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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

SEL: domani noi votiamo Rodotà

Bene:

“Abbiamo appoggiato una candidatura eccellente come quella di Rodotà ed il PD ha detto di NO.

Abbiamo votato Romano Prodi, la candidatura migliore tra quelle proposte dal PD, e cento franchi tiratori democratici l’hanno impallinato

Non solo, in maniera meschina almeno 50 di loro hanno votato Rodotà per far ricadere i dubbi sui parlamentari di SEL.

Ma noi abbiamo siglato le nostre schede con “R.Prodi” ed abbiamo dimostrato che siamo persone serie ed affidabili.

Adesso però BASTA.

Se vogliono fare il Congresso del PD lo facciano pure senza di noi e ci dicano quando hanno finito, SEL da domani se non c’è più Prodi vota nuovamente RODOTA””.

Nichi Vendola

Io voglio essere ripetitivo

Non è un errore di battitura. Proprio voglio essere ripetitivo e chiedermi perché non convergere ora su Rodotà, Prodi ha funzionato molto meno di come avrebbe potuto funzionare, portare Prodi al quinto scrutinio sarebbe incomprensibile e scadere in D’Alema o dalemini sarebbe la fine del centrosinistra. Si voti Rodotà, su, poi si dice “scusate abbiamo bighellonato  ora basta” e poi i dirigenti di questa farsa si facciano da parte. Su.

L’onestà secondo Salvuccio Riina

940102-figlio_rddPerò è stato in galera… «Ma l’onestà con la galera non c’entra niente. In galera ci puoi finire per tanti motivi… Non dico di essere colpevole o innocente, basti sapere che mi hanno condannato e ho scontato il carcere fino all’ultimo».

Anche il sindaco di Corleone dice che non è più il benvenuto… «La politica purtroppo, invece di fare il bene dei cittadini, fa campagna elettorale. Se rappresenti lo Stato, dovresti almeno fidarti del fatto che lo Stato sia in grado di vigilare sulle persone sottoposte a sorveglianza speciale…».

Cos’è per lei lo Stato? «Credo nello Stato italiano. Poi, posso non condividere alcune delle leggi, ma l’importante è che le rispetto. Non mi riconosco invece in alcun partito politico e quindi non voto ».

Non le è mai pesato il cognome che porta? «Non ho mai avvertito il mio cognome come un peso, anche se a volte, quando mi sento tutti gli occhi puntati addosso, mi chiedo se potrò mai avere una vita normale… Ma voglio che sia chiaro: per me è un orgoglio chiamarmi Riina. È un cognome che mi è stato dato da due genitori capaci di insegnarmi tante cose: i valori, la morale. Io sono onorato di essere figlio di Totò Riina e Antonietta Bagarella».

Prodi

Ora dicono Prodi. Ma l’applauso di cui si dice è l’applauso liberatorio di una riparazione dopo il disastro: non scambiamo il sollievo per giubilo, per favore.

Rimane addosso la brutta sensazione che si prova quando la curiosità legittima non viene soddisfatta: qualcuno che chiaramente ci dica perché no a Rodotà. Senza problemi, senza alambicchi: se è un strategia politica che ce la spieghino, con coerenza. Perché la “piazza” è ancora lì che aspetta di sapere cosa è cambiato e perché, quale evoluzione e per chi.

(Ah, l’augurio ovviamente è caduto nel vuoto.)

Il parassita e le imprese

Oggi va letto Bernardo Luraschi perché, mentre in Parlamento ci si attorciglia intorno all’elezione del Presidente della Repubblica, qui fuori le imprese chiudono, si scollano e aspettano qualche risposta:

In Italia ci sono quattro milioni d’imprese che non producono più utili tali da giustificare l’attività imprenditoriale, nonostante questo non chiudono continuano a lavorare per non creare crisi sociale e licenziare dipendenti che conoscono da una vita, in quel lavoro c’è la loro dignità di cittadini e pur con enormi sacrifici continuano a resistere.

