costò a Fava il posto da direttore tg1, a Morrione il posto di Capo Cronista, a Remondino un bel po’ di esilio redazionale. Ma quello fu anche un esempio di vera cronaca e vera informazione libera, impensabile in questi mesi al TG1 … Quante volte ne abbiamo parlato: non che i tempi allora fossero più facili! Basti pensare che un grande cronista come Morrione fu relegato in uno stanzino dell’ala più lontana dalla redazione del palazzo TG1 di Saxa Rubra! Una indecenza: ogni giorno lo andavo a trovare,quando ero a Roma, per discutere di tutto, informazione e sindacato soprattutto, le sue passioni.

Curzi lo volle al TG3,inaugurando una delle stagioni più ricche del panorama giornalistico italiano. Era l’inizio degli anni ’90: le sue “copertine” del TG3 (veri e propri editoriali televisivi) hanno fatto storia; ma anche le inchieste di mafia,sugli appalti per la ricostruzione del dopo terremoto in Irpinia,sino all’esplosione delle bombe di Capaci e Via D’Amelio. Roberto aveva anticipato quei pericoli con quelle inchieste che un gruppo di noi, da lui guidato, faceva nel TG3, in parallelo con Michele Santoro su Samarcanda.

E la battaglia contro Cosa Nostra è stata la più lunga di Roberto Morrione, quasi quanto quella contro i misteri d’Italia, i complotti antidemocratici, dai più nascosti segreti del bandito Giuliano, sino all’assassinio di Ilaria Alpi, quella giovane giornalista che aveva visto arrivare tra di noi, al TG3, aveva visto partire per la Somalia e tornare avvolta in un feretro perché aveva voluto fare giornalismo, smascherare i traffici di rifiuti e di armi, come lui aveva insegnato e voluto far fare a noi anni prima.

In fondo la considerava un’altra voce del gruppo di cronisti della sua squadra, anche se conosciuta da poco e per questo aveva accettato con entusiasmo di far parte della giuria del Premio Giornalistico Ilaria Alpi, senza mai mancare ad una sola edizione. Quel “filo rosso” del giornalismo per la verità e l’indipendenza giornalistica, era stato alla base anche del secondo periodo della sua vita: quando dopo un breve passaggio di un anno come vicedirettore del TG2, con Garimberti direttore,(era la bella stagione dei cosiddetti “professori” ai vertici RAI), Morrione investì tutta la sua forza di costruttore di squadre comunicative prima curando la campagna elettorale dell’Ulivo nel 1996, per Prodi e Veltroni; poi tornando in RAI, per rilanciare Televideo e la quasi abbandonata RAI International, trasformandola in una rete mondiale, la più ascoltata rete RAI, facendo in modo che fosse vista in Sud America, in Asia, in Nord America ed in Australia, portando agli italiani all’estero la musica e la tradizione Italiana, dal Teatro di Pirandello ad Enzo Arbore, dal Cinema italiano sino, suo grande gioiello, al Calcio in diretta televisiva con quella “Giostra dei Gol” che fu la prima cronaca sportiva televisiva minuto per minuto nella storia della televisione italiana.

Un successo enorme, mondiale appunto, che continua ancora oggi. Per Roberto quel periodo fu di grande soddisfazione ed ancora recentemente ne parlava, anche con una certa nostalgia, riprendendo i viaggi con Alberto Sordi e Monica Vitti, gli incontri con i grandi Network mondiali ed il rispetto conquistato ,per la Rai, ovviamente ovunque nel pianeta. Perché Roberto Morrione era ed è ancora oggi il simbolo del “Servizio Pubblico” e dello “specifico televisivo”, quel particolare modo di fare informazione che si dedica alla ricerca della verità, dell’obiettività e della notizia non fine a se stessa, ma in nome del pubblico, degli spettatori intesi come persone che hanno dei diritti, anche davanti alla Tv, e non sono mai da intendersi come consumatori passivi.

E’ con questo spirito che Morrione ha accettato di costruire dal nulla RAINEWS24, la prima rete di informazione 24ore su 24 del nostro sistema televisivo. Con tecnologie allora nuove e sperimentali (e che tali sono restate dopo più di 10 anni…!) e l’idea di dare al pubblico una rete satellitare che sull’esempio della CNN e delle Cable TV di tutto il mondo, aggiornasse costantemente e continuativamente lo spettatore. Creatura difficile da far nascere ed allevare; ma anche in questa avventura l’impronta di Morrione fu determinante. Gli scoop sulla guerra in Iraq e le armi all’Uranio Impoverito, arrivarono dopo aver trovato e messo in onda l’ultima intervista di Borsellino che parlava di rapporti tra la Mafia e una certa imprenditoria milanese, con il nome di Berlusconi che ,per la prima volta ,compariva sulla bocca degli intervistatori francesi e su quella del giudice ucciso subito dopo quel dialogo, nel lontano 1992: nonostante le interrogazioni parlamentari ed i tentativi farisaici, anche dentro l’azienda RAI, di stoppare l’intervista, andò tutto in onda (eravamo nel 2002-2003).

