Ne scrive Rosaria Amato per Repubblica:
Procura di Arezzo nella tempesta dopo che è emerso che Pierluigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, è iscritto nel registro degli indagati per la vendita delle obbligazioni subordinate alla clientela retail di Banca Etruria. Il procuratore Roberto Rossi, che viene accusato da diversi componenti della Commissione d’inchiesta sulle banche di aver nascosto la verità, ha scritto in queste ore una lettera al presidente della Commissione Pier Ferdinando Casini.
Rossi, rispondendo giovedì scorso alle domande di deputati e senatori nel corso dell’audizione della Commissione d’inchiesta sulle banche, aveva escluso qualunque coinvolgimento di Boschi nelle indagini, nonostante il padre dell’allora ministro del governo Renzi sia stato vicepresidente della banca liquidata nel novembre 2015.
Boschi non ha partecipato alle riunioni degli organi della banca che hanno deliberato finanziamenti finiti poi in sofferenza e che hanno portato al fallimento della banca, e pertanto “non è indagato per il reato di bancarotta”, aveva chiarito a più riprese il pm Rossi. Alle sue dichiarazioni erano seguiti commenti in toni trionfalistici di Matteo Renzi e di molti esponenti del Pd, e scettici da parte di esponenti politici dell’opposizione.
Il pm ha ovviamente detto la verità per quanto riguarda il reato di bancarotta, ma nelle ultime ore, in seguito a un’inchiesta del quotidiano “La Verità”, è emerso invece che c’è un nuovo fascicolo aperto dalla procura di Arezzo sulle vicende della ex Banca Etruria: si tratta di uno spezzone di indagine che riguarda la vendita di obbligazioni subordinate alla clientela retail, l’emissione del 2013.
Si tratta di titoli estremamente rischiosi per i piccoli risparmiatori, perché il rimborso non è previsto nel caso di fallimento della banca. Tra gli indagati per non aver fornito le necessarie informazioni alla Consob (e duque il reato ipotizzato è “falso in prospetto”) c’è anche Boschi, e alcune settimane fa i magistrati di Arezzo hanno chiesto una proroga delle indagini.
L’apertura del fascicolo è scaturita dalle sanzioni comminate dalla stessa Consob agli ex amministratori di Banca Etruria nel settembre scorso, per complessivi 2,76 milioni di euro. E riguarda il periodo 2012-2014, incentrato proprio sulle violazioni riscontrare nei prospetti informativi. La procura sta valutando i profili penali relativi alle norme che puniscono il falso in prospetto e il ricorso abusivo al credito.
Casini, ha ricevuto in queste ore una lettera da Rossi, in cui viene spiegata la posizione di quest’ultimo in merito al caso del padre di Maria Elena Boschi. Da fonti della Commissione si apprende che questo pomeriggio la lettera sarà trasmessa dal presidente in via riservata a tutti i membri della Commissione.
“Ci sembrava strano che la figura di Boschi non fosse in alcun modo più legata alle indagini, dato che il ruolo che aveva avuto nelle attività di Banca Etruria. – dice Letizia Giorgianni, presidente e fondatrice dell’Associazione Vittime del Salvabanche, la principale organizzazione dei risparmiatori travolti dal fallimento di Banca Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche – Noi saremo auditi dalla Commissione giovedì, e parleremo anche di quello che è successo dopo il fallimento della banca, compresa l’ipersvalutazione dei crediti deteriorati che ha danneggiato mltissimo i risparmiatori: se la svalutazione fosse stata più equa, sul modello di quella adottata per Montepaschi, si sarebbero potuti salvare almeno gli obbligazionisti subordinati. Abbiamo presentato un esposto contro Fonspa, la società che sta procedendo al recupero dei crediti”.
In Commissione Banche il senatore Andrea Augello (Idea) ha presentato al presidente Pier Ferdinando Casini una richiesta formale per verificare l’esistenza di un filone d’indagine sulla denuncia della Consob. “Se sarà confermato – ha annunciato Augello domenica nel corso del dibattito conclusivo della due giorni organizzata a Modena da Idea – proporrò alla Commissione di trasmettere l’audizione del dottor Rossi al Consiglio superiore della magistratura affinchè ne sanzioni il comportamento reticente e omissivo davanti al Parlamento italiano”.
Un’ipotesi che la Commissione potrebbe anche valutare, fanno sapere fonti vicine all’istituzione, una volta che però si riesamini attentamente la trascrizione della seduta di giovedì 30 novembre. Mentre il vicepresidente della Commissione, Renato Brunetta (Fi), ha annunciato che chiederà una nuova audizione del procuratore Rossi.
E intanto sul Pd, che solo pochi giorni fa aveva esultato per l’estraneità del padre di Maria Elena Boschi dalle indagini, si abbattono le critiche e le frecciate dell’opposizione, a cominciare dal Movimento Cinque Stelle: “Ce le ricordiamo benissimo le esternazioni da parte dei renziani nei giorni scorsi, subito dopo l’audizione in commissione Banche da parte del procuratore di Arezzo che sembravano scagionare papà Boschi da ogni ulteriore coinvolgimento nella vicenda Banca Etruria. Vogliamo ascoltare cosa hanno da dire oggi gli stessi soloni che ieri esultavano”, dice il deputato Alessio Villarosa, in commissione Finanze.