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marcello dell’utri

Insomma ieri l’abbiamo fatto tutto

10639423_708070405960440_2361917412700541641_nTutto dall’inizio alla fine. Con tutti i video. Con tutte le musiche di sottofondo. Per vedere la forma che fa. Quando provi davanti ad un pubblico, per la prima volta, tutto insieme uno spettacolo teatrale nuovo hai la sensazione di inaugurare un complicatissima caldaia, qualcosa tutto viti, bulloni e marchingegni e devo dirvi che ‘L’amico degli eroi’ ieri non solo si è acceso al primo colpo ma ha viaggiato a buona andatura senza preoccupanti cigolii. Ci siamo. Dobbiamo limare i tempi, arrotondare le luci, certo, quelle cose di manutenzione ordinaria per uno spettacolo che si prepara alla tournée, ma sono convinto che abbiamo colto il dellutrismo. E ovviamente mi viene da pensare alla pazienza dei nostri centocinquanta produttori, il cuore pulsante di questa articolata “operazione culturale”. Ora iniziamo il viaggio. Iniziamo un buon viaggio. E grazie agli amici del ‘Gruppo dello zuccherificio’ che hanno riempito di senso questo nostro battesimo.

Tornare a Milano Con “L’amico degli eroi”. Al Teatro Cooperativa.

20150507_Amico_Degli_EroiCon tutti questi ultimi giorni dedicati all’uscita del mio romanzo e alla stesura del volume su Dell’Utri mi sono dimenticato di dirvi che torno a Milano, con L’amico degli eroi per la stagione 2015/2016.

Tornare a Milano per me significa anche avere l’occasione di riabbracciare Renato Sarti e il Teatro della Cooperativa che, in questi anni, mi ha sempre tenuto per mano. Per questo penso che sarà una settimana in cui ci toglieremo tutti delle soddisfazioni, compresi i tanti coproduttori che hanno reso possibile la messa in scena.

Per tutte le informazioni vi basta andare qui.

Processo-Trattativa parla il pentito Luigi Giuliano: “Dell’Utri minacciava Mangano per non farlo pentire”

La cronaca dell’udienza raccontata da Lorenzo Baldo:

mangano-berlusconi-dellutri“Vittorio Mangano? Qualche volta gli si accendeva la scintilla (di voler collaborare, ndr)… ma aveva paura, quasi da infarto… aveva ricevuto minacce che se si fosse pentito la sua famiglia sarebbe scomparsa e sciolta nell’acido”. La voce del collaboratore di giustizia Luigi Giuliano, “O’ rre”, arriva nitida dal sito riservato collegato in videoconferenza all’udienza odierna del processo sulla trattativa. “Ma da chi era minacciata la famiglia di Mangano?”, chiede il pm Francesco Del Bene. “Mangano mi fece il nome di Dell’Utrio (Marcello Dell’Utri, ndr)… che aveva rapporti con lui… un potente della politica”. Il riferimento è all’ex braccio destro di Berlusconi, attualmente in carcere per scontare una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

L’ex boss camorrista, già a capo della “Nuova Famiglia”, riaccende quindi l’attenzione sui suoi contatti con l’ex “Stalliere di Arcore” morto di cancro nel 2000. “Vittorio Mangano l’ho conosciuto nei primi anni ’70 a Milano perché era amico di un mio amico che si chiamava Nunzio Guida, legato a Michele Zaza”, racconta Giuliano. “Successivamente, intorno al ’99, sono stato detenuto nel carcere di Secondigliano al 41bis, c’era un reparto adibito all’ospedale… per pochissimi giorni siamo stati nella stessa stanza con Mangano”. Ed è in quelle condizioni che l’ex capo della “Nuova Famiglia” riceve alcune “confidenze” da parte del defunto reggente di Porta Nuova.  “Vittorio era assai preoccupato perché temeva che fuori dicessero che lui potesse accedere al pentimento…lo hanno minacciato che avrebbero fatto a pezzi la sua famiglia… anche se non prendeva questa decisione qualcuno poteva far passare la notizia che collaborava…”. Il pm riprende un verbale del 2002 nel quale lo stesso Giuliano era stato decisamente più esaustivo: “Mangano conosceva tantissime cose e più volte ha fatto riferimento a Berlusconi e Dell’Utri, Mangano mi disse che la carriera politica di Berlusconi era la prosecuzione della carriera politica di Andreotti”. L’ex boss conferma quanto dichiarato tredici anni fa aggiungendo che “quello era un motore per portare avanti un sistema criminale mafioso… si doveva far abolire il 41bis, i benefici per i pentiti… che bisognava distruggere”. Berlusconi e Dell’Utri? “Erano la stessa cosa, me lo diceva Mangano: Berlusconi-Dell’Utri-mafia… uno stesso sistema criminale. Mangano voleva farmi intendere che la mafia aveva questa potenza con loro…”. Giuliano spiega quindi di essersi pentito nel 2002 per “una conversione spirituale” legata alla figura di Gesù Cristo. “Anche se salvo una sola vita – ribadisce il collaboratore –  ho il dovere di farlo davanti alla giustizia di Dio e degli uomini. Mi hanno ammazzato tre persone care, tra queste anche mio figlio…”. Alla domanda del pm se avesse mai conosciuto Totò Riina, Giuliano replica di averlo incontrato nei primi anni ’70 “quando (Riina, ndr) frequentava i night club in via Caracciolo”. Il legale del capo di Cosa Nostra chiede in seguito in quale occasione avrebbe avuto con Riina “un contatto diretto per parlare di un argomento specifico”. “Ci siamo parlati… un discorso fugace… alla villa di Nuvoletta a Marano in piena guerra con Cutolo”, replica l’ex boss. Che non intende approfondire l’argomento in quanto a suo dire rientrerebbe all’interno di indagini in corso. Immediata la contestazione da parte dell’avv. Cianferoni fortemente dubbioso sulla spiegazione fornita dal collaborante. La questione sollevata si conclude lì.

