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aiutera

Non gli resta che intralciare

La mossa del cavallo non gli è riuscita, nemmeno stavolta. Ne sta sbagliando parecchie ultimamente Matteo Renzi ma la crisi di governo che alla fine non è andata a buon fine rimane una delle sue imprese più deprimenti per modalità, per l’accrocchio di motivazioni e per l’esito finale. Ma esattamente cosa ha ottenuto Renzi? Voleva ancora una volta essere lo spiffero che apriva una crepa per potersi intestare un eventuale nuovo governo e rivendicare un ruolo d’azionista, continuando a galleggiare con un peso politico dopato che esiste solo in Parlamento (perché bisognerebbe ricordare che il numero di parlamentari che Italia Viva ha ora sono solo il frutto di meccanismi di palazzo che non hanno nessuna corrispondenza nelle proporzioni nel mondo reale) e invece si ritrova ad essere all’opposizione con Meloni e con Salvini sempre più solo, circondato perfino dal malumore dei suoi uomini che ora gli presentano il conto del risultato rancido.

Renzi avrà avuto forse la soddisfazione di avere indebolito Conte e il governo (ma può essere un obiettivo politico destabilizzare un governo senza nemmeno la forza di farlo cadere?) ma sostanzialmente cosa ha ottenuto? Niente, zero, nisba. E infatti non è un caso che già ieri qualcuno dei suoi abbia cominciato a proporre aperture al governo e abbia cominciato a parlare dell’esigenza “di ricostruire”.

E ora che faranno Renzi e i renziani? Faranno gli intralciatori, ovvio, per farsi notare, per non sparire mentre fanno ciao ciao con la manina e nella giornata politica di ieri si è già avuto un assaggio significativo: durante il voto sulle misure contro la pandemia (misure discusse e decise quando Italia Viva era ancora in maggioranza) la capogruppo in Senato Laura Garavini ha annunciato il voto di astensione (per la discussione della pregiudiziale di costituzionalità ndr) con parole che sarebbero degne di una Meloni o di un Salvini qualsiasi: “stiamo assistendo ad una inedita modalità di produzione normativa. Un modo di procedere che non solo crea confusione tra i cittadini, a causa della sovrapposizione tra i diversi testi. Ma che viola le regole democratiche dei rapporti tra le fonti normative”, ha detto Garavini. Peccato che solo tre giorni fa il renziano Rosato dicesse: “la nostra è una rottura responsabile. Voteremo il decreto ristori, mercoledì in Aula voteremo lo scostamento di bilancio, giovedì e venerdì anche il decreto sul Covid, così come continueremo a sostenere tutte le misure che aiuteranno il nostro Paese nella lotta al coronavirus“. Niente, promessa mancata.

Ora continueranno così, pronti a essere l’elemento disturbante per potersi fare notare, pronti a fare pesare il loro (debole) peso per intralciare ogni cosa, almeno per certificare la propria esistenza. IV: intralciatori vivi. Segnatevelo ogni volta che sentirete Renzi parlare di “responsabilità”.

Buon mercoledì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

No, non ci aiuterà contro il terrorismo questo nostro provincialismo ignorante

Guardate bene questa mappa:

Ad oggi gli attentati terroristici nel 2017 sono 866 e hanno provocato 5.225 morti circa. Guardatela bene. è una di quelle immagini che serve per sprovincializzare un pregiudizio che troppo spesso qui dalle nostre parti è più figlio di un inquinamento politico o delle false convinzioni figlie della paura piuttosto che di una reale informazione. Osservatela e poi, se ne avete lo stomaco, sfogliate alcuni di quei quotidiani che da giorni raccontano il terrorismo come conseguenza diretta degli sbarchi, delle ONG, della Boldrini e tutte le altre mischiate che ci vengono propinate a tamburo battente.

Eccola la dimensione del mondo. Ecco le dimensioni di una guerra vigliacca e infame che i terroristi stanno appiccando nelle teste, ancora più che per le strade. Ecco soprattutto il provincialismo di una narrazione tossica che ha il fegato di ridurre tutto questo a un editorialino smunto e bilioso contro lo Ius Soli.

Del resto questo nostro contemporaneamente “federalismo delle responsabilità” intriso di xenofobia funziona così: continuiamo a credere di essere il centro del mondo mentre stiamo in una risibile periferia e ci convinciamo di dovervi occupare di spazi sempre più ristretti. La solidarietà diventa qualcosa da esercitare solo nel raggio di qualche metro e il pensiero si infeltrisce in uno sguardo miope e insieme strabico. L’ignoranza, appunto. L’ignoranza.

 

(continua su Left)