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Alexei Navalny

Caso Navalny: la lezione della Merkel al mondo e l’imbarazzante silenzio del Governo italiano

Che brutto silenzio che tira dalle parti del governo italiano sulla vicenda di Alexei Navalny, l’oppositore russo di Putin che secondo gli esperti militati tedeschi sarebbe stato avvelenato da Novichok, un veleno che vale come una firma e che è legato alla storia della Russia quando ancora era Unione Sovietica. Il governo tedesco (che dopo un lungo tira e molla è riuscito a fare trasferire Navalny in Germania) ha confermato “senza alcun dubbio” che il leader dell’opposizione russa è stato avvelenato e Angela Merkel ha usato parole durissime: “È chiaro che Navalny è vittima di un crimine ed è stato messo a tacere”, ha detto, condannando con “la massima fermezza possibile” quanto accaduto e auspicando “una reazione congiunta appropriata” nei confronti della Russia in accordo con Nato e Unione Europea.

Sempre a proposito di reazioni, leggetevi le parole della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “Un atto spregevole e codardo. I responsabili devono essere assicurati alla giustizia”. Addirittura anche la Casa Bianca parla di “riprovevole avvelenamento” senza dubbi. Una bella fetta di mondo insomma parla, prende posizione, critica, accusa, pretende spiegazioni e richiama il presidente Putin alle sue responsabilità chiedendo che venga fatta il prima possibile luce sull’accaduto. Da lontano, flebile, arriva invece la voce del governo italiano: l’unica nota ufficiale sta malinconicamente scritta in cinque righe sul sito del ministero degli Esteri, in cui si esprime “profonda inquietudine ed indignazione” e si chiede “che la Federazione Russa chiarisca con rapidità e trasparenza le responsabilità dell’accaduto”.

Avete visto una dura presa di posizione del ministro Luigi Di Maio? Qualche frase di circostanza, obbligatoria, e poco altro. Per non parlare del centrodestra, che con Putin gozzoviglia da anni, che sembra non essersi nemmeno accordo dell’accaduto. Però su proposta di Di Maio, intanto l’Italia ha insignito dell’Onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della ”Stella d’Italia” il primo ministro di Putin Mikhail Mishustin, proprio uno degli esponenti politici messo sotto accusa da Alexei Navalny per gli eccessivi guadagni non giustificati (790 milioni di rubli guadagnati dalla moglie solo negli ultimi 9 anni). Il premier Conte invece ha avuto una conversazione telefonica con Putin in cui il presidente russo aveva parlato di “inammissibilità di accuse frettolose e infondate”. E l’Italia inchinata alla Russia sembra qualcosa di più di una semplice sensazione.

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L’articolo proviene da TPI.it qui

Così il “democratico” Putin affronta i suoi oppositori: arrestandoli.

L’attivista ha accusato pubblicamente il premier Dmitri Medvedev di corruzione e chiamato i suoi seguaci a scendere in piazza in oltre cento città della Federazione per protestare contro la corruzione. È stato caricato su un pulmino della polizia

MOSCA – Sale al tensione a Mosca e in tutta la Russia. L’oppositore Alexei Navalny è stato fermato dalla polizia nel corso di una manifestazione anticorruzione nella capitale: è stato caricato su un furgoncino della polizia ma la folla ha assaltato il veicolo urlando “fascisti, liberatelo”.

Insieme a Navalny sono state arrestate altre 130 persone. “Gli arresti stanno proseguendo”, ha aggiunto l’organizzazione Ovd-Info. Secondo una giornalista dell’Afp presente sul posto, la polizia ha fatto ricorso a dei gas per disperdere la folla. Secondo le prime indicazioni, tafferugli sarebbero in corso anche a San Pietroburgo dove a manifestare c’erano circa tremila persone.

Il leader dell’opposizione russa è stato incriminato per aver violato il codice amministrativo che regola le procedure per l’organizzazione di manifestazioni e cortei. Lo rende noto l’agenzia Tass, citando fonti di polizia secondo cui, in base a questa violazione, Navalny rischia una multa,
lavori obbligatori o l’arresto.

“Molte persone sono stati arrestate oggi. Oggi siamo in milioni a protestare”, ha twittato Navalny subito dopo l’arresto. La giornata di protesta era stata convocata sotto lo slogan “Dimon (diminutivo di Dmitri, ndr.), la pagherai”. Nel mirino c’è Dmitri Medvedev, il premier russo, che secondo Navalny è tra gli uomini più corrotti della nomenklatura russa.

Il leader oppositore, che è presidente della Fondazione di Lotta contro la Corruzione, ha documentato la sua denuncia all’inizio del mese, in un video pubblicato su YouTube, frutto di un’inchiesta andata avanti per mesi. Nel video, che è già stato visto più di 10 milioni di volte e dura 59 minuti, si sostiene che il premier ha accumulato un impero, tanto dentro che fuori il Paese, mediante finte associazioni benefiche affidate a famigliari o persone di sua assoluta fiducia.

Basandoci sulla documentazione pubblicata, affermiamo che le fondazioni di Medvedev sono stati trasferito almeno 70 miliardi di rubli (circa 1,2 miliardi di dollari) in denaro e proprieta”, ha sostenuto Navalny. Manifestazioni contro la corruzione, tutte senza il permesso delle autorità, si sono svolte anche a Vladivostok, Krasnoyarsk e Tomsk.

Secondo i media locali, a Vladivostok la polizia ha fermato una trentina di persone. A San Pietroburgo, seconda città del Paese, varie migliaia di manifestanti si sono riuniti a Campo di Marte. “Le manifestazioni si sono svolte in modo pacifico e non ci sono state arrestati”, ha riferito la pagina web, aggiungendo che la giornata di protesta ha segnato “la vittoria sulla paura”.

Navalny ha annunciato l’intenzione di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali.Secondo siti dell’opposizione il corteo a Novosibirsk in Siberia ha visto la partecipazione di circa duemila persone, mentre i manifestanti erano circa 1.500 in altre due città della regione, Krasnoyarsk e Omsk. A Mosca severi controlli di polizia intendono scoraggiare i possibili manifestanti. Secondo il sito di Navalny le proteste erano programmate in 99 città, ma in 72 le autorità locali hanno negato il permesso.

(da Repubblica, fonte)