Il lodigiano che si finge ‘ndranghetista
Prima avrebbero cercato di fare affari con lui, proponendogli di creare insieme una medaglia celebrativa dell’Expo da immettere in commercio. Poi avrebbero cercato di estorcergli 100mila euro con la minaccia di una pistola. Soldi che la vittima, un collezionista di filatelia e numismatica di 57 anni di Pavia, avrebbe dovuto consegnare nel giro di 15 giorni. Uno dei ricattatori, per essere più convincente, avrebbe anche millantato di essere un affiliato alla ’ndrangheta del clan dei Papalia e quindi persona da temere. Ma il ricatto si è infranto contro la denuncia della vittima. E ieri mattina all’alba i carabinieri del nucleo investigativo provinciale di Pavia hanno arrestato Luca Condò, 34 anni, di Giussago, e Franco Bisi, 37 anni, di Valera Fratta, in provincia di Lodi. Il provvedimento nei confronti dei due indagati, che devono rispondere di tentata estorsione, è stato firmato dal gip Erminio Rizzi e chiesto dal sostituto procuratore Mario Andrigo, che ha coordinato le indagini.
La vittima, per altre vicende giudiziarie, era stato in carcere nel 2013, a San Vittore a Milano. Qui aveva conosciuto Condò, che si trovava agli arresti per reati contro il patrimonio. Terminato il periodo di detenzione, i due hanno modo di incontrarsi e la vittima decide di coinvolgere l’amico nel progetto che prevede la realizzazione di una medaglia celebrativa per Expo. Condò, dal canto suo, ci avrebbe messo le sue conoscenze: l’uomo, infatti, vanta amicizie importanti. Tra queste, Franco Bisi, che sostiene di conoscere chi avrebbe potuto sostenere il progetto. E infatti l’uomo, secondo quanto accertato dai carabinieri, avrebbe messo in contatto in seguito la vittima con esponenti del comitato organizzativo di Expo.
A maggio la vittima va nell’abitazione del compagno di cella, a Giussago. Ma in seguito viene portata in aperta campagna. Qui Condò, insieme a due persone non ancora identificate, sotto la minaccia di una pistola gli avrebbe chiesto 100mila euro e due orologi preziosi, da consegnare nel giro di due settimane. Denaro destinato, secondo l’accusa, in parte anche a Bisi. Un ricatto al quale la vittima non ha ceduto. La sua denuncia ha messo in moto le indagini coordinate dalla procura guidata da Gustavo Cioppa. Ieri mattina, insieme alla notifica delle ordinanze di custodia cautelare, sono state anche perquisite le abitazioni degli indagati, dove i carabinieri hanno sequestrato alcune munizioni.
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