Giorgia Meloni ha definito Starlink una scelta obbligata per le comunicazioni di Stato e dell’esercito. Non è solo una questione di accuratezza, ma di una narrazione che appare intenzionalmente costruita per avallare una decisione che trova più radici nella politica che nella necessità tecnologica.
Tecnologie alternative a Starlink nelle comunicazioni di Stato
Partiamo dai fatti. Starlink, il sistema satellitare a bassa orbita sviluppato da SpaceX di Elon Musk, è certamente una tecnologia avanzata, capace di garantire connettività in aree remote e in situazioni di emergenza. Tuttavia, definirlo “obbligato” significa ignorare deliberatamente l’esistenza di alternative, spesso più appropriate per ragioni di sicurezza e sovranità.
Molti Paesi, infatti, non solo non utilizzano Starlink, ma hanno sviluppato sistemi propri. La Francia si avvale della rete Syracuse, progettata per garantire comunicazioni militari sicure. Il Regno Unito utilizza Skynet, una costellazione di satelliti dedicati alle sue forze armate, mentre la Germania si affida al sistema SATCOMBw. Questi Stati hanno scelto di investire in infrastrutture indipendenti o consorziate, minimizzando la dipendenza da fornitori privati esterni.
Oltre a questo l’Unione europea ha lanciato IRIS², un ambizioso progetto per una costellazione di satelliti che garantirà comunicazioni sicure per governi e cittadini, riducendo la dipendenza tecnologica da potenze esterne. Con i primi lanci previsti nel 2029 e la piena operatività entro il 2030, IRIS² rappresenta una soluzione concreta per l’autonomia europea.
A fianco dei sistemi satellitari, molti Paesi europei adottano tecnologie complementari per garantire comunicazioni sicure e resilienti. I sistemi SATCOM (comunicazione satellitare) forniscono una copertura globale indispensabile per operazioni in aree remote, permettendo trasmissioni criptate di dati, voce e video essenziali per la pianificazione strategica. Parallelamente, le Reti Mobili Ad Hoc (MANET) si distinguono per la loro flessibilità: sono reti decentralizzate e autoconfiguranti che si adattano rapidamente ai cambiamenti ambientali, risultando ideali per operazioni sul campo dove l’infrastruttura tradizionale è assente o inaffidabile.
La scelta italiana e le implicazioni geopolitiche
Quindi, perché l’Italia dovrebbe legarsi a una realtà come Starlink? Una possibile risposta si trova nelle relazioni politiche di Meloni. Non è un segreto che la Presidente del Consiglio abbia sviluppato un rapporto di cordialità con Elon Musk. Dichiarazioni reciproche e incontri pubblici hanno alimentato l’idea di una sintonia su temi come l’innovazione tecnologica. Meloni nega che questo sia il motivo della sua scelta. Noi legittimamente ne dubitiamo.
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