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Regole 2012 della sanità lombarda

Ieri durante la seduta della giunta regionale è stata votata una delibere sulle regole 2012. Le regole come dice la parola stessa regolano il servizio sanitario, sociale e socioassistenziale della ns. regione. Nella delibera si legge tra l’altro che ci sarà la cancellazione del day hospital su alcuni interventi. Ad esempio il tunnel carpale e la catarrata d’ora in avanti diventerà una prestazione ambulatoriale e come tale con ticket a carico del cittadino. La novità è l’intervento su tutta la partita cronicità. Viene introdotto il CReG(Cronic Related Group) sul territorio per la cura dei pazienti cronici in 5 ASL sperimentali (Milano, Milano2, Bergamo, Como, Lecco). Le patologie considerate sono: broncopenumopiatia, diabete di tipi I e II, ipertensione e cardiopatia ischemica, osteoporosi, patologie neuromuscolari. I pazienti coinvolti saranno circa 126.000. Per discutere e confrontarsi su questa nuova realtà lombarda il gruppo regionale di Sel organizza un convegno il giorno 16 dicembre alle ore 14.00 presso il palazzo Pirelli via F. Filzi.

Zagaria: quando si dice il caso

Pagina 141 del mio libro NOMI COGNOMI E INFAMI: Io mi vergogno delle orecchie e gli occhi che latitano, leggono e ascoltano di Michele Zagaria forse da Casapesenna.

Oggi hanno arrestato Michele Zagaria a Casapesenna. Quando si dice il caso.

Venerdì a Modena, sabato a Casalpusterlengo e poi Yo Yo Mundi al nostro piccolo Nebiolo

Calendario del fine settimana per una buona ecologica circolazione: venerdì 9 dicembre ore 21.30 a Modena per presentare il mio libro NOMI COGNOMI E INFAMI alle 21.30 presso lo spazio Tenda, organizza l’associazione L’asino che vola. Sabato 10 dicembre alle 17.30 a Casalpusterlengo (LO) presso ALL CINEMA via Gramsci 63 per presentare 2 LIBRI GIUSTI,  poi alle 21, nel nostro piccolo Teatro Nebiolo, ci ascoltiamo fil Yo Yo Mundi con Munfrâ Canzoni di festa e d’amore, musica selvatica, racconti di Monferrato. Tutte le informazioni qui.

‘Ndrangheta in (ex) casa: l’incontro Lampada-Porcino

Scrivo questo post senza aggiungere nessun mio commento. Non perché mi manchino le parole ma semplicemente perché sono (ancora) le stesse che mi ero ritrovato a ripetere già nell’occasione delle mie dimissioni (l’articolo qui) e nella precisazione di alcuni giorni dopo. Almeno qualcuno avrà più chiaro il percorso di alcune mie scelte e soprattutto almeno non potrà dire di non sapere o altro. Perché serve parlare di ombre e organizzare convegni ma soprattutto serve l’imperativo di fare chiarezza e di avere una reazione politica.

Nell’ordinanza dell’ultima operazione antimafia Milano – Reggio Calabria contro il clan ‘ndranghetista Lampada compare la cronaca di un (presunto, siamo agli inizi) incontro tra il boss Francesco Lampada insieme a Antonino Cotroneo (prelevato in precedenza a Pogliano Milanese dal Lampada) e presumibilmente l’onorevole Gaetano Porcino (IDV). Il fatto (riportato a pagina 146 dell’ordinanza) parla dell’Audi intestata all’onorevole che arriva su C.so Regina Margherita all’incrocio con via Consolata da cui è sceso  un uomo elegante, alto circa 1.90/1.95, stempiato e brizzolato, che li ha salutati confidenzialmente, seguito da una donna di circa 40/45 anni, capelli lunghi scuri, alta circa 1.65. Poi, intono aile 13.05, i quattro si sono salutati e la coppia LAMPADA COTRONEO è rientrata a Milano.

