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dino amenduni

Infotainment

La soubrette parla di politica, il politico cucina, l’attore canta, il cantante recita. Tutti fanno tutto, tutti danno la sensazione (ovviamente falsa) che tutti possano fare tutto. L’infotainment non è un’invenzione italiana, ma in Italia è diverso, ed è più importante comprenderne e studiarne i meccanismi di funzionamento. Perché in Italia l’editore delle tv commerciali fa politica, e dunque le tv commerciali possono aiutarlo a far passare meglio alcuni messaggi senza utilizzare il linguaggio della politica, entrando in salotti e in famiglie di solito sorde ai richiami dei talk show di approfondimento (comunque abilmente presidiati). È questo il substrato culturale in cui storie come quella di Nicole Minetti, una tra le più brillanti (la ragazza è tutto fuorché stupida) distorsioni nell’irrisolto rapporto tra media e potere, possono nascere e fiorire. Minetti ha ballato, poi ha fatto politica, con risultati disastrosi. E con tutta probabilità tornerà a ballare, in modo assolutamente naturale (se non finisce in carcere prima, naturalmente).

Dino Amenduni per Valigia Blu.

Dove sono i voti degli italiani

Come saranno le campagne elettorali del futuro, nel lavoro di Dino Amenduni:

In questa analisi proviamo a fare un passo ulteriore e a provare a immaginare le campagne elettorali del futuro prossimo alla luce di alcuni dati che emergono dalla ricerca e che ridefiniscono alcune regole della comunicazione politica.

In particolare:

– i quotidiani hanno perso due milioni di copie vendute a livello nazionale negli ultimi 12 anni (-34.3%);
– Facebook è usato dal 41.3% della popolazione italiana, Twitter dal 5.4%;
– il 70% degli italiani pensa che “gli apparati dell’informazione” manipolino le notizie;
– quasi un italiano su due sceglie di votare non sulla base di ciò che ha appreso dai media (vecchi e nuovi), ma da ciò che ha ascoltato da amici, parenti e conoscenti (il 43.9% degli elettori, +25% in soli quattro anni);
–  il 35.3% degli italiani pensa che le tecnologie digitali abbiano peggiorato (e non migliorato) l’organizzazione dei movimenti politici.

In questa presentazione proviamo ad analizzare questi dati e a immaginare cinque idee operative per “aggiornare i partiti”, in modo che rispondano efficacemente a questo profondissimo cambiamento delle dinamiche di orientamento al voto degli italiani.