Ma tutte le voci contro Paola Perego (e i suoi autori) per quell’abominevole slide di luoghi comuni sulle donne dell’Est dove sono finite oggi dopo una delirante intervista che Sky Tg24 ha concesso a Marcello Dell’Utri (amico di mafiosi per conto terzi) permettendogli di infilare una serie di castronerie già smentite da un regolare processo e dalla Storia?
Abbiamo sopportato il figlio di Riina che ha incensato cotanto padre da un imbarazzante Bruno Vespa che si fingeva imbarazzato, un capo di governo che per anni ha attaccato i magistrati a reti unificate, un ministro che ci consigliava di “convivere” con la mafia, sindaci che ne negavano l’esistenza e tutta una serie di inesattezze, superficialità e false litanie.
Ora, di nuovo, torna Dell’Utri che dichiara impunemente: “Che io sia qui per un fatto politico mi pare che sia nelle cose. Non ho niente da spiegare, ho già detto tutto in lunghissimi interrogatori ai giudici, spiegato quale era il mio contatto con la mafia. Aver conosciuto Vittorio Mangano che poi fu fattore ad Arcore è stata la base dell’accusa per cui mi hanno ristretto qui, ma non ho niente da spiegare. È una guerra politica, non mi sento neanche un capro espiatorio. L’unico rammarico è che il processo è durato tanto, per cui sono qui in tarda età. Se fossi stato qui in età minore avrei superato meglio la detenzione”.
Ma niente sdegno stavolta. L’antimafia non è pop. I mafiosi, invece, terribilmente sì.
(per chi volesse farsi un’idea sulle mistificazioni di Marcello Dell’Utri abbiamo un libricino scritto apposta, lo trovate qui)