Vai al contenuto

indagato

Mastrapasqua e la disarticolazione di un Paese attraverso l’avidità

Ma come possiamo parlare di politica in un Paese in cui il presidente dell’INPS che ha altri venticinque incarichi (25!) sia indagato di reati gravi senza nemmeno  una riflessione sulla sua voracità e sulla credibilità fondamentale per l’ente che presiede?antonio-mastrapasqua-640

Cartelle cliniche truccate per gonfiare i rimborsi, all’ospedale Israelitico di Roma diretto da Antonio Mastrapasqua. Il presidente dell’Inps, che ha all’attivo 25 incarichi, è indagato dalla procura di Roma per la sua attività da direttore generale nell’ospedale della Capitale. Lo anticipa il quotidiano La Repubblica, che quantifica in 12.164, le schede di dismissione “taroccate” alla regione Lazio per ottenere “13,8 milioni di euro di rimborsi non dovuti”, a cui si sommano “71,3 milioni di euro” di presunto “vantaggio patrimoniale”. L’indagine è partita dalla denuncia del Nas di Roma del 16 settembre 2013. Ci sono casi di cartelle falsificate in cui le estrazioni dei denti sono state classificate in qualche caso come costosissime plastiche gengivali con innesto di osso. Particolare non trascurabile visto che la clinica non risulta accreditata col Servizio sanitario per odontoiatria, quindi non può esigere il rimborso delle prestazioni ambulatoriali erogate in quel reparto. Lo può fare invece per ortopedia.

Il presidente Inps si giustifica attraverso una nota ufficiale: “Si precisa che l’inchiesta è stata avviata anche grazie all’impulso dato in passato dallo stesso Mastrapasqua e quindi ha proprio la finalità di far chiarezza ed individuare eventuali responsabili di condotte penalmente rilevanti. Nessun rilievo o interesse assumono nell’indagine il ruolo di presidente dell’Inps del dott. Mastrapasqua né tantomeno quello di Direttore Generale dell’Ospedale Israelitico in quanto i fatti ipotizzati attengono a condotte che sarebbero state poste in essere da alcuni dirigenti sanitari e non afferiscono né all’Inps né all’Ospedale Israelitico come struttura sanitaria di rinomata efficienza e professionalità; entrambe ingiustamente colpite dalla diffusione di questa notizia”.

Formigoni go home! Il sito e l’appello.

Il tanto decantato modello lombardo, tuttaltro che un buon governo, ha favorito lo svilupparsi di un sistema clientelare e non ha risposto ai problemi dei cittadini: partendo dal lavoro per arrivare alla tutela dell’ambiente. 17 scandali in 17 anni, il Presidente di Regione indagato per corruzione, 1/5 del Consiglio Regionale indagato o condannato oggi ne sono la prova provata e sono tutte ottime ragioni per chiedere di tornare al voto.

E allora noi glielo ricordiamo. Con una mail alla sua segreteria.

Formigoni go home, il sito e l’appello da sottoscrivere lo trovate qui.

Questa non è la Lombardia: tutti gli indagati

Non è l’immagine della regione che dovrebbe rappresentare:

Daniele Belotti (Lega Nord) è indagato per una vicenda di tifo violento verificatasi a Bergamo l’8 febbraio 2011. E’ ritenuto l’anello di congiunzione tra le istituzioni e la tifoseria; deve rispondere di concorso in associazione per delinquere.

Monca Rizzi (Lega Nord), indagata a Brescia per presunti dossieraggi nei confronti di avversariall’interno del Carroccio, si è dimesso il 16 aprile 2012.

Davide Boni (Lega Nord) il 6 marzo 2012 il presidente del consiglio regionale lombardo viene indagato per corruzione per un totale di circa un milione di euro, soldi che potrebbero essere finiti nelle casse del partito di Umberto Bossi. L’indagine si concentra su presunte tangenti in campo urbanistico.

Renzo Bossi (Lega Nord) indagato a Milano per truffa ai danni dello Stato nell’inchiesta sui fondi della Lega, con il padre Umberto e il fratello Riccardo il 16 maggio 2012. 

Nicole Minetti (Pdl) il consigliere regionale è indagata insieme a Lele Mora ed Emilio Fede per induzione e favoreggiamento della prostituzione nella vicenda di Ruby. L’iscrizione nel registro avviene il 15 gennaio 2010.

Gianluca Rinaldin (Pdl) il 16 aprile 201o viene iscritto nel registro degli indagati per corruzione, truffa aggravata, finanziamento illecito ai partiti e falso. L’inchiesta riguarda presunte tangenti nel settore turistico del lago di Como. L’indagine era stata ribattezza la “Tangentopoli lariana”.

