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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Vota mafia

4dd5d61b3fff25f532287489d8c75155Succede a San Gregorio D’Ippona in Calabria
27 maggio 2014
Vibo Valentia. La casa del sindaco di San Gregorio Ippona, Michele Pannia, riconfermato nelle elezioni di ieri alla guida del comune del vibonese, è stata sequestrata dalla Dia di Roma in collaborazione con quella di Catanzaro insieme ad altri beni riconducibili, secondo l’accusa, alla cosca Fiaré-Razionale.

La cosca, al cui vertice ci sarebbe Saverio Razionale, ha reinvestito su Roma, in società ed attività commerciali, tra cui il noto bar Caffè Fiume, a pochi passi da Via Veneto, gran parte dei guadagni provento delle attività illecite nel territorio d’origine. Dopo i sequestri del marzo scorzo, la Dia, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale di Vibo Valentia, hanno effettuato un nuovo sequestro che ha riguardato anche la società Caffè Fiume proprietaria dell’omonimo bar.

Le indagini successive ai precedenti sequestri operati tra Roma e la Calabria hanno consentito di ricostruire tutti i passaggi relativi all’acquisizione da parte della cosca del bar e di individuare le società create ad hoc per sviare gli accertamenti patrimoniali. Sotto sequestro è finito anche un altro bar-ricevitoria ed un appartamento, dimora della famiglia Razionale, situati nel vibonese.

L’appartamento, in particolare, secondo le indagini della Dia era fittiziamente intestato alla famiglia ed al Sindaco uscente di San Gregorio d’Ippona, che avevano venduto negli anni ’80 l’immobile al capo della cosca Fiarè-Razionale senza mai effettuare il dovuto passaggio di proprietà.

La posizione dell’ex Sindaco e dei suoi famigliari è adesso è al vaglio degli inquirenti perché avrebbero favorito, in questi anni, l’aggiramento della normativa antimafia da parte di Razionale. Sequestrata anche una grossa società edile con sede a Roma, la “Lico santo”, la cui gestione è stata affidata ad un amministratore giudiziario. La Dia ha accertato intensi rapporti di affari tra la società e la Edil Service e la Roma Service già sequestrate perché riconducibili alla cosca. La Lico Santo avrebbe impiegato operai non in regola forniti dalle società di Razionale risparmiando sui costi del personale.

ANSA

Parla Gratteri: “È vero mi ha bocciato Napolitano”

Siamo un Paese con la memoria corta ma più di qualcuno si ricorderà della bocciatura alla nomina di Gratteri come Ministro alla Giustizia. Oggi a parlare è proprio il magistrato che chiarisce bene come siano andate le cose:

Al sottosegretario Delrio, quando nel febbraio scorso è andato a proporgli di fare il ministro, ha chiesto carta bianca. «Abbiamo discusso per quasi tre ore di modifiche normative – dice -, più parlavo e più il sottosegretario si eccitava. Quando hai la morte negli occhi, perdi del tutto il timore reverenziale del potere. La notte non ho dormito, sapevo che mettevo in gioco la mia vita, che un ministro dura poco e mi sarei dovuto cercare un altro mestiere. Ma l’avrei fatto». Il giorno dopo, Delrio sta un’ora a colloquio con Napolitano, che poi gli parla della «regola non scritta».

Ora ognuno può tirare le proprie conclusioni. Non più sulle ipotesi ma sui fatti.

Quindi

Il PD ha vinto. Anzi ha stravinto. E la democrazia sta nel rispetto della volontà popolare (che, è bene chiarirlo, in questo caso non c’entra nulla con processi, condanne e odore di mafia) quindi l’idea di Paese di Matteo Renzi coincide con la visione di molti, moltissimi elettori. Certo c’è anche quella fetta (immensa) di non votanti ma strumentalizzare gli astenuti per scolorire il vincitore è autolesionismo puro: chi non vota non crede nella politica, quella che va da Renzi a Grillo. Ci fa bene ricordarcelo. Forza Italia non è sparita: le percentuali sono basse ma se sommate al NCD di Alfano rivelano che quel blocco (perché io continuo a credere che il ricongiungimento sia solo una questione di tempi giusti che presto o tardi verranno) esiste e tiene. Il M5S scende: sembra una sconfitta ma hanno perso i toni più che le idee e l’immobilismo politico ovviamente prima o poi si paga. Chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia e se pure urla è tanto peggio. La lista Tsipras (oscurata e geneticamente repressa come succede spesso a sinistra) ha superato il quorum, è una bella notizia sì ma sulla campagna elettorale di questa sinistra italiana ci converrà fare un’analisi lucida e sincera: nei prossimi giorni, a bocce ferme, sarebbe meglio dirsi tutto. Io dirò. La Lega sopravvive perché lo zoccolo duro ha trovato nutrimento nelle salvinate di Salvini e nel No Euro urlato come un mantra. Sono felice che alcuni civatiani andranno in Europa anche se il successo personale di Renzi recinta ancora di più in un angolo silenzioso quella parte del PD che sento più vicina.

