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istruzione

Che Paese è quello che chiede di scegliere tra figlio e lavoro?

immagine-0281Le Pari Opportunità, quando escono dal Ministero e diventano problemi reali, nel pezzo di Gabriele Corsi:

Ma il problema più grande qual è?
“Il prossimo 18 febbraio ci sarà la seconda prova del concorso. Cosa succederà se sarò ammessa alla prova orale e questa coinciderà con la data presunta del parto? Ovvio, per il Ministero, anzi per il Ministro sarò esclusa automaticamente dal concorso, nonostante tutti i miei sacrifici. Tutto sarà vano se mio figlio deciderà di nascere lo stesso giorno o in prossimità della prova”.

Nella situazione di Daniela ci sono tante altre aspiranti insegnanti. 
Che si fa? Si fanno gravidanze “elastiche”? Tipo di 11 mesi? Lo chiedo al Ministro, che è un tecnico.

Si chiede di scegliere tra la maternità e il lavoro?
Ma Daniela ha la voce che ride.
“In via teorica esiste un governo, un Ministro, quello dell’Istruzione, che ha elaborato un bando, basterebbe derogare a ciò che si è scritto. Non dovrebbe essere così complicato (in via teorica!). Inutile parlare di pari opportunità se poi una donna che va a partorire è ingiustificabile ai fini di una selezione pubblica. Se è lo Stato il primo a ledere questo diritto cosa vogliamo aspettarci dai privati”.
 Daniela andrà a votare: “Voterò, perché i diritti, finché ci sono, vanno esercitati. Dopo è inutile lamentarsi! Credo nel rinnovamento delle persone e delle idee”.
Nessuno è stato vicino, in questa battaglia, a Daniela: “Solo la mia famiglia. I sindacati sono troppo impegnati a litigare tra loro, a fare ricorsi su ricorsi mettendoci l’uno contro l’altro”.

Daniela ha la voce che ride. Perché comunque vada ad aprile nascerà Tiziano.
Forse a Daniela chiederanno davvero di scegliere tra l’essere mamma ed essere assunta.
La sua voce, mentre ride, ci dice che la sua scelta l’ha già fatta.
E la domanda è: che Paese è quello che chiede di fare una scelta del genere?

Parlare di scuola sotto questi venti elettorali

banchi_scuolaIl quotidiano online Tecnica della Scuola analizza la centralità dell’istruzione nel dibattito politico pre elettorale e lo fa con attenzione ai numeri e ai temi. Non si può non fermarsi sulle parole di introduzione all’articolo che riprendono tutta la delusione che si può ascoltare tra alunni, genitori e insegnanti sull’istituzione fondamentale per una democrazia sana che è stata sistematicamente sotto attacco negli ultimi decenni:

A sentirli parlare, i politici, dicono tutti che la scuola è “centrale”. Ma della scuola “reale” poco si parla e poco si scrive. Ecco le proposte contenute nell’attuale Offerta Politica e le domande finora senza risposta.

Era salita agli onori della cronaca nazionale al tempo dello scontro sulle 24 ore. Aveva fatto capolino nel match televisivo Bersani-Renzi. Aveva indispettito Monti, che contava di prelevare quei 700 milioni di euro dal lavoro supplementare gratuito dei docenti per risanare i conti pubblici. Poi la Scuola è scomparsa dal dibattito politico. Tutti ne proclamano la “centralità”. Ma nessuno entra nel merito, se non per scandire qualche slogan, spesso un po’ vecchiotto.

C’è da scommettere però che il milione di lavoratori del settore, docenti in particolare, reduci dalle batoste degli ultimi anni, nella veste di elettori staranno ben attenti sul dove mettere la crocetta. Troppe le promesse di “valorizzazione” finite nel bidone.

L’attuale Offerta Politica sembra confezionata su misura di elettore, specialmente quello incerto. Riguardo all’Istruzione, “rilanciare” ed “investire” sono le parole magiche. Qualità, efficienza, valutazione e merito sono le tematiche più trendy, a cui si aggiungono produttività e flessibilità. Si glissa invece sulle risorse. Logoro appare ormai il discorso della scuola più “moderna ed europea”.

Le domande che vengono poste alla politica sono le basi per un programma di governo che voglia segnare davvero il cambiamento. E le risposte sono un suggerimento anche qui, in Lombardia, dove Formigoni è stato spesso l’anticipatore delle pratiche peggiori su scala nazionale. Per uscire dallo sterile dibattito pubblico-privato (dove, secondo la Costituzione, non dovrebbe esserci nemmeno la possibilità di un dubbio) e provare a parlare di riforme. Davvero.

