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Mad in Italy

Prima o poi alcuni pezzi della classe dirigente di questo Paese riusciranno finalmente a trovare qualcosa, una formula chimica, che so, un vaccino, un Trattamento Sociale Obbligatorio controfirmato dal sindaco – ecco un Tso mi pare che renda benissimo l’idea, teniamo questo – e allora molti dei problemi spariranno in un lampo e loro torneranno finalmente a essere competitivi, colonizzeranno la Cina facendo man bassa di negozietti e capannoni e venderanno ammennicoli made in Italy a prezzi davvero stracciati.

Stop alle domande su paga e orari: ai colloqui serve buona educazione

Il primo evidente effetto di questo Tso di massa risolutivo sarà la tanto agognata buona educazione durante un colloquio di lavoro: non si ripeteranno più i drammatici episodi in cui l’aspirante lavoratore si permetterà di mettere a disagio il suo potenziale capo con impertinenza e scandalosa curiosità. Non ci si permetterà più di chiedere informazioni sulla paga, sugli orari e su eventuali giorni liberi ma in compenso i candidati (finalmente educati) si presenteranno con un casellario giudiziario debitamente compilato, un casellario affettivo che comprenda i profili degli amici e delle mogli e dei mariti e un preventivo dettagliato dei futuri figli da concepire solo con un arguto calcolo che preveda il parto nei periodi festivi o di bassa stagione. Le donne, anzi, proporranno spontaneamente di sfamare il proprio desiderio di maternità adottando il capo ufficio o il capo reparto così da non inficiare l’equilibrio tra ambito familiare e ambito lavorativo perché se è vero che “da noi in azienda siamo tutti una grande famiglia” (che è un refrain che si legge più o meno dappertutto) allora deve essere chiaro che in Italia è vietata la poligamia.

Per fermare i cervelli in fuga basterà chiudere a chiave le frontiere

Il secondo evidente effetto del Tso per decreto sarà la chiusura delle frontiere verso l’esterno: per evitare la fuga dei cervelli del resto basta chiudersi dentro a chiave, come abbiamo fatto a non pensarci prima, iniettando un proficuo senso patriottico che trasformi l’autodeterminazione nel più grande favore che si possa fare alla concorrenza. Altro che “dote ai giovani”: finalmente qualcuno avrà il coraggio di dire che dovrebbero essere proprio i giovani, che si concedono il lusso di essere così lungamente improduttivi prima da bambini poi da adolescenti e poi da studenti, a restituire il costo sociale dei loro 20 anni di ferie (fin dalla nascita) al resto della comunità. Per ogni giovane verrà stilata una precisa nota spese che tenga conto di tutti i servizi di cui ha usufruito senza occuparsi di restituire fatturato (dagli ospedali, alla scuola, ai mezzi pubblici, alle strade asfaltate, alle infrastrutture per farlo navigare su Instagram, insomma tutto proprio tutto) e ognuno avrà il suo debito totale stampato sulla carta di identità da rendere in ore lavorative quando finalmente la smetterà di essere giovane e comincerà a essere produttivo. Se qualcuno si permetterà di far notare che in Germania si guadagna meglio gli si risponderà senza remore che avrebbe dovuto pensarci prima, nascendo in Germania, ora è troppo comodo e troppo tardi.

Via il Reddito di cittadinanza, molto meglio il Turno di cittadinanza

Il nuovo Trattamento Sociale Obbligatorio poi sostituirà il Reddito di cittadinanza con il Turno di cittadinanza: chiunque lamenti difficoltà economiche e di inclusione troverà accoglienza e ristoro con l’assunzione gratuita in qualche linea produttiva. Troverà un ambiente climatizzato, avrà di che vestirsi con la divisa di lavoro, potrà sviluppare socialità con i compagni di fabbrica e gioverà il nutrimento della mensa aziendale. Altro che tassa di successione: finalmente verrà reso legale il reato di povertà. Chiunque nella vita non sia riuscito a raggiungere il livello minimo di dignità economica verrà giustamente citato per danni per “avere rovinato l’immagine dell’Italia in giro per il mondo” con una causa in cui lo Stato si costituisca parte civile. Le multe saranno direttamente proporzionali al grado di imbruttimento raggiunto dal criminale in questione. Perché, diciamocelo, chi andrebbe a bersi uno Spritz in Sardegna con il terrore di incrociare per le strade qualcuno che non ce l’ha fatta. Non possiamo permettercelo, no.

Dalla sicurezza sul lavoro alla sicurezza nel lavoratore: ognuno sia ispettore di se stesso

Infine si potrà dare seguito alla riforma della sicurezza sul lavoro con un nuovo disegno di legge per la “sicurezza nel lavoratore”: in nome della resilienza necessaria per ripartire dopo la pandemia ogni lavoratore diventerà ispettore di se stesso. Il suo mestiere mette a rischio le sue mani? Trovi il modo di non usarle. Il lavoratore corre il rischio di cadere da grandi altezze? Non cada. Volete il sovranismo? Benissimo, con il Trattamento Sociale Obbligatorio voi siete la vostra Patria, il vostro welfare la vostra libertà. E vedrete che finalmente si riparte.

