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Lo Ius Soldi

C’è chi deve aspettare anni per ottenere la cittadinanza italiana, e chi 10 minuti

Il calciatore del Barcellona Luis Suarez, l’avrete sentito ieri sicuramente, aveva bisogno della cittadinanza italiana per brigare il suo trasferimento a un’altra squadra e per facilitare la propria carriera. Aveva la parentela giusta ma avrebbe dovuto sostenere l’esame di italiano. Si presenta all’Università per Stranieri di Perugia e ovviamente è un trionfo.

Peccato che secondo la Procura di Perugia l’esame sia stato concordato e addirittura il voto finale fosse stato stabilito prima ancora di sostenere l’esame. Dalle carte dell’inchiesta si legge che «quello non spiaccica ‘na parola, coniuga i verbi all’infinito, ma te pare che lo bocciamo», si dicono i professori, anche perché dicono sempre loro «con 10 milioni a stagione di stipendio, non glieli puoi far saltare perché non ha il B1». Sui social i professori si sono fotografati tutti sorridenti con il celebre studente.

E dov’è lo scandalo?, direte voi. Semplice. In Italia per prendere la cittadinanza ci vogliono fino a quattro anni, normalmente. Merito, neanche a dirlo, anche del decreto sicurezza del fu Salvini che ha allungato da due a quattro anni i tempi del procedimento. Suarez in 15 giorni ha fatto quello che una persona normale riesce, se riesce, a fare in quattro anni con pratiche molto macchinose che spesso richiedono l’ausilio perfino di un avvocato.

Scrive una professoressa: «In qualità di docente di italiano L2 conosco le lungaggini burocratiche, legate alla richiesta della cittadinanza, le quali inducono spesso molti stranieri a evitare di farne richiesta; fatto salvo il caso di taluni che pare godano di corsie preferenziali».

Poi c’è l’esame: quello di Suarez è durato qualche decina di minuti. Un mostro, in pratica. Scrive Gavin Jones, corrispondente Reuters in Italia che l’ha sostenuto: «Leggo che #Suarez ha ottenuto il certificato B1 di conoscenza dell’italiano ieri in mezz’ora. Per caso anch’io ho dato lo stesso esame ieri (per ottenere la cittadinanza). Dura 2 ore e 45’. Farlo in mezz’ora è impossibile – anche per Dante, ma sicuramente per Suarez».

E quindi cosa è successo con Suarez? Semplice: l’attaccante del Barcellona ha ottenuto lo Ius Soldi, ovvero un diritto che, come troppo spesso accade, non viene attribuito per merito ma per interesse economico. E non capita solo agli stranieri, e non capita solo nelle questioni di cittadinanza. E sarebbe interessante aprire un dibattito sulla ricchezza (e la notorietà) che unge i gangli della burocrazia. Siamo sempre lì. Siamo sempre qui.

Buon mercoledì.

(la geniale definizione di Ius Soldi è di Matteo Grandi)

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

Non concordare sul concordato, ad esempio, per difendere le vittime di abusi

Questioni che vorrebbero convincerci essere marginali solo perché sono riusciti a emarginare le posizioni. Il comunicato di Pippo Civati e Andrea Maestri, deputati di Possibile:

“Oggi abbiamo depositato alla Camera dei Deputati un progetto di legge costituzionale che prevede l’abrogazione dell’art. 7 del Concordato stipulato fra la Santa Sede e lo Stato italiano nel 1929. In base alla norma concordataria  «Gli ecclesiastici non possono essere richiesti da magistrati o da altra autorità a dare informazioni su persone o materie di cui siano venuti a conoscenza per ragione del sacro ministero». La norma offre copertura alle posizioni di quella parte della Chiesa cattolica che si ritiene esentata dall’obbligo di denunciare alla magistratura i casi di pedofilia segnalati alla Curia. La tutela incondizionata dei bambini vittime dei pedofili, auspicata per la prima volta con chiarezza anche dalla stessa Pontificia Commissione istituita da Bergoglio, per essere concreta deve passare attraverso l’abrogazione di questa norma concordataria. Troppo timide, invece, le raccomandazioni della CEI, che contraddicono la nettezza della posizione espressa dalla Pontificia Commissione. La nostra proposta nasce dal senso repubblicano delle istituzioni che ci guida, insieme al principio di laicità e dall’esercizio della responsabilità di legislatori. Auspichiamo il più ampio consenso parlamentare intorno alla nostra proposta, perché è dovere morale e giuridico assicurare una tutela immediata ed effettiva a tutte le piccole vittime di abusi.”