Ora? Ora c’è tutto lo spazio per le riforme e Renzi è stato legittimato, la lista tsipras dovrebbe diventare adulta e farsi soggetto nazionale e non credo ci riuscirà senza uno scossone vero. Ora forse è il caso di non stare più solo a guardare.

Pronto per il via, Marcello

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decreto n. 11923

consegna di un cittadino italiano alle autorità italiane

il presidente della Repubblica

vista la costituzione

visto il trattato firmato a Beirut tra la Repubblica Libanese e la Repubblica italiana il 10/7/1970 e reso esecutivo con il decreto n. 3257 del 17/5/1972, sopratutto l’art. 16 (comma 2),

Visto il codice penale Libanese soprattutto gli artt. /35/ e 335/219,

Visto la pratica di estradizione ricevuta dalle autorità italiane tramite il Ministero degli Esteri Libanesi sotto il n. 4008/2 del 7/5/2014 e 10/5/2014,

visto il rapporto della Procura Generale di Cassazione n. 2507/A del 15/5/2014,

In base alla proposta del ministro della giustizia,

SI DECIDE QUANTO SEGUE

Art. 1: Si consegna alle autorità Italiane il cittadino italiano

Marcello Alfredo DELL’UTRI, ricercato in base alla sentenza emessa contro di lui nel tribunale di cassazione della città di Palermo n. 1352/2013 del 25/3/2013 e il mandato di arresto n. / N.148/14RG/ del 8/4/2014 emessa dal tribunale di cassazione di palermo per il reato formazione di una associazione di malviventi.

Articolo 2: si pubblica questo decreto dove serve

emesso dal

Presidente della Repubblica Firmato Michel SOLEIMAN

Il Primo Ministro

Firmato Tammam SALAM

IL Minustro della Giustizia

Ashraf RIFI

Baabda il 23 Maggio 2014

La farsa legalitaria su EXPO

expo-tangenti-634x396Mi segnalano un’intervista a Ivan Cicconi, già direttore di Itaca (Associazione nazionale per l’Innovazione e la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale) e membro del fantomatico Comitato regionale per la trasparenza istituito da Regione Lombardia nel 2013, presieduto dal generale delle fiamme gialle Mario Forchetti. Ivan Cicconi si occupa di appalti pubblici da una vita e la sua nomina era stata accolta con ottimismo ma le sue conclusioni dovrebbero scatenare un terremoto:

Ingegnere, perché “cancellarsi” dal sito di Expo

Perché non solo non abbiamo mai potuto visionare i documenti, ma perché non abbiamo mai avuto alcuna possibilità di interloquire con la Expo. Nonostante le sollecitazioni provenienti da Maroni (che scrive personalmente a Giuseppe Sala il 30 luglio 2013, caldeggiando una collaborazione, ndr).

Eppure, già nella vostra relazione di gennaio scorso segnalavate alcune anomalie…

Avevamo sottolineato numerose criticità nella filiera delle sub contrattazioni.

Quindi non è sorpreso dalle presunte tangenti chieste dalla “cupola degli affari” di Frigerio-Grillo-Greganti per gli appalti di Expo?

Sono sorpreso dai nomi degli arrestati, non dal fatto in sé. Le condizioni perché si verificassero le ruberie c’erano tutte. Capita quando si decide di derogare a 80 articoli delle normative sugli appalti… Inoltre, sono stupito che si parli di tangenti solo di tre o quattro appalti di Expo… e non si affronti mai il nodo di quei  120 contratti affidati da Expo tramite trattiva privata. Circa il 95% dei contratti non ha avuto alcuna gara! Sarebbe interessante vederci chiaro.

Oltre a Expo, la “cupola” era molto attiva nella sanità lombarda. In questo settore avete avuto più fortuna con le vostre indagini?

Sulle sistema degli appalti nelle Asl abbiamo sottolineato numerose criticità.

Ce ne dica tre.

L’uso abnorme delle proroghe per i contratti in essere; l’uso improprio di alcune tipologie di contratti; l’organizzazione complessiva della struttura multilivello degli acquisti, a partire da Arca.

Arca è l’agenzia cui, dopo lo scandalo tangenti, Maroni intende delegare tutti gli acquisti delle Asl: è in grado di svolgere un tale ruolo?

Assolutamente no. Oggi effettua il 15% degli acquisti con molte difficoltà, è francamente impensabile che accentri su di sé ogni contratto.

Detta così è l’intero sistema che non funziona!

Sì, direi che non ha funzionato nulla.

EXPO ormai è una farsa, una commedia. Gli appalti sono le coordinate di una sconfitta collettiva.