Morrione garantì autenticità e si assunse oneri (tanti) ed onori (pochi) di una scoop che , come il vero giornalismo insegna, fece tremare i palazzi, perchè intriso di verità. Quando andò in pensione , 5 anni fa, non pensò al riposo: noi salutammo questa scadenza con una festa ad Articolo21, piena di amici e buona musica. Ma lui avvertì subito: inizia un’altra vita.

E così fu, quando decise di creare Libera Informazione, dall’Associazione Libera di Don Ciotti; prese l’impegno di far crescere una rete di informazione sulla mafia e l’antimafia che partisse dai territori, dai giovani, dalle vittime della oppressione mafiosa. Un lavoro massacrante ed instancabile, nel quale volle unire associazioni ed enti locali, singole persone (compreso chi scrive,nel suo piccolo) e personalità delle istituzioni, per far parlare con l’arma del giornalismo chi voce non l’aveva mai avuta, trasformando in informazione le grida di dolore, di indignazione, di ripulsa e di voglia di giustizia che saliva dalle terre abbrutite da Cosa Nostra, Camorra, ‘ndrangheta, Sacra Corona Unita ed altre organizzazioni criminali. E non solo al Sud, ma anche a Milano, Modena,Imperia, Firenze, Orvieto,Treviso o Trieste.

Anche qui Morrione mise in campo una grande capacità organizzativa, creò una vera squadra, che ancora oggi lavora e costruisce resistenza e denuncia,fornendo materiali importanti alle indagini con le inchieste di giovani e nuovi giornalisti che hanno ora la consapevolezza della propria forza e della rete che oggi li unisce, dentro Libera. Una creatura che non muore, anzi…Continuerà a lavorare in nome di Morrione.

L’ultima battaglia, Roberto l’ha combattuta dentro un male che cresceva dentro di sé; scoperto 4 anni fa e combattuto con la sua solita determinazione: a viso aperto. Roberto sapeva tutto e si è battuto sino all’ultimo, con cure e nuovi protocolli di cure, ma sempre, sempre, portando avanti le sue iniziative e le sue battaglie antimafia, senza mai abbandonare il lavoro a Libera, anzi. ..mettendo in campo una pressione ulteriore per dare solidità e impalcature durature alla sua creatura, perché la squadra continuasse a lavorare.

Pochi giorni prima di lasciarci, con un ultimo filo di voce dal letto dell’Ospedale, tra una considerazione sulla Rai, una sulle elezioni amministrative (almeno ha visto che l’Italia si sta risvegliando, ha fatto in tempo a vedere i risultati di Milano, Torino, Bologna…!), Roberto mi ha ricordato il Consiglio di amministrazione di Libera Informazione, che si dovrebbe convocare tra poco. “Beh, aspettiamo che tu stia meglio”avevo risposto. E nello sguardo di Roberto si era accesa una scintilla, subito piegata da una flessione della testa come faceva spesso per sottolineare con ironia ,”sotto i baffi”, qualcosa che riteneva difficile da realizzare, ma che sperava ancora di poter fare.

Quel gesto della testa era il suo grido di battaglia, modesto, signorile, concreto, duraturo come una promessa; l’incipit soprattutto di una battaglia da fare….”Mi raccomando”, gli dissi salutandolo,”non molliamo, mai”. Mi strinse la mano forte, con amicizia, ma in silenzio.

Giovedì 19 maggio 2011, alle 18,14, il suo SMS, “Ciao, si combatte. Grazie”. Ha combattuto. Il male lo ha stroncato in un’alba del 20 maggio, il giorno dopo…”morire di maggio ci vuole tanto, troppo coraggio”, diceva il nostro De Andrè…Roberto ha combattuto fino alla fine, per la vita e per quegli ideali che ha sempre dimostrato in vita con coerenza, signorilità e fermezza. Giustizia, verità, solidarietà, democrazia. Un uomo giusto. Ora tocca a noi continuare.

Un grande abbraccio alla moglie Mara, ai suoi figli e a tutta la sua famiglia. Grazie Roberto, amico di una vita.

Tratto da: articolo21.org


 

Pisapia e i furti d’auto

E’ una cosa da non crederci. La vicenda di Pisapia e i suoi presunti furti d’auto ha trasformato Letizia Moratti e la sua banda di rancorosi in un brutto fumetto. In giro per Milano ho sentito discussioni al bar sul modello dell’auto. I più coraggiosi dicevano di avere saputo che si trattasse di un furgoncino. Ma se  succede che Giuliano sventi un furto d’auto negli ultimi giorni di campagna elettorale, allora anche il drammaturgo ha deciso di infierire su Letizia…

Sono stato deviato da Saviano

Che io sia capito è indiscutibile. Che Saviano faccia cultura è discutibile. Io sono stato deviato da Saviano, che si compiace a far vedere l’Italia brutta. Vittorio Sgarbi giustifica così il flop del suo programma: con un’umile assunzione di responsabilità. Che il vento stia cambiando lo dimostra il fatto che non se ne è accorto (e non l’ha guardato) nessuno.