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avviso di garanzia

«Secretare l’avviso di garanzia? Solo una scorciatoia»: parla Gratteri

“Intervenire sull’avviso di garanzia, secretandolo, è una scorciatoia: per evitare la gogna mediatica, ci sono altre modifiche da fare. La prima riguarda la stesura delle ordinanze di custodia cautelare e le informative, che non devono contenere nulla che non sia strettamente legato col reato e nulla che abbia a che fare con la vita privata delle persone”. E’ l’opinione di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, in merito all’appello lanciato da Stefano Graziano, ex parlamentare Pd, che dal Lingotto, dove è in corso la convention di Renzi, ha chiesto una legge che imponga di mantenere segreto l’avviso di garanzia fino al rinvio a giudizio. Graziando fu indagato per concorso esterno alla camorra e poi le accuse furono archiviate.

“Si devono evitare – aggiunge Gratteri, che tra l’altro fu indicato come possibile ministro della Giustizia, nella fase di formazione del governo Renzi, a elaborato una sua proposta in materia di giustizia – provvedimenti che intervengono solo su singoli punti, per cui ogni volta che c’è un problema si cambia la norma: quando c’è un problema con l’avviso di garanzia si chiede un intervento su questo aspetto, quando si prescrive un processo importante si chiede a gran voce di modificare la prescrizione. Così non va. Alla giustizia, quando la politica avrà la voglia e la libertà di farlo, serve invece, e innanzitutto, un intervento complessivo e strutturale che informatizzi i passaggi e abbatta tempi e costi”.

Il Vangelo secondo Matteo e l’avviso di Grillo

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Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti, e gli slogan sono le tangenziali delle parole buttate lì con la leggerezza di chi sa che funzionano e che nessuno si prenderà la briga di smontarle. Così mentre la Chiesa viene rimandata a cuccia da una (bella) frase di Matteo Renzi tutt’intorno viene facile giovanardare come un Adinolfi qualsiasi: se c’è un buon motivo per essere felici della fresca (mezza) legge sulle unioni civili è la sconnessa reazione dei pretini, l’abbattimento degli jihadisti episcopali e le mendaci contrizioni dei puttanieri censori delle famiglie degli altri. Perché, diciamocelo, il rumore della tradizione che scricchiola nel sarcofago a forma di fede è in queste ore uno strisciare di unghie. E allora ben venga un rinculo di laicità, benché sotto forma di slogan, e lo dico io che con Renzi e renzini non sono mai stato troppo tenero. Con un solo piccolo però: spergiurare sulla Costituzione, quello sì, sarebbe un peccato mortale. Politicamente, s’intende.

Sempre per la rubrica delle “parole che sono importanti” c’è anche l’avviso di garanzia, in senso grillino.

(il mio buongiorno per #Left continua qui)