DOMANDE IN CERCA DI RISPOSTA

Per i soggetti politici che volessero misurarsi con la scuola “reale” per rendere davvero “centrale” istruzione, formazione, educazione, suggeriamo alcune domande:
 
1) Quale scuola vogliamo per le nuove generazioni?
2) Come tornare ad investire sulla scuola, per renderla al passo con le sfide del XXI secolo, e dove reperire le risorse?
3) Quale docente? Quali competenze, percorso di formazione, percorso di carriera? Quale stato giuridico? Quale riconoscimento economico? Quale rivalutazione sociale?
4) Come reclutare personale docente giovane ed assicurare il necessario ricambio generazionale?
5) Come assorbire il precariato che logora metà vita professionale dell’aspirante docente?
6) Come gestire il Sistema nazionale di valutazione?
7) Quali proposte per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche?
8) A chi giova l’eventuale riduzione di un anno del percorso di studio e diplomare i 18enni?
9) Come si colloca la scuola paritaria rispetto ai finanziamenti pubblici?
10) Come affrontare il problema dell’eccessivo innalzamento dell’età pensionabile rispetto all’esigenza di rinnovamento e al lavoro stesso?

Interrogazione: vogliamo risposte sui buoni scuola

INTERPELLANZA CON RISPOSTA SCRITTA  EX ART. 120 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Oggetto: approfondimenti in merito all’aggiudicazione della gara d’appalto dei buoni scuola

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

La Dote Scuola è un contributo erogato da Regione Lombardia, per ragioni sociali o di merito, rivolto a studenti residenti nel territorio lombardo e appartenenti a famiglie con indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore o uguale a 15.458 euro per quanto riguarda la componente di sostegno al  reddito, mentre con indicatore reddituale familiare inferiore o uguale a 30.000 euro per la componente buono scuola, per quanto riguarda gli studenti delle scuole paritarie;

PREMESSO INOLTRE CHE

i voucher o buoni- scuola sono spendibili presso la grande distribuzione, cartolerie, librerie, negozi di informatica e molti altri esercizi commerciali, convenzionati con la società privata che gestisce l’erogazione e la rendicontazione dei voucher;

CONSIDERATO CHE

la Edenred, multinazionale che ha costruito il suo successo sui buoni pasto Ticket Restaurant, si è aggiudicata l’affidamento del servizio di realizzazione, erogazione, monitoraggio e rendicontazione dei titoli di assegnazione della Dote Scuola dal 2009, ovvero dall’anno della nascita dei buoni stessi, e il 16 giugno 2011 si è aggiudicata  l’appalto per gli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

con parere n.142 il 20 luglio 2011 l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (AVCP) ha dichiarato detta gara di appalto non conforme alla normativa di settore, riportando nel parere diverse motivazioni, quali la determinazione di una barriera all’ingresso nel nuovo mercato, che restringe di fatto la concorrenza, e sottolineando che si intravedono sintomi di illogicità nella scelta di riconoscere un’accentuata prevalenza agli aspetti qualitativi delle offerte;

ATTESO CHE

dare troppo peso ad elementi come l’esperienza in servizi analoghi o il fatturato specifico maturato nel settore di fatto rende impossibile la partecipazione alla gara a diverse aziende e restringe la concorrenza;

 

ATTESO INOLTRE CHE

l’appalto in questione ammonta ad una fornitura pari a 300 milioni di euro ed è stato aggiudicato senza l’ottenimento di alcuno sconto in favore della pubblica amministrazione sui beni acquistabili attraverso i voucher/ticket rilasciati agli studenti della Regione;

 

RILEVATO CHE

 

la difficile situazione di crisi economico- finanziaria di portata nazionale e regionale impone anche a Regione Lombardia una costante osservazioni delle varie possibilità di risparmio, monitorando con cura tutte le assegnazioni di gare d’appalto

 

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE AL BILANCIO, FINANZE E RAPPORTI ISTITUZIONALI, ROMANO COLOZZI PER CONOSCERE:

 

  1. Se lo svolgimento del servizio dell’anno 2009/2010 sia stato di piena soddisfazione della Regione e degli utenti;
  2. Se gli esercizi commerciali abbiano dato riscontri positivi;
  3. Quante aziende hanno partecipato alla gara, con quali modalità e termini di valutazione sia stata effettuata la scelta tra i concorrenti e quali vantaggi rispettivamente per la Regione e per i beneficiari del voucher siano stati rilevanti nella aggiudicazione;
  4. Quali misure Regione Lombardia, in seguito al parere negativo dell’AVCP, abbia intenzione di mettere in atto per correggere una gara d’appalto non conforme alle normative di settore.

 

Milano, 7 settembre 2011

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)