(fonte)

Lo faremo anche per loro

musica12Confesso di avere riscritto il titolo al post: avevo pensato “lo faremo alla faccia loro” e invece mi sono corretto perché voglio costringermi a non appiattirmi sulle rivendicazioni, soprattutto di questi tempi in cui la vendetta (perlomeno verbale) sembra diventata un diritto e una buona prova di forza. Quindi lo spettacolo L’AMICO DEGLI EROI lo faremo anche per tutti quelli che in questi mesi hanno sperato che non si facesse, quelli per cui il “teatro civile” vale per i piccoli boss sparsi per l’Italia ma “meglio non impelagarsi nella politica”. In fondo già con L’INNOCENZA DI GIULIO (sia con lo spettacolo sia con il libro uscito per CHIARELETTERE) abbiamo toccato con mano quanto sia diffusa l’antimafia che si definisce “apolitica” per potere essere “parapartitica”.

Comunque ci siamo: nonostante tutto siamo alla fine del nostro #crowdfunding (mentre scrivo se non sbaglio mancano duecento euro) che ci permette di andare in scena (e in stampa con un “libretto di sala” che in realtà è un libro) con una fila lunga di quasi 200 produttori. E duecento persone che decidono di “investire” su uno spettacolo teatrale che ha come “protagonista” quello stesso Marcello Dell’Utri che in tanti hanno voluto seppellire (nella memoria, almeno) sono anche il senso di un mondo fatto di persone migliori. Dei nostri dirigenti, dei nostri intellettuali e dei nostri “opinion leader”.

E se è vero che ora l’aspetto finanziario è quasi praticamente concluso, la nostra idea di produzione sociale ci impone di cimentarsi nella “consultazione” dei coproduttori anche nella stesura del copione e nell’allestimento dello spettacolo. Ovvero: vorremmo (e lavoreremo per) tenere “insieme” tutti anche nei momenti che precedono la messa in scena. Non sarà facile per niente (già qualcuno mi ha fatto degli “amichevoli appunti” sul titolo, per dire) e se ci pensate per il pensiero comune è anche poco conveniente visto che il teatro oggi, quasi dappertutto, ha l’unica preoccupazione di rendicontare i soldi ricevuti come se questa sia l’unica priorità nel rapporto di produzione. Insomma: non scriveremo una nuova epoca ma sicuramente decidiamo di mettere in discussione con forza il rapporto tra il teatro e la produzione spostando l’assistenzialismo in partecipazione. E essendo oggi gran parte degli Enti Pubblici incapaci (o disinteressati) alla partecipazione abbiamo deciso di affidarci al pubblico. Cambia una vocale ma c’è tutto un mondo, in mezzo.

Ah, per gli ultimi posti disponibili basta andare qui.

 

Dell’Utri: non c’è 2 senza P3

 È uscita un ANSA poco fa:

L’ex parlamentare di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, è stato rinviato a giudizio dal gip di Roma per la vicenda P3, una presunta associazione segreta che avrebbe influenza organi dello Stato. Il processo è stato fissato al prossimo 22 dicembre davanti ai giudici della seconda sezione penale. Le accuse all’ex parlamentare, attualmente detenuto a Parma per altro procedimento, si riferiscono ai rapporti intercorsi con l’imprenditore Flavio Carboni, già rinviato a giudizio assieme ad altre 16 persone, per la parte dell’inchiesta che riguardava il business dell’eolico in Sardegna. I pm romani gli contestano la violazione della Legge Anselmi sulle associazioni segrete.

(PS Siamo in dirittura d’arrivo del nostro crowdfunding per il mio prossimo spettacolo e libro. Se volete darci una mano potete farlo qui. E passatene parola. Se potete e se volete. Grazie.)

Perché la memoria, che è cosa buona e giusta, andrebbe anche esercitata sui vivi oltre che commemorata gigioneggiando sui morti.

(Scritto per L’Espresso qui.)

