Sfiducia a Formigoni: cosa abbiamo detto in Aula
La nostra dichiarazione di voto per la mozione di sfiducia a Formigoni. Tanto per chiarirsi sulle nostre posizioni.
La nostra dichiarazione di voto per la mozione di sfiducia a Formigoni. Tanto per chiarirsi sulle nostre posizioni.
Che piaccia o no i ragazzi e della Rete Antimafia Provincia di Brescia in questi ultimi anni stanno facendo un lavoro straordinario. Non hanno interessi di visibilità, relazioni o altro: sono curiosi. Sono curiosi come riescono ad essere curiosi gli “scassaminchia” che si augurava Peppino Impastato e sono appuntiti come sono appuntiti quelli che vogliono porre domande senza accontentarsi delle risposte. Con pochi mezzi e la professionalità dei propri valori hanno confezionato un documentario che sarebbe bene guardare con attenzione e propagare senza moderazione. A loro tutta la mia gratitudine da cittadino lombardo.
Qui il loro comunicato stampa sulla presentazione del documentario:
Finalmente ci siamo!
Dopo poco più di un anno di intenso lavoro è giunto il momento di presentare “Sei sicuro? La piovra a Brescia”, il video-documentario riguardante le infiltrazioni della criminalità organizzata nella nostra Provincia realizzato in collaborazione con la lista di rappresentanza universitaria Studenti Per-UDU Brescia grazie al contributo dei bandi per le attività culturali degli studenti messo a disposizione dall’Università degli Studi di Brescia.
Il documentario, la cui componente tecnica è stata curata dal giornalista Fabio Abati, chiude il progetto di sensibilizzazione contro la criminalità organizzata, “La mafia a cento passi da casa nostra”, avviato lo scorso settembre insieme ai ragazzi di Studenti Per, un progetto composto, oltre che dal video che stiamo per presentare, da un ciclo di incontri svoltosi in autunno: “La mafia ieri e oggi”, con Giovanni Impastato e Fernando Scarlata, “La mafia in Lombardia”, con lo spettacolo teatrale “La pagliuzza e la trave” ed il dibattito con Benny Calasanzio Borsellino, e “L’antimafia ed i giovani”, con Salvatore Borsellino ed Emiliano Morrone.
“Sei sicuro? La piovra a Brescia” è il racconto del percorso attraverso cui un giovane bresciano prende coscienza della realtà criminale che ha infiltrato la sua Provincia.
Approfondisce il tema dei beni confiscati, quello del mondo del movimento terra, ed illustra le realtà del Lago di Garda e della Valtrompia. Tutto questo attraverso l’analisi di carte giudiziarie e le testimonianze dirette di chi queste verità le conosce molto bene: forze dell’ordine, vittime e pentiti.
“Sei sicuro? La piovra a Brescia” sarà presentato ufficialmente Mercoledì 13 Giugno alle 21.30 presso l’Aula polifunzionale del Cedisu in via Valotti 3 (dietro la Facoltà di Ingegneria), Brescia.
Signore e signori, buonanotte è un film satirico italiano del 1976 diretto a più mani.
Il tema centrale del film è una satira di una ipotetica giornata televisiva, di cui fa parte un altrettanto ipotetico tg3 (che all’epoca ancora non esisteva) che rispecchia i disastri italiani. Suddiviso in vari episodi, con il tg3 a fare da filo conduttore, è stato diretto in forma collettiva, ovvero non è stata resa nota la paternità dei singoli contributi.
Il film si iscrive nel florido filone della commedia all’italiana, in particolare si riprende il filone “cattivo” di cui fanno parte film come I mostri. Gli obiettivi della satira riguardano praticamente tutti gli aspetti della società italiana, in un momento particolarmente difficile per il nostro Paese.
Con Umberto Ambrosoli e Biagio Simonetta abbiamo riflettuto sugli andreottismi del passato, del presente e del futuro. Con una riflessione sullo stato attuale di Regione Lombardia. Qui il video:
E’ stato il maggiordomo dunque. E ‘analisi migliore è di Galatea:
Quindi alla fine, dopo mesi di sospetti e di veleni, hanno scoperto che a trafugare documenti segreti e a diffondere voci incontrollate era il maggiordomo del Papa. Il maggiordomo, capite? Insomma, sono in Vaticano. E non sono nemmeno in grado di inventarsi un complotto come Dio comanda.
E in pochi hanno notato che nessuno metta in discussione la veridicità dei contenuti, comunque.
Il momento del dolore dovrebbe essere un momento molto silenzioso in cui un Paese si stringe. Solo successivamente arrivano indagini e analisi. I tempi, invece, sono stati confusi: gli analisti avevano fretta di intervenire e dare un cappello a questa storia
Sabato mattina l’esplosione di Brindisi. La paura, la morte, un Paese intero che rivive sentimenti andati. Oggi, a tre giorni di distanza, che analisi si può fare su quanto accaduto, anche alla luce del caos mediatico… ?
Immediatamente dopo il fatto di Brindisi si è accesa una paura feroce. E si è accesa per l’età della vittima e dei feriti, e poi perché è inevitabile che la scuola abbia un valore simbolico, poiché è il luogo della formazione e delle speranze per il futuro (anche se ci sarebbe poi da aprire una discussione proprio sulla scuola, tanto bistrattata negli ultimi anni e oggi diventata improvvisamente monumento dell’Italia migliore).
Quando si accende questa paura feroce si avverte un bisogno immediato di rassicurazioni, a volte anche spettacolari. Purché immediate.Personalmente credo che questa caccia al colpevole, che cammina su ipotesi basate su poco o niente, non sia del tutto etica e rispettosa.