Questi imprenditori, commercianti e professionisti, questi borghesi, cosa hanno da spartire con i capitalisti?  Ormai nulla, in tutto il mondo si è creata una frattura netta tra la finanza e le imprese quotate in borsa da una parte e le piccole e medie imprese dall’altra. In questo senso è evidente che sia per il piccolo imprenditore che per il suo dipendente, il nemico di classe è la finanza che non fa credito, che ritira i fidi o lo stato che non onora i debiti e non mantiene i patti per finire con la grande industri che sfrutta nell’indotto.

Questa è la realtà che si è creata in un mondo in cui il denaro è una pura rappresentazione del valore delle cose, che non ha più reale contropartita in un valore di garanzia (parità con l’oro).

Ad esempio, in ragione dell’onorabilità di una scrittura contabile che ha creato valuta conseguentemente all’attivazione di un fido, si procede al sequestro dei beni materiali necessari all’attività produttiva di un’azienda, causandone il fallimento, che renderà impossibile onorare qualsiasi altro debito pregresso o aprire altre linee di credito.

In natura, un parassita che causa la morte del proprio ospite è destinato all’estinzione e questo sarà il destino dell’attuale finanza, il guaio è che insieme al parassita si estingue anche l’ospite, per questo è vitale che tutti noi prendiamo coscienza della pericolosità del momento e che lottiamo insieme per arginare questa follia generale.

Mi auguro

Che gli amici democratici del PD (in tutte le sue innumerevoli correnti) non lancino Prodi solo per non “dare la soddisfazione” di convergere su Rodotà temendo di perdere la faccia. La sensazione è che oggi “Rodotà” significhi per qualcuno dei dirigenti del PD “cedere alla piazza” senza sapere che “cedere alla piazza” è la più bella virtù di un partito democratico davvero.

Se invece davvero qualcuno pensa a D’Alema, beh, allora stiamo parlando d’altro.

SEL secondo Monica

La minuscola SEL, che le profezie volevano fagocitata dalla coalizione col PD; dileggiata perchè si dava per scontato che avrebbe rinunciato al proprio programma pur di sedere sui banchi del Parlamento; accusata dalla sinistra di aver spaccato l’unità a sinistra per buttarsi al centro (leggenda urbana pari solo a quella che vuole Bertinotti colpevole di aver fatto cadere Prodi).
Questa piccola grande SEL è l’unico barlume di sinistra che rimane in piedi.
E mi auguro sia destinata a raccogliere e rimettere insieme pazientemente i cocci di un’identità frantumata. Un’eredità pesantissima, dolorosa e appassionante perchè, comunque vada, non c’è idea di sinistra che esca dalle macerie del PD (al massimo una manciata di giovani turchi volenterosi). Non è sinistra quella che con buona parte della Prima Repubblica si afferra al potere al prezzo di perpetuare, anzi, perpetrare Berlusconi. Non lo è l’alternativa di Renzi, per il quale l’articolo 18 è tabù almeno quanto per Confidustria. Mentre la proposta di Barca poteva essere tutto, non fosse stato per quel tempismo da legge di Murphy.
SEL un programma di sinistra ce l’ha, intatto.
Una dignità di sinistra l’ha conservata e dimostrata, votando compatta Rodotà, sfilandosi con coraggio da una coalizione che non rappresenta più da un pezzo i propri votanti (e nemmeno sé stessa, in buona parte).
Lo scrive Monica Bedana su Resistenza Internazionale e in queste ore è il pensiero di molti dei nostri militanti. Se ora riusciamo a raddrizzare la barra della votazioni di un Presidente all’altezza del cambiamento (dopo avere tenuta diritta la nostra, di barra) il nostro dovere l’abbiamo compiuto. Con serenità e contenuti. Prima di andare in mare aperto.

Un’ultima cosa prima del voto

Se il PD vota Marini la coalizione PD-SEL “Italia bene comune” è defunta, eh. Ovvio, vero? Perché non si affonda per solidarietà politica nelle scelte ingiustificabili. Mai.