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Qualcuno morirà, pazienza

La frase choc del presidente di Confindustria Macerata, secondo cui l’economia viene prima della vita delle persone, indica senza i soliti giri di parole ciò che pensa una buona fetta dell’imprenditoria italiana

Intervenendo all’evento “Made for Italy per la moda” l’imprenditore e presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini ha detto, in uno stentato italiano: «Ci aspetta un Natale molto magro, stanno pensando di restringere ulteriormente. Questo significa andare a bloccare un retail che si stava rialzando per la seconda volta dalla crisi e lo stanno mettendo nuovamente in ginocchio. Io penso che le persone sono un po’ stanche e vorrebbero venirne fuori. Anche se qualcuno morirà, pazienza. Così diventa una situazione impossibile, impossibile per tutti».

Insomma, se muore qualcuno, pazienza, dice Guzzini, riuscendo nella mirabile impresa di dire piatto piatto, senza i soliti giri di parole e senza troppe edulcorazioni quello che pensa una buona fetta dell’imprenditoria italiana. Tra salute e profitto il profitto vince, il profitto interessa, il profitto conta.

Inquietante anche il tentativo di difesa di Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche che dice testualmente: «Non scuso le affermazioni di Guzzini, ma dico che oggi anche gli imprenditori sono sotto stress perché, comunque, stiamo portando avanti la carretta, stiamo facendo di tutto e di più per tenere in piedi le nostre aziende e quindi, ripeto, non giustificando queste parole, dico che in momenti di tensione si possono anche dire cose che uno non pensa, magari anche preso dalla foga o inserito in un altro discorso». In sostanza questi imprenditori, poveretti, si fanno prendere dalla foga e inciampano sui morti. C’è da capirli, eh.

Ma alla domanda “come siamo potuti arrivare fino a qui?” c’è una risposta semplice semplice: accettando anche solo di mettere sullo stesso piano salute e profitto, perdendo il senso dell’indecenza di fronte a chiunque usi questa bilancia. Come se avessimo perso il senso della misura. E così nel momento in cui abbiamo accettato la contrapposizione tra le due cose abbiamo sdoganato le vittime collaterali del fatturato, quelli che in questi mesi sono andati in fabbrica, sui mezzi pubblici, nei supermercati. Abbiamo accettato che ci fossero vittime collaterali. Non è mostruoso?

Accade da anni e noi non siamo ancora riusciti a mettere in discussione il nocciolo del discorso. Che è un nocciolo sbagliato. E ci convincono che debba per forza andare così.

Buon mercoledì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

I rider di Uber Eats erano schiavizzati: la compagnia commissariata per caporalato

L’inchiesta su Uber Italy che vede coinvolte 10 persone per caporalato tra cui la manager di Uber Gloria Bresciani è la perfetta fotografia di un momento storico, al di là poi della rilevanza giudiziaria: sistematizzare le disperazioni per poterle spolpare fino all’ultimo centesimo appoggiandosi sulle povertà e nascondendosi dietro l’algoritmo di una piattaforma è il comandamento degli sfruttatori del 2020, gli schiavi non sono più solo nei campi con le schiene spezzate ma macinano chilometri sotto il sole o sotto la pioggia per la miseria di una lavoro sottopagato a cottimo come nelle peggiori storie di secoli fa.

È uno schiavismo scintillante, quello del delivery che ci porta comodamente i cibi a domicilio, che una certa narrazione è riuscito addirittura a rivenderci come una conquista. Solo che nel vocabolario impolverato dei diritti ormai sembra essersi smarrito il senso che una “conquista” lo è se porta vantaggi a tutti e invece qui ci troviamo di fronte a lavoratori, ancora una volta, stretti nella morsa di azienda e clienti.

Tra gli indagati anche Danilo Donnini e Giuseppe e Leonardo Moltini, amministratori della Flash Road City Srl e della Frc Sr, che andavano a cercare carne da macello da fare salire in bicicletta nelle sacche più in difficoltà delle storture politiche: i “pericolosi” immigrati in attesa di protezione umanitaria, quegli stessi che vengono già mangiati da certa propaganda politica, tornavano utilissimi per diventare manovalanza. Sono perfetti, se ci pensate, per un certo tipo di capitalismo: si ritrovano in una posizione di debolezza per reclamare diritti e hanno troppa fame per rinunciare a un lavoro.

Si legge nelle carte del pm di Milano Paolo Storari che gli indagati “approfittavano dello stato di bisogno dei lavoratori, migranti richiedenti asilo dimoranti nei centri di accoglienza straordinaria, pertanto in condizione di estrema vulnerabilità e isolamento sociale” e li destinavano al lavoro per il gruppo Uber “in condizioni di sfruttamento”. Pagamenti a cottimo per 3 euro a consegna, indipendentemente dalle distanze da percorrere e dalla fascia oraria, mance dei clienti che venivano sottratte, punizioni arbitrarie: “Abbiamo creato un sistema per disperati, ma i panni sporchi si lavano in casa”, diceva intercettata al telefono la manager di Uber. Consapevoli di essere degli schiavisti e sicuri di poter ambire all’impunità. Forse sarebbe il caso di imparare presto i nuovi riferimenti per riconoscere le nuove schiavitù. In fretta.

Leggi anche: Rider sfruttati, Uber Italia commissariata dal tribunale

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