Il riscontro è tutto da dimostrare ma (si legge) in effetti, dalla successiva visione della foto dell’On.le PORCINO Gaetano, pubblicata sul sito internet del parlamentare, il personale impiegato nel servizio di osservazione ha riconosciuto in PORCINO Gaetano l’uomo aveva incontrato Ia coppia LAMP ADA-COTRONEO, per ragioni rimaste ignote, ma verosimilmente riconducibili alla transazione della societa DUE P.

Citando (pedissequamente, come piace a noi che le intercettazioni e gli atti giudiziari e le notizie non vogliamo imbavagliarle) si legge: come si vede i Lampada (ma anche i Valle) – che sono legati ai Cotroneo da una dichiarata relazione di comparaggio (relazione essa stessa indice di legame mafioso) – mantengono sistematici rapporti con compare Nino, con il quale scambiano favori, scambiano influenze elettorali e fanno affari . Colpisce il fatto che la coppia abbia frequentazioni non casuali con l’ onorevole Porcino. L’indagine non ha consentito di comprendere quali fossero gli interessi comuni tra questi soggetti. Tuttavia si ricordi che Porcino è gia emerso nella indagine torinese “Minotauro” per suoi contatti con esponenti della ‘ndrangheta. Come si sa i politici non sanno mai nulla delle persone con cui entrano in contatto. Ma alla fine – sarà uno sfortunato caso- sono sempre gli stessi politici a frequentare i mafiosi.

Avevo letto con attenzione le motivazioni di Gaetano Porcino riguardo il suo primo discusso incontro emerso nell’operazione Minotauro. L’onorevole scriveva testualmente a me e Sonia Alfano: non voglio le tue scuse Sonia. E neanche quelle del tuo amico Cavalli. Ma la forza di una persona, l’onesta’, la correttezza, passano soprattutto, quando e se capita, dal saper riconoscere i propri errori, e fare ammenda. Spero solo che sia tu che Cavalli, con lo stesso mezzo, la stessa enfasi, la stessa determinazione, vogliate provvedere a rettificare quanto divulgato, ed a dare ai lettori, agli elettori, ai cittadini, la giusta informazione sul fatto che incidentalmente, e ritengo indebitamente e sfortunatamente mi ha visto citato. Ed io confido nella tua correttezza, sensibilita’, ed onesta’ intellettuale, cosi’ come in quella di Cavalli. Qui non si tratta di decidere lo spessore di eventuali ombre (per questo c’è già l’autorità giudiziaria) ma ribadire che l’opportunità è un dovere politico. E anche discuterne. E soprattutto valutare il silenzio dei quotidiani e colleghi su questo punto e il silenzio (che confido essere brevissimo) di chi crede che non ci si possa permettere di fare finta di non vedere. Questo blog rimane a disposizione di eventuali repliche da parte di tutti e io rimango in attesa delle azioni politiche (che già una volta sono state taciute). Certo ora gli incontri “sfortunatamente” emersi sono due. E immaginatevi se fosse stato Angelino Alfano, Cicchitto o Formigoni come l’avremmo letto e discusso dappertutto.

L’on. Porcino rilascia una dichiarazione a Roberto Galullo. Gustatela:

Io non ho la più pallida idea di chi sia il signor Lampada. Spero che i magistrati di Milano, su mia richiesta spontanea , mi ricevano al più presto. Mi meraviglia, e lo dimostrerò, che si possa dire che io ho frequentazioni, non casuali, con questo sig. Lampada. Io non solo non ho frequentazioni, ma non lo conosco, e non so chi sia. Quanto ai rapporti confidenziali poi, si commentano da soli. Come si possono avere rapporti confidenziali con uno che non si conosce? Ho rimesso il mandato al mio presidente perché non voglio che il partito entri in questa vicenda. Sono indignato e dire che non lo conosco e che sono estraneo ai fatti non rende l’idea. Io nego assolutamente e sfido chiunque a dimostrare che io abbia frequentazioni con Lampada o rapporti confidenziali. Quello che è scritto non corrisponde al vero. Se risulta un secondo contatto o un contatto precedente con Lampada, non casuale, chiedo di essere arrestato, altrimenti chiedo le scuse. Io conosco migliaia di persone: se vado in un bar e incontro Riina che colpa ne ho io?Chiederò al gip e alla dottoressa Boccassini come si fa a dire in un’ordinanza che ho una frequentazione non casuale con una persona che non conosco e che non ho mai incontrato salvo in quel puro caso e casualmente. Il Gip lo deve dire e deve esserne dato pubblicazione sui giornali. Mi devono dire come posso salutare in modo confidenziale uno che non avevo mai visto prima e dopo nella mia vita. Se non mi ascolteranno è un assalto alla mia dignità, come si fa a sopportare un affronto di questo tipo? Io mi incateno davanti al Tribunale di Milano”.

