‘Ndrangheta, preso Laudonio, che con la mafia insozzava (anche) l’arte
Gianluca Landonio, 60 anni, latitante da luglio, è stato arrestato a Barcellona ieri sera intorno poco prima delle dieci di era. L’uomo era evaso dai domiciliari e dall’affidamento ai servizi sociali e deve scontare una condanna ad 11 anni in seguito all’inchiesta “Metallica” eseguita dalla Dda di Milano. Secondo gli inquirenti il suo compito sarebbe stato quello di riciclare il denaro della ‘ndrangheta investendo in opere d’arte.
Landonio è stato individuato dalla Sezione Catturandi dei Carabinieri del capoluogo lombardo insieme alle forze speciali spagnole (la Udev, Unidad de Delincuencia especializada y violenta di Madrid e la Udico – Unidad de droga y crimine organizado di Barcellona).
Il 60enne è figlio di Sergio (80 anni), altro personaggio considerato il rappresentante della ‘ndrangheta nel milanese. Da sempre gli interessi della famiglia sarebbero stati quelli del riciclaggio dei proventi dell’attività criminale in opere di alto valore artistico: artisti come Guttuso, Modigliani, Arman, Schifano, sono solo alcuni di quelli “trattati” (anche se non tutti originali e alcuni risalenti alle “scuole” di questi artisti) dal clan ramificato a Milano.
Durante l’operazione “Metallica”, scattate nel 2008 ed in cui furono coinvolti sia il padre che lo stesso Landonio, gli furoo eseguite decine di arresti con accuse che spaziavano dall’impiego di denaro di provenienza illecita, al concorso esterno fino all‘associazione di stampo mafioso. Ben cinquantuno, poi, i quadri che furono recuperati e del valore di oltre sessanta milioni di euro.
Il clan di riferimento dell’orma ex latitante era quello di Giuseppe Onorato, detto “don Pepè”, storico rappresentante della ‘ndrangheta del nord, con interessi nel riciclaggio, nell’estorsione e nel recupero crediti. A sua volta il clan è fatto risalire al mandamento del quartiere Gallina di Reggio Calabria.
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