Pare che in carcere avesse osato parlare male di quello che è ritenuto essere un vecchio boss di provincia, figura di riferimento – ritengono gli inquirenti – del clan di ’ndrangheta dei Piromalli. Un personaggio, quest’ultimo, nato a Gioia Tauro e residente nel Milanese, 62 anni, che si vantava di aver maturato due ergastoli e 83 anni di carcere. L’affronto cui abbiamo accennato – ovvero l’aver pronunciato parole pesanti contro il personaggio di spicco della malavita organizzata – sarebbe stato il pretesto per una spedizione punitiva andata in scena tra Lurago Marinone e Limido Comasco. Un blitz che è costato caro al fratello di chi aveva commesso lo sgarro, sequestrato fuori da un bar e massacrato di botte utilizzando per spaccargli una gamba una mazza da baseball. È questo l’ennesimo episodio di violenza che riguarda la Bassa Comasca, portato alla luce dalle indagini della squadra mobile che in queste ultime settimane ha stretto la morsa attorno alla malavita che stritola l’area della nostra provincia che da Fino Mornasco scende a Guanzate, Limido, Lurago Marinone, Lomazzo e via dicendo. Ieri mattina gli uomini della Questura hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare con le accuse di lesioni gravi e sequestro di persona proprio relative a quell’episodio che risalirebbe al 15 settembre. La vittima, 35 anni, fu sorpresa fuori dal bar dove si stava recando a lavorare potendo contare – nonostante i “domiciliari” per una accusa di spaccio di droga lungo la A9 – sul permesso di uscita. L’uomo fu prelevato da più persone (tre ancora sconosciute), portato da Lurago Marinone a Limido, e picchiato con una mazza da baseball (oltre 45 giorni di prognosi). La sua colpa essere fratello di un detenuto del Bassone che pare avesse parlato male del boss. Nei guai sono finiti il mandante, gli esecutori del blitz (il figlio 34enne del boss e un 36enne del Milanese) più gli anelli di congiunzione tra quanto avvenuto al Bassone e il boss. Tra questi un 28enne di Lomazzo e un nome già noto alle cronache, uno dei fratelli di Lurago Marinone (42 anni) in cella per un altro sequestro di persona nell’ambito delle indagini sul delitto di Guanzate. Un cancro, quest’ultimo, che ogni giorno mostra le proprie infinite metastasi.
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