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Politica

I temi e le news della politica in Lombardia e in Italia. L’attività politica di Giulio Cavalli in consiglio regionale della Lombardia.

Acqua pubblica. Non è cambiato niente

Il secondo quesito referendario ha abrogato un solo comma del decreto legislativo 152/06, quello che prevedeva tra le componenti della tariffa corrisposta per l’erogazione dell’acqua anche “l’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. Sull’acqua non bisognava fare profitto, fu spiegato. Uno dei problemi è che il contenuto del comma abrogato è riportato identico all’art. 117 del Testo Unico sugli Enti Locali, il DLgs. 267/00, proprio quando si parla di calcolo delle tariffe. E anche per questo motivo, sette mesi dopo i referendum sull’acqua, non è ancora cambiato niente. Trovate tutto qui.

Una sentenza che affossa la clandestinità

Succede a Pavia. Il Giudice nel proprio dispositivo e nei motivi contestuali ha assolto l`imputato ‘perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato`, richiamando la citata sentenza della Corte di Giustizia Europea del 28 aprile 2011. Ad oggi, seppur il reato di clandestinità ex art. 10 bis TU immigrazione purtroppo permanga, i cittadini di Paesi terzi, liberi, non incorreranno più nel rischio di essere condannati alla sanzione penale della reclusione e privati della propria libertà personale per il semplice fatto di non aver ottemperato, nei termini, ad un ordine amministrativo di allontanamento, emesso dal Questore. […] Rimane, tuttavia, il sentore che, anche ai cittadini stranieri regolari, dimoranti nelle nostre città, sebbene non colpiti da alcuna misura restrittiva, venga attribuito comunque lo status ed il trattamento riservato al clandestino, posto che giornalmente si scontrano con realtà rigide e diffidenti, e lottino, insieme a chi crede nelle loro battaglie, contro poteri istituzionali che ad oggi hanno manifestato disinteresse, o peggio ancora, pregiudizialità e discrezionalità nell`adozione dei provvedimenti, violando i supremi principi sanciti dalla nostra carta costituzionale. Su Terre Libere l’articolo completo.

Non è Scampia ma Piacenza

E i voti si comprano e si vendonoStesso angolo, stessa storia. Due uomini italiani, sempre gli stessi, che incontrano i sudamericani dopo il voto e scambiano qualcosa. Nonostante i partiti del centrosinistra non si sbottonino – anche se si sono espressi tutti con parole di condanna – i muri della città di Piacenza hanno già un colpevole: l’Italia dei valori. “Idv uguale mafia” recita un graffito apparso questa mattina nella centralissima viale Risorgimento. “Idv vergogna” e soprattutto “un voto per Raggi uguale 5 euro”. E proprio sul candidato dell’Idv, Samuele Raggi, si sta scatenando una bufera che sembra avere poco a che fare con le nuove geometrie politiche in vista delle elezioni. Dopo l’ammissione del segretario del Pd che “qualcosa è andato storto” e quello di Rifondazione, Roberto Montanari, che ipotizza la presenza di“criminalità organizzata” nel reclutamento dei sudamericani, a seggi chiusi si è cercato di tirare le somme e prima dello scrutinio è stata convocata d’urgenza una riunione del centrosinistra. Lo scrive Il Fatto Quotidiano.

Cosa ci dicono i rimpianti

Bronnie Ware è un’infermiera australiana che ha trascorso diversi anni in un reparto di cure palliative, occupandosi di pazienti con appena tre mesi di vita davanti. Ha registrato le confessioni in punto di morte in un blog chiamato Inspiration and Chai, che ha ricevuto così tanti contatti da spingerla a riportare le sue osservazioni in un libro intitolato: “I cinque principali rimpianti del morente”, dove racconta dell’impressionante chiarezza di visione che le persone manifestano alla fine della loro vita e di come sia possibile che anche noi impariamo dalle loro consapevolezze. “Quando vengono interpellati a proposito dei propri rimpianti o di quello che avrebbero voluto fare in modo diverso” – dice Ware – “ci sono temi comuni che ritornano”. Eccoli tradotti da Michela Murgia. Il punto 5 è avrei voluto permettere a me stesso di essere felice.

