Vai al contenuto

fadil

È una roba enorme, la morte di Imane Fadil

È una storia che sembra uscire dai peggiori film spy o dalle peggiori democrazie la morte del testimone chiave di un processo contro un ex presidente del Consiglio.

Ecco cosa dice Greco (da HP):

Dalle analisi sul corpo di Imane Fadil risulta “un’elevata presenza di cadmio e antimonio” e sono in corso verifiche sulla potenziale radioattività. Lo ha detto il pm di Milano Francesco Greco oggi in conferenza stampa, sottolineando che l’antimonio era presente nel corpo della testimone chiave del processo Ruby – morta il primo marzo – con un valore di quasi tre volte superiore e il cadmio urinario di quasi sette volte superiore il range normale. I valori erano elevati nonostante il sangue fosse stato “lavato e sostituito”, ha continuato il procuratore. Durante la permanenza in ospedale Fadil fu sottoposta infatti a numerose trasfusioni. Oltre a cadmio e antimonio è stata riscontrata la presenza di molibdeno, cobalto, cromo urinario (7,4 mg/litro) e cromo del sangue (2,6 mg/litro).

La donna è morta dopo un mese di ricovero nel centro Humanitas di Rozzano. L’ipotesi è che sia stata avvelenata. La donna già dal 12 febbraio aveva manifestato il suo timore: “Parlò di avvelenamento e lo comunicò all’esterno”, ha spiegato Greco. Nessuno però ha avvertito gli inquirenti. La struttura ospedaliera, ha continuato il procuratore, “non ha comunicato né alla procura, né alla polizia” il sospetto.

Fadil non aveva malattie gravi ma “non è esclusa anche la causa naturale, anche se tutti gli accertamenti svolti all’Humanitas non hanno riscontrato patologie”, ha precisato ancora Greco. “La prima cosa da fare ora è accertare perché Imane Fadil è morta. Quello che emerge è che i medici hanno tentato tutto il possibile”, ha puntualizzato.

Il magistrato ha tenuto a precisare che solo l’autopsia – che dovrebbe essere eseguita tra giovedì e venerdì – potrà stabilire con certezza le cause della morte. Agli esami saranno in campo anche il nucleo radiologico e batteriologico dei Vigili del Fuoco: “Non conoscendo le cause del decesso – ha detto Greco – nulla si può escludere. Per questo, d’accordo con i legali, si è deciso di procedere con cautela ed è necessario procedere con particolari attrezzature tecniche che abbiamo recuperato anche con l’intervento dei vigili del fuoco specializzati in questo tipo di interventi. Si procederà quindi prima all’estrazione dei campioni e poi alla normale autopsia”.

I magistrati in queste ore stanno interrogando il direttore sanitario del centro dove la trentaquattrenne modella marocchina è morta. La notizia del decesso, ha spiegato ancora Greco, non è stata data agli inquirenti dall’Humanitas ma dall’avvocato di Fadil che “che ha anticipato la comunicazione dell’ospedale”.