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leoni

«Come godo»

Manlio Germano era un profilo fake, esistente su Facebook, che vomitava insulti razzisti, odio, rancore, bile e tutte quelle altre schifezze sui social. Se ne stava tranquillo nella sua bolla a rimestare nella merda finché un giorno ha esagerato ed è stato notato: in fondo, se ci pensate, lo fanno proprio per quello, per creare rumore, per guadagnarsi un seguito che non sarebbero capaci di avere esprimendo idee proprie che non siano violenza.

Manlio Germano aveva riportato la foto dei fratelli Bianchi (in carcere con l’accusa di avere ucciso Willy Monteiro Duarte) definendoli “eroi” e apostrofando Willy come “scimpanzé”. “Come godo”, aveva anche scritto. Quando il suo post è diventato virale (perché per fortuna l’indignazione scova la feccia che rimane sotto traccia e la fa venire a galla) il nostro coraggiosissimo Manlio Germano (che ovviamente non è il suo vero nome) aveva addirittura annunciato querela (per cosa poi? Per essere uno schifoso? Si voleva costituire?) e come al solito aveva scritto che non era stato lui a scrivere quel messaggio ma dei suoi amici, “per fare uno scherzo”. Sono sempre così: quando vengono beccati i leoni da tastiera diventano pecorelle.

La Polizia postale ha individuato il proprietario di quel profilo, un 23enne definito “esperto informatico”, che mascherava le tracce della navigazione, convinto che sarebbe stato impossibile rintracciarlo. E invece l’hanno rintracciato e hanno bussato alla porta dell’hotel in cui si trovava. Ora rischia fino a 8 anni di carcere.

La storia (triste) ci insegna due cose: innanzitutto che le parole contano, sul web o al bar, e delle parole che si pronunciano bisogna prendersi la responsabilità ma ci insegna anche che esistono tutti gli strumenti per punire i colpevoli senza bisogno delle fantasticherie di qualche politico che di tanto in tanto si inventa qualche proposta per normare un luogo in cui vigono già le normali leggi. E insegna anche che “gli esperti informatici” alla fine sono meno esperti di quello che pensano.

Buon lunedì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

Pecore con i leoni, leoni con le pecore

Lo so, potrebbe sembrare il solito benaltrismo, la volontà di non fare qualcosa adducendo ogni volta un problema più grande o più urgente ma la questione del taglio dei parlamentari (meglio: dei costi della democrazia) stride enormemente rispetto al costo della Chiesa cattolica nelle casse dello Stato, con una differenza sostanziale: il Parlamento rappresenta tutti i cittadini mentre la Chiesa rappresenta solo una parte di essi, anche se la pagano tutti.

Il taglio dei parlamentari su cui si stanno lanciando ad ali spiegate i 5stelle (che intanto invece hanno smesso di tagliarsi lo stipendio ma anche questo sembra sfuggire all’attenzione popolare) farebbe risparmiare 1,3 euro a persona l’anno, 3,12 euro a famiglia: davvero siamo sicuri di volere bere un caffè in più ed essere meno rappresentati in Parlamento? Perché se invece la recondita soddisfazione di vedere qualche parlamentare in meno deriva semplicemente da uno spirito di vendetta nei confronti di qualcuno allora sarebbe consigliata un’iscrizione alla palestra più vicina o a un corso di yoga, il risultato sarebbe lo stesso.

Sapete invece quanto costa il Concordato? Facciamo un po’ di conti: i Patti Lateranensi del 1929 prevedevano un…

L’articolo prosegue su Left in edicola dal 21 febbraio

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