La storia la racconta Antonio Sicilia sul suo profilo Facebook e mette i brividi:
Vivi e lavori in Italia da 23 anni, hai 4 figlie, tre delle quali nate in Italia, e una mattina del 2017 ti svegli e trovi la scritta “DASPO” sull’insegna del tuo negozio.
È successo questa mattina a Belhassen, calzolaio tunisino di Vicolo della Seconda Androna a Trento, colpevole di essere un calzolaio straniero per qualche razzistello ignorante e codardo.
Qualche ora fa sono andato a trovarlo per fargli qualche domanda e soprattutto per esprimergli tutta la mia solidarietà : «Questa scritta mi ha ricordato la scritta “Ebreo” sulle vetrine dei negozi di qualche decennio fa. Si respira un clima d’odio – ha aggiunto – che mai avevo visto in questo Paese. È dura anche per me che sono in Italia da oltre 20 anni».
Il suo volto sconsolato, quasi rassegnato, ha risposto ad ogni mia ulteriore domanda.
Un episodio che conferma la voglia sempre maggiore di screditare e umiliare chi è diverso, grazie anche alla politica peggiore che continua a soffiare sull’odio e sulla paura per tornaconto elettorale.
Andando via, una signora trentina che aspettava il suo paio di scarpe, ha guardato Belhassen dicendo: “Non siamo tutti così con chi è straniero”.
Esatto signora mia, è proprio da persone come lei che dobbiamo ripartire per mettere fine a questo clima infame. “Accoglienza”, “Integrazione” e “Umanità” sono parole non devono sparire dal nostro vocabolario per paura di non essere compresi.
Se servisse, Antonio aggiunge anche qualche foto:
E viene in mente la frase di Martin Luther King: «In questa generazione ci pentiremo non solo per le parole e le azioni odiose delle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone».
Buon martedì.
(continua su Left)