Quella marcia è bellissima. Ma politicamente è un imbroglio.
Quindi Milano ancora una volta (e per fortuna) ci ha mostrato il lato “umano” di un Paese che continua a gorgogliare tra le sabbie molli di una classe dirigente che strumentalizza la paura. Bello, bellissimo sapere che nonostante il vento che va per la maggiore esistano migliaia di persona disposte a metterci la faccia contro i razzismi più o meno sottili che imperversano sotto al nostro cielo.
Ma, perdonatemi, quelle persone che sanno tenere ancora la barra dritta nonostante la merda buttata addosso a ONG, rifugiati e stranieri di ogni sorta, noi le abbiamo in mente da un bel po’. E le teniamo a mente sempre. Quello spirito solidale che Milano ha tentato di rappresentare (e un po’ di “lisciare”) c’è in decine di mozioni e proposte di legge in Parlamento, è in centinaia di organizzazioni che ogni giorno si prendono la responsabilità di praticare accoglienza, sta scritto in decine di studi e saggi che (per fortuna) vengono scritti e discussi in giro per il Paese e sta nelle parole e nelle azioni di tanti che non si arrendono alla xenofobia di questo tempo.
Ma la nobilissima marcia di Milano politicamente è un imbroglio. È un imbroglio perché se si marcia contro la sottocultura alimentata dalle politiche di governo e se chi marcia è parte del gruppo dirigente allora c’è qualcosa che non torna. Passare dalla Turco-Napolitano alla Minniti-Orlando e passare dai Cpt ai Cpr per poi invocare la discesa in piazza è una truffa. Se Milano vuole essere capofila della solidarietà allora rifiuti l’applicazione del decreto Minniti, pubblicamente, ad alta voce. Se dentro il PD qualcuno pensa (giustamente) che anche tra i democratici ci sia una malsana idea di sicurezza allora attacchi frontalmente il suo segretario, il suo Ministro dell’Interno oppure esca a costruire l’alternativa.
Il partito che sta al governo non organizza marce contro se stesso: compie atti politici, di governo. Il resto, anche se bellissimo, è una truffa. Una truffa bellissima e profondamente umana, ma una truffa. Perché siamo arrivati a Renzi, mi permetto di ricordare, anche per tutte quelle volte che abbiamo pensato che “nel PD ci sono anche persone che la pensano come noi”. E ci siamo tenuti Renzi.