Pedemontana, TEM, BreBeMi e i soldi che mancano

Per la Pedemontana non ci sono i soldi, lo dicono gli industriali (famosi faziosi comunisti qui in Lombardia, secondo Formigoni) rileggendo con attenzione i dati dell’Osservatorio sulle Infrastrutture. Ricordo che quando mi capitò di dirlo in occasioni pubbliche (ultimamente abbastanza spesso) gli sguardi attoniti dei professoroni di cose lombarde mi accusavano di disfattismo. Il punto è che qui le infrastrutture si ha l’urgenza di iniziarle per dare il via al banchetto dei soliti noti e concluderle è un aspetto secondario. Le ultime inchieste giudiziarie ci raccontano perfettamente come gli interessi (di più quelli illeciti) operano nella fase iniziale, nuotano tra l’iter di autorizzazione e l’assestamento su appalti e subappalti. La prossima volta che vi chiedono perché le infrastrutture di faraonica memoria formigoniana dovrebbero essere inutili provate a parlare della calma sospetta con cui (non) vengono portate a termine. Avete mai visto qualcuno indugiare sul necessario?
Le uniche infrastrutture che vorticosamente si attivano sono quelle che oscenamente si muovono dietro le quinte; e per disarticolarle non basta arrestare un Nicoli Cristiani, serve un altro modo. E a noi chiedono di farsene carico senza patetiche imitazioni.

Crescita! Crescita!

Si dice che una classe dirigente, un governo – una guida – è l’espressione di una cultura popolare. Ma un popolo non cresce solo con se stesso, senza una guida credibile. Il nostro paese ha un passato di terra divisa, spartita tra signori, papi, re e reucci, una dittatura fascista che l’ha portato alla rovina e alla tragedia, cinquant’anni di dominio democristiano all’insegna del bizantinismo e della falsità, dove per comunicare una cosa si affermava il suo contrario, quindici anni di un grottesco sultanato nel quale è stata esaltata la disonestà, la condotta mafiosa, il vilipendio della Costituzione nata da una dura guerra di liberazione. Oggi un popolo storicamente educato da secoli di esempi negativi, che non ha avuto la possibilità di creare un’idea di stato e di comunità, assiste per l’ennesima volta alle performance di una casta di potere blindata nel suo privilegio che si permette di decidere sulla lunghezza della vita lavorativa altrui. Si obietta che riducendo lo stipendio, il rimborso spese, il vitalizio dei parlamentari (realmente, non il gossip mediatico su 1.300 euro lordi) non si coprirebbe certo il mostruoso buco in bilancio. E quindi si continua così, con una casta che mentre favorisce se stessa e la propria intoccabilità impone sacrifici pesanti agli altri in nome della crescita. Di fatto col suo esempio dice, con parole apparentemente contrarie che evocano “rigore” ed “equità”: invidiateci, imitateci, imparate a fare i furbi, a disprezzare il vostro prossimo, a calpestare i deboli e a nutrire i ricchi. Noi siamo eterni, il nostro avvenire è fuori discussione, ma abbiamo l’idea fissa di favorire i licenziamenti facili, perché i diritti altrui sono merce di scambio, sono polvere. I nostri invece sono sacri. Il capo di un governo composto da superbaroni universitari inamovibili, che viaggiano da un incarico all’altro, si presenta per l’ennesima volta in televisione dove, con stile salottiero, definisce “monotono” il lavoro fisso, annuncia che i giovani devono abituarsi a cambiare, perché il posto fisso possono scordarselo. Come se parlasse ai rampolli privilegiati della sua personale élite, mentre sta umiliando chi il lavoro non solo non può cambiarlo, ma neanche trovarlo, anche a costo di appellarsi alla Madonna di San Luca per tutta la vita. Questo è l’esempio per il paese, l’esempio per la crescita. Questa è la guida.Una guida indegna di questo nome, guida al nichilismo e all’egoismo. Guida di uomini di paglia, di uomini di niente. (Maurizio Baldrati per Nazione Indiana)

Per una seria Agenda Digitale

Ricevo e inoltro.