(per info il pezzo su Il Fatto Quotidiano e su Narcomafie e sul blog di Roberto Galullo)

Peggio di Gomorra

Più difficile, per il clan di Locatelli, era riuscire a centrare un nuovo, spregiudicato business: utilizzare le scorie di acciaio per il fondo della Tav. La tratta in questione è l’alta velocità Brescia-Treviglio. L’imprenditore ne parla con il suo braccio destro Giovanni Pagani. «Ho incontrato Trotta (responsabile per la Pizzarotti spa del cantiere Brebemi di Urago d’Oglio, ndr)… non mi sono permesso di dirgli se si possono usare le scorie al momento…». Pagani: «Eh, una cosa per volta». «Sì, perché sai che sotto la ferrovia non volevano, perché dicevano che facevano… il discorso del magnetismo».

Spunta anche un’assessore: il nano ghiacciato. Leggere per non crederci.

Vitalizi e impunità

Ieri in Consiglio è passata la proposta di legge che (finalmente) abolisce i vitalizi, cancella il mastodontico “fine mandato” e riduce l’indennità. È un passo importante perché segna un punto a favore delle minoranze e della richiesta di equità da parte dei cittadini sui privilegi politici. Ma è anche troppo poco perché l’occasione deve essere l’inizio di un percorso che provi a rivedere completamente il sistema politico. Mi convince poco tagliare le indennità dei consiglieri se poi troppo spesso sono ripagati da nomine dentro alcuni enti o compartecipate o peggio ancora in doppi incarichi politici. Sono poco convinto anche da una legge che modifica le regole per la prossima legislatura e lascia invariata la situazione attuale (al vitalizio, comunque si può sempre rinunciare, com’è capitato a me): è il giochino di chi è responsabile nelle scelte degli altri. Così come trovo inconcepibile trincerarsi dietro il rischio di ricorsi nel toccare i vitalizi già maturati. Proprio oggi. Mentre (in corsa) si macellano diritti acquisiti dei lavoratori. Rimane sempre il dubbio che i consiglieri regionali siano un po’ più uguali degli altri. Avremmo anche potuto ascoltare le ragionevolissime proposte del comitato Zeroprivilegi che ha raccolto le firme per presentare una legge popolare che non è nemmeno lontanamente stata presa in considerazione. Anche solo organizzare un’audizione del comitato promotore avrebbe lasciato la bella sensazione di non essere un recinto chiuso e invalicabile.
Ma forse la vera notizia di ieri è l’approvazione a voto segreto dell’abolizione dei sottosegretari: grigie e silenti figure che costano moltissimo e non si capisce bene a cosa servano (a chi, invece, si capisce benissimo). L’ordine del giorno apre un iter legislativo che (guarda caso) incrocia la nostra proposta di legge già pronta e depositata qualche settimana fa. Ma che la maggioranza vada “sotto” è anche un importante dato politico: la Lega anche ieri ha tenuto in bilico Formigoni lasciandolo friggere nel suo olio. Non è intervenuta nella questione Nicoli Cristiani e non ha mostrato nessun segno di apprezzamento dopo la relazione in Aula del Celeste. L’idea è una lenta ma inesorabile fine corsa.

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Caso rifiuti: così abbiamo parlato in aula

“Oggi in Aula Formigoni ha sostenuto la parte di sempre. Sulla difensiva appena più del solito, ha letto le sue paginette ben scritte di ricostruzione amministrativa degli eventi. Non ha concesso alcun accenno al punto politico. E non ha degnato di risposta i rilievi dei consiglieri delle opposizioni.