Massimo Ponzoni (Pdl) il 19 settembre 2011 l’ex assessore regionale all’Ambiente é indagato per bancarotta e poi per corruzione, nonché coinvolto nella maxi-operazione Infinito contro la ‘ndrangheta. Arrestato.

Franco Nicoli Cristiani (Pdl), ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta per una presunta tangente da 100 mila euro. Le indagini hanno portato anche al sequestro di alcuni cantieri della Brebemi in territorio di Milano e Bergamo. Le manette scattano il 30 novembre 2011.

Angelo Giammario (Pdl) il 14 marzo 2012 riceve la visita dei carabinieri che indagano il consigliere per l’ipotesi di corruzione e finanziamento illecito dei partiti. La vicenda in questione è legata agli appalti per il verde pubblico, soprattutto tra Milano e la Brianza.

 Romano La Russa (Pdl)l’assessore alla sicurezza della regione Lombardia e fratello dell’ex ministro alla Difesa viene indagato il 19 marzo 2012 per finanziamento illecito ai partiti nell’ambito dell’inchiesta sul caso Aler.

Roberto Formigoni (Pdl) presidente della Regione Lombardia è stato iscritto nel registro degli indagati il 23 giugno 2012, nell’inchiesta della Procura di Milano sui 70 milioni di euro che il polo privato della sanità Fondazione Maugeri ha pagato negli anni al consulente-mediatore Pierangelo Daccò.

Filippo Penati (Pd) è indagato dal 20 luglio 2011, per presunte tangenti per gli appalti dell’area Falck, si è dimesso dalla sua carica nel Consiglio regionale della Lombardia, dove era vicepresidente, mai da consigliere.

Alessandra Massei ex dirigente alla Programmazione sanitaria è indagata il 7 giugno 2012 per la vicenda giudiziaria che ruota intorno alla fondazione Maugeri.

Carlo Lucchina il direttore generale dell’assessorato alla Sanità compare il 14 giugno 2012 come indagato, perché accusato di turbativa d’asta su finanziamenti regionali, stanziati e in alcuni casi già erogati dalla Regione Lombardia, nell’ambito degli accordi stipulati tra aziende private.

Formigoni e la farsa che si sgretola (cronaca di una conferenza stampa bipolare)

Meraviglioso. Un pezzo che nemmeno Beckett riuscirebbe ad immaginare.
Formigoni arriva in sala stampa con i collaboratori e gli assistenti che non sanno più come limitare il suo sfanculamento facile a qualsiasi cosa puzzi di informazione.
Dice che la notizia è falsa.
Non è indagato.
Anzi, no, forse semplicemente non è ancora stato informato.
E comunque se è indagato non si dimette (l’avevo scritto stamattina, non c’è bisogno di essere sibille).
E qualcuno gli ricorda che aveva promesso le dimissioni. “Altro tempo storico” dice lui. Ah. Allora va bene così, certo.
Poi parla della stampa comunista che gli tende un trappolone (il Corriere della Sera comunista è roba da TSO).
Dice che anche gli altri sono indagati. E che anzi lui sarebbe tra i più bravi perché è durato da “vergine” più a lungo.

Nessuno parla del punto politico.

Qualcuno non può permettersi di urlare troppo perché da altre parti siamo al rinvio a giudizio per il braccio destro del segretario nazionale.

Nessuno dice che è il modello a fallire, mica Formigoni.

Tutti sanno che non si dimette.
Tutti sanno che bisogna correre per fare un comunicato stampa in cui si chiedono le dimissioni.
Poco, però, non troppo.
Finisce la conferenza stampa.
Si va tutti a pranzare.

20120623-130617.jpg

Neanche un usciere

Diceva Roberto Formigoni che le ultime vicende giudiziarie non avevano toccato minimamente Regione Lombardia. Diceva che del “suo” governo e del “suo”palazzo non era stato sfiorato da un avviso di garanzia neanche un usciere.

A leggere i giornali di oggi si capisce il perché: le porte erano tutte aperte. Gi uscieri non servivano più. E infatti l’indagine a suo carico è entrata direttamente senza nemmeno bisogno di suonare, presentarsi e lasciare il documento d’identità. Del resto gli avvisi di garanzia sono clienti abituali del Grand Hotel del Pirellone e Palazzo Lombardia.

E così Formigoni stamattina si sveglia indagato.
E nessuno creda che sarà dimissionario.

20120623-102502.jpg