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Quei tre minorenni migranti morti di freddo e l’indifferenza dell’Ue – Lettera43

A fine dicembre, al confine tra Bulgaria e Turchia, la polizia di frontiera ha negato i soccorsi a tre ragazzi egiziani e ha impedito l’intervento dei volontari, a loro volta sistematicamente criminalizzati. Non sono casi isolati ma il risultato di una strategia di dissuasione. Il messaggio è chiaro: chi fugge non merita di sopravvivere.

Quei tre minorenni migranti morti di freddo e l’indifferenza dell’Ue

Le porte dell’Europa non sono chiuse, sono congelate. Il report “Frozen Lives: An Investigation into how Bulgarian authorities put the lives of people on the move at risk of death“, pubblicato da No Name Kitchen e Collettivo Rotte Balcaniche, documenta con dati e testimonianze la morte per ipotermia di tre minorenni egiziani tra il 27 e il 29 dicembre 2024, al confine tra Bulgaria e Turchia.

Dal report Frozen Lives di No Name Kitchen e Collettivo RotteBalcaniche.
La copertina del report Fronze Lives di No Name Kitchen e Collettivo Rotte Balcaniche.

Tre minorenni egiziani morti per ipotermia nelle foreste: così la polizia bulgara ha impedito i soccorsi 

Il 27 dicembre, le temperature nella foresta vicino a Burgas sono scese sotto lo zero. Alle 1.35 del mattino, un gruppo di soccorritori ha ricevuto una segnalazione: tre minorenni erano bloccati nel gelo. I volontari hanno chiamato il numero di emergenza 112 e trasmesso le coordinate esatte. La polizia di frontiera bulgara ha impedito loro di intervenire. Alle 2.02, gli agenti hanno fermato la prima squadra di soccorso, costringendola a tornare indietro. Alle 3.04, i volontari hanno provato di nuovo, ma sono stati fermati una seconda volta. Alle 5.12, una nuova segnalazione ha localizzato un altro ragazzo in pericolo. Anche questa volta, la polizia ha impedito il soccorso. Quando il primo cadavere è stato trovato il giorno dopo, le impronte nella neve confermavano che gli agenti erano già stati sul posto. Il ragazzo di 17 anni giaceva assiderato, con i segni evidenti di un’agonia prolungata.

Lo scorso 27 dicembre, al confine tra Bulgaria e Turchia, la polizia di frontiera non solo ha negato i soccorsi a tre ragazzi egiziani, ma ha impedito l'intervento dei volontari. Non parliamo di casi isolati ma del risultato di una strategia sistematica di dissuasione. Le porte dell’Europa sono presidiate dal gelo e dal menefreghismo. E il messaggio è chiaro: chi fugge non merita di sopravvivere.
Dal report Frozen Lives di No Name Kitchen e Collettivo Rotte Balcaniche.

Il secondo corpo è stato trovato nel pomeriggio del 28 dicembre. I soccorritori hanno contattato nuovamente il 112 e atteso la polizia. Gli agenti hanno ordinato ai volontari di spostare il corpo con le proprie mani e di caricarlo sul loro veicolo.

i tre minorenni migranti morti di freddo e l'indifferenza dell'Ue
Dal report Frozen Lives di No Name Kitchen e Collettivo Rotte Balcaniche.

Lo stesso schema si è ripetuto il 29 dicembre, quando è stato ritrovato il terzo cadavere, parzialmente divorato dagli animali. Le registrazioni audio e video dei soccorritori testimoniano che, nonostante le ripetute richieste di intervento, nessuna ambulanza è mai stata inviata. Oltre all’omissione di soccorso, il report documenta il trattamento riservato ai volontari. Un testimone racconta di essere stato obbligato a camminare per 10 chilometri sotto la sorveglianza della polizia, mentre altri sono stati trattenuti illegalmente per ore. Una volontaria è stata perquisita e costretta a spogliarsi davanti agli agenti. I loro documenti sono stati sequestrati, e alcuni sono stati interrogati senza assistenza legale.

Quei tre minorenni migranti morti di freddo e l'indifferenza dell'Ue
Dal report Frozen Lives di No Name Kitchen e Collettivo Rotte Balcaniche.

L’Ue, che dovrebbe garantire la protezione dei diritti umani, si volta dall’altra parte

Secondo il report, queste morti non sono episodi isolati, ma il risultato di una strategia sistematica di dissuasione. Le persone migranti vengono respinte con violenza o lasciate morire nelle foreste di confine. L’Unione europea, che dovrebbe garantire la protezione dei diritti umani, continua a finanziare e supportare queste pratiche. La Bulgaria ha impedito tre operazioni di salvataggio in meno di 48 ore, senza conseguenze. Il rapporto riporta ulteriori dati sul comportamento delle autorità. Tra dicembre 2023 e dicembre 2024, almeno 28 persone sono morte di ipotermia nella regione di confine tra Bulgaria e la Turchia. Secondo No Name Kitchen, il numero potrebbe essere molto più alto, poiché molti corpi non vengono mai recuperati. I dati raccolti dimostrano che il 75 per cento delle richieste di emergenza inoltrate dalle persone migranti non riceve risposta. Inoltre, il 60 per cento delle squadre di soccorso che tentano di operare in zona riferisce di essere stata bloccata dalle forze di polizia.

Quei tre minorenni migranti morti di freddo e l'indifferenza dell'Ue
La frontiera tra Bulgaria e Turchia (Getty Images).

La sistematica criminalizzazione dei volontari

Testimonianze dirette confermano la brutalità degli interventi. Un attivista, trattenuto in una stazione di polizia per 24 ore senza spiegazioni, racconta di essere stato minacciato verbalmente e di aver subito il sequestro del cellulare. Un altro volontario riferisce di aver visto un ufficiale della polizia bulgara ridere mentre ordinava di trascinare un cadavere congelato lontano dal sentiero principale. Altri testimoni descrivono la sistematica criminalizzazione dei volontari. Squadre di soccorso sono state minacciate, detenute e i loro veicoli danneggiati per impedire interventi futuri. In un caso documentato, una squadra ha trovato il proprio veicolo vandalizzato, con vetri rotti e motore danneggiato, dopo aver tentato di recuperare un corpo. Il report evidenzia anche la mancanza di risposte istituzionali a queste pratiche. Il Parlamento europeo è stato più volte sollecitato a intervenire, ma le misure adottate finora si sono rivelate inefficaci. Gli attivisti denunciano che i finanziamenti europei destinati al controllo delle frontiere bulgare vengono utilizzati per operazioni che violano sistematicamente i diritti umani. Dati raccolti tra il 2020 e il 2024 indicano che almeno 300 persone migranti sono morte ai confini orientali dell’Europa, molte delle quali per ipotermia o abbandono in aree remote. Il 90 per cento delle denunce di violenza da parte delle autorità di frontiera non ha portato a indagini ufficiali.

Quei tre minorenni migranti morti di freddo e l'indifferenza dell'Ue
La mappa dei soccorsi e del ritrovamento dei corpi (dal report Frozen Lives).

Il messaggio è chiaro: chi fugge non merita di sopravvivere

Le testimonianze dimostrano che le autorità hanno deliberatamente negato assistenza a tre adolescenti in ipotermia, ostacolando chi cercava di salvarli. I dati raccolti confermano che i soccorsi sarebbero potuti arrivare in tempo. La decisione di non intervenire ha condannato a morte tre persone. Le porte dell’Europa non sono solo chiuse: sono presidiate dal gelo e dall’indifferenza. E il messaggio è chiaro: chi fugge non merita di sopravvivere.

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