Vai al contenuto

Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

La scuola perduta di Sandro Pertini

Trovate le  differenze.

Una scuola aperta quindi ai problemi ed ai bisogni della società, integrato con quell’altro essenziale organismo naturale che è la famiglia, sensibile a tutte le istanze di vita e di sviluppo che nascono dalla collettività.

Tradurre tutto ciò in strutture efficienti, disporre di ampiezza di mezzi per consentire un loro costante miglioramento, curare la preparazione e la qualificazione dei docenti, incrementare la ricerca scientifica, incoraggiare e assecondare con intelligente opera di selezione quel che di più prezioso reca con sé la gioventù: l’entusiasmo, l’amore e il progresso nelle conoscenze; questo é il grande, esaltante impegno quotidiano della scuola.

Per realizzare questi obiettivi per nulla ambiziosi ma confacenti a una moderna concezione della società, dinnanzi alle carenze che pure osserviamo presenti nel mondo della scuola occorre cooperazione assidua, intese valide e costanti da promuovere ai livelli decisionali, disponibilità, dedizione, altruismo nei docenti e negli allievi. Sono queste le condizioni perché nel nostro paese fiorisca una scuola che sia degna del nome, animata da alta idealità, ispirata dalla chiara coscienza dell’ ineguagliabile funzione sociale che assolve.

Io so che nei giovani queste parole suonano non come speranze irrealizzabili, non come sogni ambiziosi e vani, ma come concreto e sano bisogno vitale: non disperdiamo queste energie, non deludiamo queste attese. A ciascuno il suo impegno, ad ognuno di noi la sua parte di responsabilita’ per far si’ che dal miglioramento della nostra societa’ di cui, in questi difficili anni, sentiamo estrema necessita’.

Questo è l’ augurio che formulo di tutto cuore in questo giorno per gli alunni, per gli studenti, per i giovani che ritornano allo studio, per gli insegnanti, per i docenti e per tutti coloro che dedicano la loro opera alla scuola.

(Sandro Pertini, 14 settembre 1982)

Ci riprovano: a Ponteranica (BG) rimuovono (ancora) Peppino Impastato

A Ponteranica avevano già provato a rimuovere la targa dedicata a Peppino Impastato presso la biblioteca comunale. Poi, le voci di protesta hanno prodotto un giusto ripensamento. Ora ci riprovano. Ecco la mail che mi manda un amico:

Da Ponteranica

Solo oggi gli abitanti di Ponteranica sono stati avvisati che MARTEDI’ prossimo 5 GIUGNO la biblioteca che era intitolata a Peppino Impastato verrà intitolata a padre Baggi. Il sindaco, vigliacco dal primo giorno, conclude con un’ultima porcata pubblicizzando la “cerimonia” pochi giorni prima e  proprio la mattina di un giorno feriale con scuole e attività lavorative aperte con l’intento evidente di evitare partecipate contestazioni. MOBILITIAMO TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!! ASSOCIAZIONI, SINDACATI, PARTITI, SOCIETA’ CIVILE

Restiamo vigili.

Cos’è davvero importante (in Lombardia)

Terremoti, disoccupazione, l’economia lombarda e le difficoltà dell’Europa. E anche il consigliere PDL Vanni Ligasacchi scrive a deputati e senatori:

Ho appreso in questi giorni che il Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare ha presentato un emendamento (DRP 27.04) inserendo al suo interno un articolo aggiuntivo dal titolo “Modifiche alla legge 157/1992 recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. L’articolo citato porterebbe la modifica dell’art. 19 bis della 1.157/92 sull ‘esercizio venatorio, escludendo completamente il MIPAAF da ogni intervento nell’applicazione delle direttive comunitarie, in netto contrasto con la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 16/2012, con lo spiacevole risultato di impedire in futuro la possibilità di una corretta gestione delle deroghe in materia di caccia cancellando il ricorso agli Osservatori regionali. Confido nella tua collaborazione in modo che venga scongiurato il rischio di tali inopportune modifiche.

L’occasione persa (ma possibile) sulla commissione d’inchiesta per il ‘sistema Sesto’

La scrivo in due righe tanto produrrà lo stesso rumore. La maggioranza in Regione Lombardia (ovvero Lega e PDL unite dal terrore di esistere ormai solo qui dentro) ha deciso di istituire una commissione d’inchiesta sul “Sistema Sesto” dopo le note vicende che hanno coinvolto Filippo Penati. Chiriamoci subito: la commissione è inutile. Inutile nel senso letterale del termine perché non può indagare e analizzare gli atti che vengono contestati dalla magistratura che non sono di competenza regionale. L’istituzione della commissione è una banalissima speculazione politica (meglio degli immigrati e i terroni, almeno) per rispondere all’istituzione delle commissioni d’inchiesta sul San Raffaele e sulle vicende di Cappella Cantone e l’ex vicepresidente del Consiglio Regionale Nicoli Cristiani. Banalizzando si potrebbe dire che è un goffissimo eccesso di difesa di una maggioranza sotto assedio.

