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EXPO: SIULP, CAVALLI, MANCATO SOSTEGNO A DIA È COLLUSIONE MORALE

AGENORD – Miano, 25 ott. – Dopo la presa di posizione del Sindacato di polizia Siulp, una dichiarazione di Giulio Cavalli, consigliere regionale Sinistra Ecologia Libertà “Un argine vero alle infiltrazioni criminali in vista di Expo 2015 non può non passare dal pieno sostegno, in termini di risorse adeguate, alla Direzione investigativa antimafia di Milano, prima ancora di qualsiasi regolamento o atto di indirizzo. E il presidente Formigoni non può certo professarsi impegnato nella battaglia contro le organizzazioni mafiose se non esercita concretamente la propria posizione nei confronti del Governo nazionale, affinché si trovino subito i mezzi per porre rimedio alla pesante situazione della Dia denunciata oggi dal Siulp e per rilanciare in Lombardia l’attività dell’Antimafia. Qualsiasi superficialità nella gestione delle forze dell’ordine, a maggior ragione in questi anni di avvicinamento all’esposizione universale, è da considerarsi collusione morale con le associazioni criminali, che non aspettano altro se non ulteriori abbassamenti della guardia. E non ci si giustifichi con la mancanza di soldi. Quanti poliziotti antimafia in più si potrebbero pagare solamente con il lauto stipendio degli inutili sottosegretari di Formigoni?”

Crisi lavoro: le nostre proposte

L’ordine del giorno sottoscritto dalla minoranza.

ORDINE DEL GIORNO

“ESAME DEI PROBLEMI INERENTI LA SITUAZIONE INDUSTRIALE REGIONALE”

Il Consiglio regionale

Premesso che

in Lombardia permane una situazione pesante sul piano occupazionale, nonostante una flessione del 33% nell’utilizzo della cassa integrazione, ed una leggera inversione di tendenza nelle assunzioni di giovani;

la disoccupazione coinvolge ancora più di centomila lavoratori; aumentano i licenziamenti e gli inserimenti nelle liste di mobilità; interi settori sono coinvolti nella crisi industriali, in particolare l’high tech;

nell’attuale congiuntura necessitano interventi sul piano degli ammortizzatori sociali, ma sopratutto una politica industriale capace di favorire la ripresa utilizzando tutti gli strumenti a disposizione della Regione, a partire dalla legge1/2007 e da quei settori propri della Regione: sanità, trasporti, energia, banda larga, ecc;

Fare squadra, fare rete, significa ripristinare e rinvigorire i tavoli regionali funzionali a politiche attive del lavoro e all’intervento coordinato fra sistema delle imprese, Istituzioni e sistema bancario;

la Lombardia si caratterizza come Regione a forte vocazione industriale e manifatturiera, deve uscire da una fase di progressivo declino per dare prova concreta della sua vocazione per riprendere a crescere: attivando tutte le sedi opportune, e gli strumenti legislativi necessari, per porsi alla testa di una politica industriale funzionale alla ripresa occupazionale e produttiva.

il Consiglio Regionale impegna la Giunta ad:

 

  1. Attivarsi per prolungare gli ammortizzatori sociali nel 2012;
  2. Rimettere in campo strumenti capaci di far incontrare domanda ed offerta di lavori, recuperando politiche formative utili alle domande che una timida ripresa sembra prospettare, attivando un proficuo rapporto con le parti sociali e gli strumenti della bilateralità;
  3. Incentivare i contratti di solidarietà dando loro più forza e favorendone l’applicazione;
  4. Utilizzare gli strumenti che la Regione ha a disposizione, in particolare Raid, concordando con le parti sociali percorsi necessari per consolidare occupazione e vocazione manifatturiera della Lombardia;
  5. Istituire presso Arifl una cabina di regia con le parti sociali, per monitorare i problemi più acuti del tessuto produttivo lombardo, individuando interventi tempestivi ed efficaci;
  6. Vincolare i bandi della regione, dallo start up all’innovazione, a valorizzare chi con gli stessi bandi crea occupazione aggiuntiva, facendo dell’occupazione un punteggio premiante;

 

