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Asia Argento

Weinstein, il lupo cattivo e l’avvento del reale

Per evidenti motivi personali ho vissuto e vivo la vicenda del movimento #Metoo molto da vicino. Vicinissimo, direi, visto che per mesi ho raccolto la merda in giro per casa, convivendo con gli schizzi al mattino, al pomeriggio e la sera. Ho potuto assaggiare le reazioni (quelle buone e quelle cattive) con tutta l’amplificazione con cui sono arrivate addosso alle protagoniste, insieme alle reazioni scomposte di predatori parecchio preoccupati, alle inattese vicinanze di donne e uomini che hanno colto la fatica e il dolore e alle promesse più o meno disinteressate di certa politica.

Per tutto questo l’arresto di Weinstein oggi so quanto sia una liberazione. Per Asia, ovviamente, ma anche per Miriana, per Ambra e per tutte quelle che il nome non hanno nemmeno potuto dirlo, fragili come sono in una carriera che probabilmente non inizierà nemmeno, confuse come sono in mezzo agli aiuti promessi che poi non si sono realizzati, spaventate da una fallocrazia che se le è ingoiate con ferocia.

Weinstein di fronte alla polizia è l’avvento della realtà: i racconti escono dal gossip o dalle pagine unte di certa stampa e entrano nelle stanze della legge, dello Stato. So che sembra incredibile ma è rassicurante essere verificate dalle indagini quando per mesi si è state masticate da (pessimi) editorialisti.

Ed è il passo che, vedrete, arriverà anche qui. Ed è significativo come certi dolori possano essere rassicurati dalla giustizia, quella stessa che i predoni sventolano per zittire le vittime e di cui invece hanno una paura fottuta.

È un giorno buono. Sì.

 

Chiedere scusa

Sono tra quelli che hanno provato un certo ribrezzo nell’assistere alle accuse contro Asia Argento durante la puntata di Carta Bianca, condotto dalla Berlinguer, con Vladimir Luxuria e il direttore di quel giornalaccio che è Libero.

Se è vero che Senaldi (parecchio in difficoltà, c’è da dire) ha dovuto sostenere quel bullismo che è l’ingrediente principale della sua linea editoriale è vero che Luxuria è apparsa molto diversa da quella che molte volte ha sostenuto battaglie in fondo così simili a quelle del movimento #metoo e #quellavoltache.

Bene. Vladimir oggi si scusa. E non è per niente scontato chiedere scusa di questi tempi, in cui l’essere fragili sembra un vizio. Tanto di cappello, quindi.

Ecco la sua lettera a Asia Argento:

«Sono giorni che mi porto dentro un magone e adesso trovo la forza di chiedere scusa ad Asia e a tutte le donne che si sono sentite ferite dalle mie parole.
Il destino, il karma o la provvidenza (ognuno la chiami come vuole) mi ha fatto conoscere proprio il giorno dopo la trasmissione una donna che mi ha raccontato di una violenza subita 30 anni fa e che quando si era confidata per la prima volta nessuno le aveva creduto. Ha pianto davanti a me e io mi sono sentita di merda.
Di merda perché ero così presa da me e dal predicozzo che avevo preparato da non essere stata in grado di leggere negli occhi le tue lacrime. Perché per troppo tempo mi sono lasciata deviare dai demoni del sospetto e della diffidenza.
Ho esagerato e non ho dimostrato compassione e solidarietà. Mi sono rivista nella puntata e mi sono fatta schifo da sola nel riconoscermi.
Tanti miei amici e persone con cui ho condiviso tante battaglie mi hanno fatto ulteriormente capire con i loro giusti rimproveri e incazzature che ormai avevo perso senno e strada.
Lo so Asia che è troppo tardi e non pretendo che tu possa accettare le mie scuse ma ti giuro che sono sincere. In questi giorni sto molto male e non posso chiedere a nessuno un conforto perché io non sono stata in grado di farlo.
Ti ringrazio anche di non essere mai scesa a insulti transfobi per accusarmi: sei sempre stata con noi nelle battaglie Lgbt e credo anche io che saresti una testimonial contro tutte le violenze.
Vorrei abbracciarti e ritrovare nei nostri occhi non più rancore ma la gioia di vivere che auguro a tutte coloro che hanno sofferto in passato e che vogliono combattere.
Ti voglio bene
Vladimir Luxuria»

Beh, meglio così.

Chissà se riusciremo mai a parlare seriamente di molestie in Italia

Leggetevi Claudia Torrisi su Vice:

 

«La storiella dell’uomo cacciatore porta spesso le donne ad accettare non solo limitazioni della propria libertà, ma anche vere e proprie molestie senza darci troppo peso, ché ci sono questioni più serie nella vita e tutto sommato questo è l’ordine delle cose. Del resto, come sostiene la scrittrice femminista nigeriana Chimamanda Ngozi Adiche, parlare di genere è “un argomento che crea disagio, a volte persino irritazione,” e “pensare di cambiare lo status quo è sempre una scocciatura.”

In un’intervista sul Giorno, ad esempio, Alba Parietti ha spiegato che “le denunce contro i molestatori vanno fatte e queste persone vanno fermate. Ma andare a pescare nel torbido, se non ci sono situazioni gravi, non è giusto. Pazienza se una volta hai messo la mano sul culo. Ora gli uomini sono presi di mira.” Sulla stessa linea Sandra Milo, raccontando di essere stata “toccata mille volte,” ha detto che “è anche vero che adesso, con tutta questa campagna anti-uomini, non ci toccherà più nessuno.” Nel difendere Tornatore, infine, la managing director di una società di produzione con cui il regista ha spesso collaborato ha dichiaratoche quello che accade appartiene “alla notte dei tempi,” e “fa parte del gioco tra uomo e donna”: “Un conto è aggredire e violentare una persona, un altro è mettere in croce la gente per qualcosa che è sempre esistito.”

E in effetti, scrive Gasparrini, il patriarcato da secoli si affanna “a raccontare che gli uomini sono ‘per istinto’ cacciatori, violenti, insensibili, votati alla lotta e alla prova di forza, attratti dal potere e dal vertice delle gerarchie, economiche politiche o sociali che siano.” E lo fa per uno scopo ben preciso: “perpetuare se stesso, come storicamente ha fatto qualsiasi sistema di potere prima di essere rovesciato da un altro.”

È indubbio che qualcosa stia cambiando. Questo sollevarsi di denunce e prese di coscienza è dunque il preludio di un rovesciamento? Chi può dirlo. Di certo non esiste nessuna “caccia alle streghe” o campagna anti-uomini. Al contrario, c’è un sistema di potere e abusi che mi sembra goda di ottima salute, almeno finché in Italia si parlerà in questo modo di molestie sessuali.»

 

(è tutto qui)