Ne esce, se le accuse fossero confermate, il paradosso di un imprenditore così ingenuo da pagare a un politico – Nicoli in versione genio del male – una supertangente per un’autorizzazione che sarebbe arrivata comunque, gratis e nei tempi auspicati.

Francamente, è difficile crederlo. Ci chiediamo come si possa continuare a chiamarsi fuori di fronte all’arresto di un dirigente dell’Arpa, che è agenzia di diretta emanazione regionale, all’arresto di un vicepresidente Pdl del Consiglio già due volte assessore proprio all’ambiente, alla messa sotto accusa di un iter procedurale che è di stretta competenza della Giunta.

Cosa serve ancora perché Formigoni la smetta di nascondersi dietro il paravento delle responsabilità personali? La responsabilità penale è personale, e su quella sta lavorando la magistratura. Ma la responsabilità politica coinvolge un sistema di potere, che nel Presidente della Regione ha il suo vertice.

Tanto più che l’elenco di esponenti del centrodestra in enti regionali, Consiglio e Giunta indagati, citati, coinvolti a diverso grado in vicende giudiziarie è ormai impressionante.

Ci mancherebbe che Formigoni si opponga, come peraltro ha invece fatto sul San Raffaele, all’istituzione di una commissione d’inchiesta, per la quale avvieremo da subito l’iter.  Certo è che la sola presenza in contemporanea di due organi speciali – mentre le indagini sia sul versante sanità sia su quello dei rifiuti paiono solo all’inizio – molto ha da raccontare dei problemi politici di questa Regione.

A noi sembrano enormi. Al punto da continuare a ritenere opportuno che Formigoni rassegni al più presto le sue dimissioni”.

Il povero lodigiano Daccò e la sua banca (impopolare)

«La consultazione dell´Anagrafe tributaria ha evidenziato che Daccò, dal 2001, non ha mai dichiarato redditi imponibili in Italia né all’estero». E risiede a Londra dove i cittadini “non dom”, cioè i non residenti, non pagano le tasse. La figura dell´imprenditore Pierangelo Daccò emerge dalle carte dell´indagine milanese sull´ospedale San Raffaele. A lui viene contestato il reato di concorso in bancarotta, per aver distratto attraverso presunte false consulenze circa 3,5 milioni di euro. Una delle ipotesi degli inquirenti è che fosse un collettore di denaro, soprattutto contante, da girare ad alcuni referenti politici. Il suo nome è stato spesso accostato a quello del governatore della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, non fosse altro che per la loro amicizia che, come ha confermato ieri lo stesso Formigoni in una intervista a la Repubblica, dura da vent´anni. Tra le banche preferite, per ragioni anagrafiche, vi è proprio la Popolare di Lodi (il nome di Erika Daccò è stato trovato nelle agende di Gianpiero Fiorani), ma la più importante è la Unicredit (80 rapporti). L´immobiliarista della famiglia è la moglie con 14 appartamenti in quel di Lodi e due case a Bordighera. Ma gli inquirenti sono pronti a scommettere che attraverso fiduciarie possieda il Residence Baia delle Ginestre a Teulada, alcune case ad Arzachena e una villa a Bonassola. Più una barca (e forse altre due), il Mi Amor, sul quale è stato fotografato con Formigoni. Su Repubblica la vergognosa storia di un’Italia e una Lombardia (e un lodigiano) che offende l’intelligenza, oltre che infrangere le regole.

Costi della politica e il balbettio di Formigoni

dalle 14.30 liveblogging in aula per ascoltare la relazione di Formigoni su rifiutopoli, tangenti, taglio dei vitalizi e costi della politica.


Gilioli sulla manovra

Confesso che mi ha rubato le parole. Su quello che non c’è nella manovra e che nonostante le lacrime in mondovisione non è potabile. “Quello che non c’è insomma è il coraggio di cambiare passo, di mostrare una nuova visione, una cultura diversa, un’ipotesi alternativa di futuro. E quello che non c’è mi sembra, purtroppo, più importante e brutto di quello che invece c’è.”