A mio avviso il momento del dolore dovrebbe essere un momento molto silenzioso. Un momento in cui un intero popolo, un intero Paese si stringe. Solo successivamente arriva il momento delle indagini, e ancora dopo il momento delle analisi. Mi sembra, invece, che in questo caso i tempi si siano un po’ confusi: gli analisti avevano fretta di intervenire, gli opinionisti avevano fretta di dire la loro opinione. E si è cercato di mettere il cappello a questa storia.
Lo stesso giorno dell’esplosione ho visto anche alcune manifestazioni in piazza, a cui ho partecipato, in cui anche la politica credo abbia cercato di strumentalizzare il tutto, quasi a voler rivendicare la paternità del dolore delle persone che avevano deciso di scendere in strada per ricordare. Non dobbiamo dimenticare che in questi casi esiste solo una bandiera: quella della civiltà.
E l’informazione non ha fatto un gran lavoro, cercando di sbattere subito il mostro in prima pagina…
Sì, credo di sì. Non abbiamo visto un’informazione elegante e intellettualmente onesta. Del resto questo è un Paese che ha sempre cercato in qualche modo di delegare tutto, nel bene e nel male. Ci sono sempre stati gli eroi, che sono i protagonisti che incarnano lo spirito salvifico, e poi i cattivi che devono essere riconoscibili e il più possibilmente lontani dalla nostra quotidianità per poterci comunque permettere di sentirci sicuri.
“Intercoltura, semi di interculturalità a Milano” è la campagna di sensibilizzazione 2012 di ICEI sul tema dell’intercultura e della coesione sociale. La campagna, che si inserisce all’interno del progetto ICEI Informattivati, darà voce a colleghi e amici che abbiamo incontrato nel nostro lavoro quotidiano e che ci hanno stimolato, colpito, affascinato, contribuendo alla nostra riflessione sul tema della cittadinanza e dell’intercultura. In questo spot riassumiamo i volti e le voci della nostra campagna.Per informazioni:http://www.icei.it/index.php?option=com_content&view=article&id=317%3…
Vi aspetto.
Sabato 19/05, alle ore 21:00, per la serata conclusiva della Stagione di Prosa, Giulio Cavalli torna sul palco del Teatro Nebiolo di Tavazzano (Lo) con “L’innocenza di Giulio — Andreotti non è stato assolto” , in scena anche Cisco che eseguirà dal vivo le musiche composte per lo spettacolo.
Dopo il grande successo dello spettacolo coprodotto da Bottega dei Mestieri Teatrali e Teatro della Cooperativa, la piéce scritta dallo stesso Cavalli con la collaborazione di Giancarlo Caselli e Carlo Lucarelli e la regia di Renato Sarti, viene presentata per la prima volta nel lodigiano.
Speravamo bastasse esercitarla, la memoria, perché non ci scippassero la Storia. Oggi ci tocca smentirla. Giulio Andreotti è stato al centro della scena politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo. Sempre presente nell’Assemblea costituente e poi nel Parlamento dal 1948; la storia umana di Giulio Andreotti si lega alla storia della politica italiana. Oggi Andreotti è l’icona di un “martirio giudiziario” con oscuri fini politici che ce lo raccontano assolto. Nella sentenza si legge: «Quindi la sentenza impugnata, al di là delle sue affermazioni teoriche, ha ravvisato la partecipazione nel reato associativo non nei termini riduttivi di una mera disponibilità, ma in quelli più ampi e giuridicamente significativi di una concreta collaborazione». Se la sentenza definitiva fosse arrivata entro il 20 dicembre 2002 (termine per la prescrizione), Andreotti avrebbe potuto essere condannato in base all’articolo 416. La storia, comunque, dice che Andreotti si è seduto al tavolo della Mafia. E come, dove, con chi e “presumibilmente perché”, va raccontato.
Cinque praticabili, cinque diversi “spazi” ed uno schermo per dare vita attraverso il racconto e alcune immagini alle tante parti del puzzle che compongono la storia. In una scena nuda ed essenziale, dove il “posto d’onore” al centro del palco spetta ad un inginocchiatoio su cui è poggiato un impermeabile, prende forma una figura, quella di Giulio Andreotti. Giulio Cavalli, alterna le testimonianze, le deposizioni, gli atti giudiziari per descriverci una delle figure più controverse della politica italiana.
Teatro Nebiolo, Via IV Novembre snc, Tavazzano con V. (Lo).
Ingresso intero €12,00/ ridotto €8,00 – Per info e prenotazioni tel. 0371/761268 o cel. 331/9287538; e-mail info@teatronebiolo.org; sito www.teatronebiolo.org (orari biglietteria: lun/ven 10-12 e 15-18, sabato dalle ore 20:00).
IJF2012 / EVENTI / SALA NOTARI INCONTRO CON / 29 APRILE 2012
Giustizia e potere con: Gian Carlo Caselli,Giulio Cavalli
Due libri, L’innocenza di Giulio (Chiarelettere) e Assalto alla Giustizia (Editore Melampo), per capire se l’Italia possa essere un paese normale, “senza più quello stravolgimento dei valori che arriva a presentare come trasgressione il controllo di legalità”. Per capire come mai, finora, ogni stagione politica abbia avuto la propria “innocenza di Giulio”, in cui il potere riesce ad assolvere se stesso anche quando gli indizi e le prove dicono che è colpevole.
Ne ho parlato con gli amici di Radio Onda D’Urto.