Schermata-2015-01-02-alle-16.56.35Siamo fatti così: li osteggiamo, ne scriviamo fino a al brufolo più nascosto e poi quando finalmente arriva il riscontro (giudiziario ed etico) lasciamo perdere come se il più ormai fosse fatto, dimenticando in fretta le conclusioni o peggio non prestandoci nemmeno troppe attenzioni.

La storia di Marcello Dell’Utri e dei suoi contatti con ambienti mafiosi è stata la saga degli ultimi vent’anni, una storia in cui ci si sono buttati un po’ tutti (spesso con una superficialità da bancarellieri dello sdegno, eh) e in fondo la sentenza con cui si accerta che Marcello Dell’Utri sia stato il “tramite con Cosa Nostra per conto di un noto imprenditore” dovrebbe essere solo questo, da solo, un rossore livido di vergogna per chiunque decida di governare con il partito di quel noto imprenditore. Nel processo Dell’Utri si certifica poi un modo di essere “spericolati avventurieri” nel campo della politica e dell’imprenditoria (che spesso in questi ultimi anni erano coincidenti) che ha segnato un’epoca; quella dei falchi pronti a tutto pur di incassare qualche milione di euro in più. Eppure provate ad immaginare un marziano a cui si racconti ciò che è stato Dell’Utri per Berlusconi, provate a raccontargli quali comportamenti siano certificati da una condanna passata in Cassazione e vedrete che anche lui rimarrebbe sconvolto dagli impercettibili effetti “politici” che ha avuto tutta la storia.

Minimizzare la mafia e Dell’Utri è un giochetto bipartisan che serve a sostenere questo Governo: basta questo per capirne la matrice e per leggere l’immobilismo antimafioso dell’Esecutivo. Non serve altro. Eppure come già successe per Andreotti capiterà ancora che un altro Dell’Utri, magari diverso per accento o per parte politica, possa pascolare impunemente in un Paese che non ha fatto tesoro dell’ultima lezione. Succede così: si restringe il campo su Dell’Utri lasciando perdere le chiavi di lettura del Dellutrismo e così come oggi l’andreottismo passa inosservato come un raffreddore anche i futuri “intermediari” con le mafia potranno godere dell’impunità della memoria. Perché la memoria, che è cosa buona e giusta, andrebbe anche esercitata sui vivi oltre che commemorata gigioneggiando sui morti.

Ed è per questo che abbiamo deciso che il prossimo spettacolo che porteremo in scena (L’AMICO DEGLI EROI: parole, opere ed omissioni di Marcello Dell’Utri) sarà il nostro piccolo ma combattivo vaccino perché la sentenza diventi pubblica, addirittura in tournée. E per questo abbiamo deciso che non vogliamo produttori “istituzionali” ma preferiamo un “produzione sociale” in cui ognuno di noi, pubblico compreso, fa la propria parte. Un crowdfunding per uno spettacolo teatrale “civile” ci dicono che sia pericoloso perché “mette insieme quelli che già la pensano allo stesso modo”. Quando me l’hanno detto ho pensato che sarebbe un primo passo per essere un piccolo corpo sociale: gli esercitatori di memoria. Non mi è sembrato niente male.

Se volete aiutarci anche voi trovate tutte le informazioni qui.

Io vorrei farlo con voi


Il #crowdfunding per produrre il nostro prossimo spettacolo (e il suo libro) sta continuando a tamburo battente. Abbiamo deciso di riportare in luce il processo Dell’Utri perché (l’avevamo già imparato con Andreotti) ci sono processi e sentenze che qualcuno vorrebbe seppellire il più velocemente possibile e invece un muscolo della memoria ben allenato è un ottimo vaccino. Sempre.

Coprodurre con noi significa preacquistare il biglietto dello spettacolo (e ili libro) con quote di partecipazione diverse (in base alle vostre possibilità e soprattutto alla vostra volontà). Sono convinto che uno spettacolo già nato “libero” non possa che fare bene.

Qui trovate la pagina per partecipare all’iniziative e qui sotto una piccola spiegazione video. Io vorrei farlo con voi. Ci conto.

Sostengo il #crowdfunding de “L’Amico degli eroi” perché: (3)

Ci scrive Armando, uno degli oltre 100 coproduttori del nostro spettacolo (e libro) “L’Amico degli Eroi“:

io ho aderito a questa iniziativa innanzitutto perché ritengo importante che vengano divulgate il più possibile certi fatti/notizie, poi per la tua storia personale, ma anche per il video-appello che – qualche mese fa – hai voluto fare per Nino Di Matteo, video che ho visto (e divulgato) tante volte e ogni volta mi emoziono e m’incazzo … anche perché la situazione è peggiorata ulteriormente dopo la vergognosa decisione del CSM di non assegnarlo alla Procura Nazionale Antimafia.
Sono certo che realizzerai un gran bel lavoro.
Spero al più presto di poterti stringere la mano, intanto ti faccio arrivare un abbraccio.

Se volete aiutarci potete contribuire facilmente qui.

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