  1. Definire le norme applicative in grado di attivare da subito le legge sulle varie forme di apprendistato, sia in rapporto alle università che ai diversi mercati del lavoro. Contestualmente va riportata alle sue origini la norma applicativa degli stage e dei tirocini;
  2. Attivare interventi sul mercato del lavoro più fragile: giovani, donne, over 45; agevolando la stabilizzazione dei rapporti di lavoro in particolare per giovani e donne, sperimentando percorsi di flessibilità positive sul versante della conciliazione lavoro- famiglia e favorendo modalità di lavoro, fra cui il part time anche nella PA, ed il telelavoro, tutelando maggiormente le lavoratrici madri;
  3. Incrementare l’occupazione giovanile attraverso gli strumenti dell’apprendistato e dei tirocini, favorendo la stabilizzazione del lavoro dei giovani; sperimentare adeguati percorsi di reinserimento attraverso specifiche opportunità formative per over 45;
  4. a governare le aree dismesse per favorire insediamenti produttivi disincentivando le attività di carattere immobiliare;
  5. sostegno dei distretti e settori che rappresentano il Made in Italy: settore moda e ricerca;
  6. politiche di sostegno al credito per le imprese;
  7. a verificare la sussistenza delle condizioni per l’individuazione delle aree di crisi industriale complesse, in particolare per il settore dell’high tech al fine di poter attivare le misure previste dal DM 24 marzo 2010;

 

da mandato alla Commissione competente di sottoporre al 

Consiglio una specifica risoluzione con la quale si individuino:

 

  1. gli elementi normativi e programmatori necessari per un rilancio del settore industriale, con particolare riferimento ai settori tessile, edile, meccanico e high tech, coinvolgendo le parti sociali e il mondo accademico per individuare le azioni necessarie per la ripresa produttiva e occupazionale;
  2. le modalità per far evolvere l’attuale iniziativa RAID in una vera e propria cabina di regia, cui partecipino anche le parti sociali, dotata di una struttura tecnica di adeguato profilo professionale, con il compito di monitorare l’andamento di settori e aziende, studiare le tendenze dei mercati, predisporre piani di sostegno finanziario, collegare ai processi di spin off e di trasferimento tecnologico, facilitare e favorire l’intervento di nuove iniziative industriali e imprenditoriali;
  3. uno scenario per gli interventi pubblici sulla banda larga;
  4. lo sviluppo della filiera della green economy;
  5. scenari di regolamentazione e sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili;
  6. quadro normativo e sostegni finanziari, e ipotesi di sostegno e riconversione di specifici casi aziendali o comparti in difficoltà con l’obbiettivo del rilancio della produzione, mantenimento delle aziende e dell’occupazione sul territorio;
  7. quadro della semplificazione normativa e assetto delle infrastrutture e qualità territoriale per favorire l’attrattività produttiva.

 

Milano, 25 ottobre 2011

La finanza del nulla che strozza il tutto

Don Aldo AntonelliInsomma, cari amici, per mille motivi il regime di accumulazione del capitale fondato sulla finanza privata è entrato in crisi. Più che continuare con le vecchia politiche, occorre prendere coscienza che la politica non può continuare ad arrancare dietro i mercati finanziari ma deve finalmente anticiparli e prevenirli. Siamo di fronte ad una occasione storica per la costruzione di un nuovo e diverso regime di sviluppo.  «Per edificarlo, occorre in primo luogo che l’autorità pubblica abbandoni il ruolo ancillare di prestatore di ultima istanza del capitale privato, e si faccia invece creatrice di prima istanza di nuova occupazione». Non è poco ma il minimo. Non è facile ma urgente.

Pippo e Debora

Loro in testa (ma con moltissimi altri) hanno preso una piazza, espresso, ospitato e ascoltato le proposte, hanno ospitato buone pratiche, hanno illustrato progetti, hanno invitato tutti (gli amici e i meno amici) e raccontato le priorità, le soluzioni possibili e gli scenari da costruire. Li ho seguiti in streaming (mentre cercavo di raggiungerli bloccato, come dice Pippo, nel tunnel Gelmini) e mi sono piaciuti perché hanno fatto politica. Costruire un progetto collettivo per superare i problemi. Il resto è noia: le accuse di corrente, i complotti, i personalismi. Qualcuno mi dovrebbe spiegare perché gli abituali all’onda contraria non possano scendere sul piano politico. Raccontare le loro controproposte e evidenziare le criticità. Perché non farlo lì a Bologna. E perché in questo centrosinistra di soloni l’unica politica dei lìder massimi (che navigano in tutti i partiti della coalizione che non c’è) gareggiano nel ‘mors tua vita mea’ arroccati sempre in difesa. In un eccesso di difesa che tende a dividere. Per imperare. Come si usa da tempo. Io i ragazzi de il nostro tempo li ringrazio per il contributo e mi dispiaccio per la mia assenza. Però, almeno, io non ero influenzato.