Questo il riassunto delle puntate precedenti, ora veniamo ad oggi (in realtà ieri, quando si è insediata la commissione). Ho già scritto il mio pensiero sulla vicenda Penati (qui, qui in risposta a Pippo e qui proprio all’inizio della storia) e mi capita di risponderne spesso durante gli incontri in Lombardia. Non mi è mai piaciuta la politica che non riesce a pensarsi non sistematica e non sistemistica in una rete di rapporti dediti alla speculazione. Al di là delle vicende giudiziarie mi sembra poco opportuno, ecco tutto. Però l’istituzione di questa commissione d’inchiesta (e di cartapesta) è (o era) una grande occasione per il centrosinistra lombardo. Perché la presidenza è della minoranza (quindi del centrosinistra, appunto) e lascia un ampio spazio di comunicazione per raccontare che forse sì, concettualmente si è presa una piega di intenti che deve aprire delle riflessioni. E sarebbe stato il centrosinistra che in molti chiedono che ha la voglia e la forza di riconoscere i propri errori e di raccontarsi per dimostrarsi serio nel ripensarsi. Insomma un’assemblea pubblica e civilissima che speculerebbe sulla speculazione del centrodestra facendo sbocciare tra il nostro popolo una riflessione aperta, convinta e perché no convincente. Niente autodafé, per carità, ma un riconoscere i propri eventuali errori.

Una bella occasione, insomma.

Bene. Per la minoranza è stata eletta Elisabetta Fatuzzo, rappresentante in Regione del Partito dei Pensionati. Il Partito dei Pensionati nella scorsa legislatura era alleato del centrodestra. Per dire.

#no2giugno il senso oltre l’emergenza

Ne scrivevo ieri su Il Fatto Quotidiano: la riflessione sulla parata del 2 giugno e sul segnale che si è richiesto a gran voce ieri e in queste ore ha orizzonti più lunghi. Sappiamo benissimo che l’organizzazione è completata e, inevitabilmente, i soldi tutti spesi (o almeno una gran parte) ma la richiesta di un segnale (che sia sulla parata, sugli acquisti militari o qualsiasi altra cosa) è legittima, democratica e non ha niente a che vedere con l’antipolitica. È ultra politica: desiderio amplificato a cui si è costretti a rispondere. E quindi può fare solo bene. E forse ha ragione Gramellini quando chiede di sfruttare il momento per provare ad aprire la riflessione:

La domanda che la coincidenza fra celebrazione e tragedia riporta alla ribalta è un’altra: nel 2012 ha ancora senso festeggiare la Repubblica con un rito così poco sentito dalla maggioranza dei cittadini? Ogni comunità ha bisogno di riti e di simboli. Ma sono le religioni che li mantengono inalterati nei secoli. Non gli Stati. Non tutti, almeno. Penso sommessamente che quest’anno il 2 giugno si onori di più la Repubblica andando fra i terremotati che fra i carri armati.

20120530-112056.jpg

Non volevano Ambrosoli nelle stanze del Pirellone

Ricordate? In Regione Lombardia si era riusciti a ricordare la storia dell’avvocato Giorgio Ambrosoli ucciso per mano mafiosa (si badi bene, a Milano) senza invitare il figlio Umberto. Qualcuno qui dentro aveva ritenuto inopportune le sue opinioni sull’indagine a carico dell’ex presidente del Consiglio Regionale Davide Boni. Avevano ricordato la schiena dritta del padre rifiutando le opinioni del figlio: roba da trapezisti dell’etica a proprio uso e consumo.

E poiché la memoria va difesa e, con tutti questi dormienti, viene la voglia anche di imporla oggi Umberto Ambrosoli sarà al Pirellone nostro ospite alle 18 presso la Sala Gonfalone del Palazzo Pirelli. Con me e lui ci sarà anche Biagio Simonetta, autore del libro Faide: uno di quei calabresi informati e informatori che qui in Lombardia ci servono come l’aria.

Parleremo del libro L’INNOCENZA DI GIULIO e, soprattutto, degli Andreotti e gli andeottismi di oggi. Di buona politica e cittadinanza, insomma.

20120530-110130.jpg

#nonmifermo Meno CIE più cooperazione

Ne scrive Claudio sul sito di Non Mi Fermo: le proposte dell’ultima agorà a Bergamo aprono un angolo diverso sul tema dell’integrazione e dell’antirazzismo in una Regione che su questo tema ha inseguito il centrodestra piuttosto che pronunciarsi con forza sui propri stili e sulla propria storia.