In pochissimi mesi siamo stati in grado di ottenere vittorie prima impensabili:

  1. La vittoria contro il regolamento censura dell’Agcom sul diritto d’autore, che siamo riusciti a bloccare nonostante le pressioni dei monopolisti dell’informazione (Mediaset, Rai) e le grandi multinazionali dell’intrattenimento. Siamo riusciti ad organizzare una storica “Notte della Rete” (qui i videoqui la pagina) che ha fatto fare un passo indietro all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Grazie alla mobilitazione di artisti, premi nobel, giornalisti e politici di ogni schieramento.
  2. Abbiamo vinto una storica class action (una denuncia collettiva) che per la prima volta ha sancito che i cittadini hanno dei diritti digitali che le pubbliche amministrazioni devono rispettare. Storica per l’innovazione che impone al paese e perchè è la seconda class action di sempre vinta in Italia, grazie al nostro formidabile team di legali (qui per maggiori info)
  3. La vittoria contro il comma ammazza blog e ammazza Wikipedia, eliminato dalla legge sulle intercettazioni, prima che l’intero testo implodesse sotto la caduta del Governo Berlusconi (alcuni video e articoli).

Non male per pochi mesi di lavoro e pochissime risorse a disposizione. Vogliamo fare sempre di più. Ma abbiamo bisogno di un tuo impegno in prima persona al link www.agoradigitale.org/campagna-iscrizioni-2012

Con il tuo sostegno renderai possibili le iniziative che abbiamo in cantiere per i prossimi mesi, tra cui le piu’ importanti

  • Innanzitutto dobbiamo scongiurare le prossime minacce all’internet libera. A partire dal trattato ACTA , negoziato segretamente, e che rischia di impedire l’accesso ai farmaci e alle sementi dei paesi in via di sviluppo e di mettere un nuovo bavaglio ad Internet. Entro l’estate arriverà al parlamento europeo. E dalla probabile riproposizione di un regolamento da parte dell’Agcom. Dobbiamo fermare entrambi.
  • Vogliamo ottenere una vera Agenda Digitale che possa non solo costruire le infrastutture digitali di cui abbiamo bisogno, ma anche liberare l’innovazione in Italia. Nei prossimi mesi, con la collaborazione di associazioni, imprenditori, consumatori ed esperti vogliamo sottoporre a parlamentari e governo proposte per fare dell’Internet Aperta un volano di sviluppo e innovazione.
  • Saremo in prima linea per fare della trasparenza e dei dati aperti due elementi rivoluzionari per l’Italia. Abbiamo lanciato la prima Scuola di Open Data Journalism, per aiutare il giornalismo italiano a supportare questa svolta, ma grazie al vostro apporto possiamo continuare a rendere piu’ aperto il funzionamento di istituzioni e pubblica amministrazione.

L’Italia che vorreste assomiglia a questa? Non c’e’ nessuna magia per ottenerla. Solo il vostro supporto puo’ far si’ che cio’ si avveri: www.agoradigitale.org/campagna-iscrizioni-2012

Perchè darci un contributo? Agorà Digitale non riceve alcun 8×1000 nè finanziamento pubblico ai partiti, nè contributo all’editoria. Ne’ alcuna multinazionale o grossa industria ci finanzia. Tutti i soldi dell’associazione vengono solo ed esclusivamente dal supporto che fino ad ora avete voluto darci. E’ dal tuo sostegno che dipende la nostra possibilità di continuare ad essere un soggetto forte ed indipendente:www.agoradigitale.org/campagna-iscrizioni-2012

Ci contiamo davvero. Per il tuo diritto all’informazione. Per una innovazione libera. Per cambiare l’Italia anche attraverso la Rete.

Luca Nicotra
Segretario di Agorà Digitale