Roma: un morto per una rata e l’inondazione

E’ arrivata la rata in scadenza da pagare, quello della mala urbanistica degli ultimi 20 anni. L’ha pagata l’Infernetto, un quartiere residenziale di 1.000 ettari della Capitale d’Italia, con la morte in un seminterrato di un giovane uomo di 32 anni (pare che sia importante dire che era cingalese). Lascia la moglie con una bimba di 3 mesi. Dopo due giorni lavorano ancora le pompe per togliere i 3 metri d’acqua, fango e liquami dai seminterrati di villini tutti uguali, comprati con sacrifici e mutui pesanti.  Una rata in scadenza del lontano (e mai risolto), contratto tra la classe politica romana e i costruttori, che consentiva di costruire praticamente ovunque, anche in zone a rischio idrogeologico, come l’Infernetto, dove le norme su carta stabiliscono che su tre piani una famiglia media di quatto persone abiti in 25 mq (!), così di contenere il carico antropico. Tutto nella legalità perché riportato sulle pubblicità delle riviste patinate della agenzie immobiliari, controllato dagli uffici tecnici, validato dagli studi notarili, ignorato dalla polizia municipale e per ultimo consentito implicitamente dal Comune di Roma. Villini tutti uguali costituiti da seminterrato, piano terra e mansarda, venduti dai costruttori con i bagni nei seminterrati, dove ogni metro calpestabile, a prescindere dall’abitabilità, costa dai 3.000 ai 3.500 euro al mq. Dal notaio si dichiara solo una parte del prezzo, convenendo a nero la restante e con 500 euro gli uffici tecnici rilasciano l’abitabilità. Da leggere l’analisi dell’alluvione romano di Paola de Jesus. E chiedersi perché in Italia non sia possibile che la linea urbanistica sia un punto chiaro dei progetti politici.

Come lui taglierebbe le spese

“Non capisco la pervicaciadella Procura di Milano per un processo che sarà prescritto il 12 gennaio. L’economia processuale vorrebbe che quando un processo si sa essere prescritto non si sprechi tempo ma venga abbandonato. Invece a Milano hanno intensificato le udienze”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi parlando del processo Mills. “Non ho mai conosciuto Mills -spiega Berlusconi – si tratta di una buffonata. Da ora al 15 dicembre mi hanno fissato 21 udienze e dato che i miei avvocati vorrebbero che io passassi cinque-sei ore a definire la linea difensiva, in tutto sarebbero 42 giorni. Questo perché – aggiunge ancora – la Corte Costituzionale ha abrogato il lodo Alfano ed inoltre la Procura di Milano è pervicace visto che questo processo sarà prescritto il 12 gennaio”. 

Il Paese dove si ringraziano gli estorsori

Pubblicato su IL FATTO QUOTIDIANO

Ringraziano gli estorsori

La notizia è rimbalzata nelle agenzie ma sembra non avere preso piede nei dibattiti. Anche perché in fondo succede, mi dicono. E allora se succede significa che è normale? In un momento con le difese abbassate per povertà, sfiducia e moralità comprata al chilo, evidentemente sì.

Lui è Antonino Schillaci, insieme ai fratelli gestisce a Palermo diversi negozi di calzature, ieri al tribunale di Palermo ha testimoniato contro i suoi estorsori rispondendo alle domande del pubblico ministero Francesco Del Bene. Sembrerebbe una bella storia di reazione e di coraggio a vederla così. Fino a quando Schillaci ha detto: “io al signor Ciulla (il presunto estorsore, ndr) devo dire di essere grato perché ebbi la sensazione che ci avesse tirato fuori da una brutta situazione”. L’estorto grato all’estorsore: nemmeno Sciascia si sarebbe spinto a tanto.

Il Presidente di Confocommercio di Palermo ha preso subito posizione (a proposito, chissà quando succederà anche qui nella brillante Milano) e ha inviato un telegramma ad Antonino Schillaci. Lo hainvitato formalmente a dimettersi dal suo ruolo di presidente dei calzaturieri di Confcommercio Palermo. “Appreso delle tue dichiarazioni rilasciate in aula ti invito alle immediate dimissioni – scrive Helg – diversamente provvederemo nelle sedi e negli organi competenti. Certe affermazioni sono inaccettabili e gravissime e certamente non intendiamo passare sopra a comportamenti come questo”.

Lo stesso pm non ha potuto trattenere la reazione ed è insorto contro Antonino Schillaci: “ma lei contro Ciulla è parte civile – gli ha detto il magistrato – ci può spiegare perché si è costituito in giudizio visto che é grato all’imputato?”. Schillaci non ha saputo replicare. Dopo avere pagato al Ciulla settemila euro di pizzo in due tranche da tremilacinquecento euro, Schillaci non ha saputo in quel momento pensare un altro modo, un’altra protezione, un’altra strada di crescita per il proprio lavoro.

Non è nemmeno questione di pavidità. Non solo. E’ diventata l’unica strada immaginabile, lo status quo più rassicurante rispetto a qualsiasi alternativa. Perché se ringraziano gli estorsori allora lo Stato ha perso o si è ritirato. E nel mercato (non solo delle calzature) viene il dubbio che possa avere preso accordi per la sua provvigione.