Una proposta molto concreta è giunta durante il suo prezioso intervento di apertura da Luciano Scagliotti, già Presidente Enar ed esperto di razzismo. L’assunto è molto semplice. Se da una lato è indispensabile che non esistano diritti diversi o differenziati a seconda della provenienza di una persona; dall’altro, per prevenire ogni forma di discriminazione razziale, essa dovrebbe essere contrastata “ex ante”, ovvero già in fase di elaborazione normativa.

La proposta è dunque quella di istituire – sia a livello locale che nazionale – commissioni interne alle istituzioni (ovvero, senza alcun costo aggiuntivo per le stesse) con il compito di valutare i possibili impatti di leggi, ordinanze o disposizioni in termini di discriminazione su immigrati e minoranze.

Così come esiste in molti casi l’obbligo di valutazione d’impatto ambientale, la stessa cosa può essere fatta in una prospettiva anti-discriminatoria affinché siano tutelati i principi d’uguaglianza e i diritti inviolabili della persona, per altro come già espresso così bene nella nostra Costituzione.

Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,economica e sociale.

Il manifesto politico figlio della giornata è nel post di Claudio Bellinzona.

La criminalità è organizzata, e noi no

La DIA ha tutta l’aria di subire un sistematico e interessato smantellamento. Anche se la cosa sembra poco interessante. Marco ne parla con le cifre alla mano:

Sciogliere la Dia a vent’anni dalla sua nascita e dalla morte di Falcone sarebbe troppo anche per questa classe politica: molto meglio svuotarla giorno dopo giorno, per non dare nell’occhio. “Vogliono toglierci la nostra specificità”, denuncia un ispettore, “che ancor oggi ci consente di fare indagini in completa autonomia dalla politica, e che ci rende “pericolosi” e poco “gestibili”. Fanno di tutto per affossarci: prima i continui tagli di fondi e mezzi, poi il trasferimento insieme alla Criminalpol in una zona periferica di Roma, infine l’uso del turnover per riempirci di personale sempre meno qualificato e più raccomandato. Eppure, nonostante le mortificazioni, abbiamo mantenuto un livello di preparazione e di indipendenza altissimo. E forse è proprio questo il “problema””. 

Il bilancio di vent’anni di Dia parla chiaro: 12 miliardi di euro i beni sequestrati a Cosa Nostra, camorra, ‘ndrangheta e Sacra Corona Unita, 2 miliardi quelli confiscati, 9 mila ordinanze di custodia cautelare dal 1992 al 2012. Sei mesi fa, dopo le denunce dei sindacati di polizia e del Cocer dell’Arma, gli ispettori Dia hanno scritto all’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni: “Abbiamo il dovere morale di denunciare l’ennesimo tentativo di depauperare la Dia, fortemente voluta da Falcone, attentando così alle sue idee”. Ma, come hanno dichiarato al sito linkiesta.it, non hanno mai ricevuto uno straccio di risposta: “Né da Maroni, né dal capo della Polizia”. Fli ha presentato una proposta di legge per rifinanziare la Dia secondo le sue esigenze, ma nessun altro gruppo parlamentare s’è finora associato. 

Così, proprio mentre occorrerebbero detective esperti e professionali per fare luce sul rinascente stragismo e si avvicina come non mai la verità sulle trattative Stato-mafia partite dopo la strage di Capaci e forse tuttoggi in corso, lo Stato rinuncia al suo apparato investigativo e repressivo più efficace e collaudato. Il tutto mentre le Procure impegnate in indagini su mafia e politica denunciano difficoltà sempre maggiori nel trovare investigatori disposti a rischiare la carriera pestando i piedi a questo o quel potentato.

Il resto qui.

Sciacalli (politici) tra le macerie

Mentre tutti gli italiani sono concentrati sul dramma del terremoto in Emilia, e nonostante la recente bocciatura del Ministro Severino, zitto zitto il Pdlripresenta in parlamento l’emendamento “salva-Ruby“, roba di pochi minuti fa, modifica ad personam perfetta per “vanificare il processo milanese a carico di Silvio Berlusconi“, ancora una volta.
+++ martedì 29 maggio 2012 – ore 14:54 +++
CORRUZIONE: PDL RIPRESENTA EMENDAMENTO SISTO ‘ANTI-RUBY’ (ANSA) – ROMA, 29 MAG – Il Pdl ripresenta al ddl Anticorruzione l’emendamento ribattezzato ‘Anti-Ruby’ che potrebbe vanificare il processo milanese a carico di Berlusconi. La proposta di modifica, firmata da Francesco Paolo Sisto, invece di prevedere che il reato della concussione scatti in caso di scambio di «denaro o altra utilità» dà una scelta: ci potrebbe essere concussione o in caso di ‘utilità patrimoniale’ o di ‘vantaggio patrimoniale’.
(grazie a nonleggerlo)