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Le ossa rotte di Salvini in Toscana e Veneto: il declino del leader leghista

Bacioni, Salvini. Il leader leghista continua il suo filotto di sconfitte che rivende come vittorie e esce con le ossa rotte dalle elezioni regionali. Torniamo indietro di qualche ora: Matteo Salvini non riesce a non smargiassare e per mesi continua a urlacciare dappertutto che queste elezioni sarebbero state quelle che avrebbero “mandato a casa Conte e il suo governo” e che avrebbero dimostrato che la gente non ne poteva più del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. Rendere delle elezioni regionali come cartina di tornasole del quadro nazionale è sempre un rischio ma il leader leghista ha questa grande, invidiabile caratteristica: le sbaglia tutte.

Così nonostante i suoi soliti messaggi che solleticano i soliti stomaci (riuscire a parlare solo di migranti in occasione di elezioni locali è una banalità da fuoriclasse) Salvini riesce a uscirne male in Toscana (dove la candidata Ceccardi era una “sua” creatura) e riesce a farsi sconfiggere perfino dal legista Zaia che in Veneto con la sua lista personale prende il triplo dei voti della lista ufficiale della Lega.

Dalle parti della Lega minimizzano ma proprio in Veneto Salvini pretese che tutti gli assessori uscenti fossero capilista della lista del partito e proprio in Veneto Salvini scrisse ai 400 segretari locali del Carroccio per invitarli a votare la lista ufficiale del partito e non quella di Zaia: missione fallita, evidentemente, lo dicono i numeri. “La lista del presidente intercetta il consenso che non va al partito”, ha detto ieri Zaia in conferenza stampa: chi ha orecchie per intendere intenda. I numeri, si sa, non mentono e i numeri dicono che i consensi della Lega sono in calo in tutti i territori e solo l’enorme ascesa di Giorgia Meloni è riuscita a tamponare una sconfitta di proporzioni maggiori.

Matteo Salvini politicamente negli ultimi 13 mesi, dal famoso pomeriggio del Papeete, è riuscito a sbagliarle tutte e se serve una fotografia di queste sue elezioni basta andare a Lesina, provincia di Foggia dove l’unico candidato sindaco era proprio un leghista: “Un sindaco pugliese lo abbiamo già eletto ancor prima del confronto elettorale”, disse Salvini il 23 agosto. Sbagliata anche questa: il candidato sindaco è riuscito nella mirabile impresa di non raggiungere nemmeno il quorum. Niente da fare.

Se, come diceva Salvini, queste elezioni sarebbero state la spallata definitiva del governo Conte e il primo passo per il suo ritorno al governo…Beh, Conte può dormire sonni tranquilli. Bacioni, Salvini.

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Lì dove si arrestano i librai

Udomsak Wattanaworachaiwathin, 66enne libraio di Bangkok, è stato condannato a 2 anni di detenzione per aver venduto, 9 anni fa, libri che, secondo l’accusa, diffamavano la monarchia thailandese. Il suo avvocato ha chiesto il rilascio su cauzione.

Il libraio è stato inizialmente arrestato a maggio 2006, durante una protesta in un parco di Bangkok, per la vendita di due libri che (presumibilmente) diffamavano il Re Bhumibol Adulyadej; dopo essere stato assolto in primo grado, è stato condannato con la seguente motivazione (riportata dal sito chiangraitimes.com, ndr):”Il comportamento del convenuto ha dimostrato che sapeva che i libri contenevano particolari ingiuriosi nei confronti della monarchia”.

La monarchia thailandese ha una delle leggi di lesa maestà più severe al mondo: chiunque venga condannato per oltraggio al re, alla regina, agli eredi o al reggente al trono rischia fino a 15 anni di carcere per ogni singolo episodio ritenuto illecito. 

Recentemente, un tribunale militare, ha condannato a 25 anni di reclusione un uomo di 58 anni per una serie di post su Facebook in cui avrebbe diffamato la monarchia.

(fonte)

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