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morti civili

Obama e i morti come spiccioli

l dibattito era aperto da tempo e contiene, al di là delle considerazioni politiche, anche indispensabili elementi per una sincera valutazione etica: quanti sono i morti civili che gli USA hanno provocato con i propri droni nelle diverse guerre di difesa (o esportazione) della democrazia? Il numero, di per sé, forse è anche meno importante del valore simbolico che c’è nel sentire pronunciare dal Presidente Usa le scuse per una guerra che al di là della narrazione americana si porta con sé un carico di vittime innocenti. Eccolo, dunque, il Presidente, nei suoi ultimi sei mesi di mandato e proprio sotto la brama dei festeggiamenti del 4 luglio (Festa dell’indipendenza degli Stati Uniti) pronunciare le parole agognate: “dal 2009 al 2015 ci sono stati tra i 64 e i 116 morti” ha detto Obama.

Morti come “effetti collaterali”, ovviamente: le “morti dei civili – ci spiegano – sono una tragica e qualche volta inevitabile conseguenza dell’uso della forza in situazioni di conflitti armati” e questa comunicazione sarà una consuetudine del Governo che si impegna ogni anno a redigere un report in nome della trasparenza. La trasparenza, appunto, il santo graal della comunicazione politica di questo tempo, la promessa perpetrata dappertutto come soluzione unica di tutti i problemi, il metro risolutivo con cui valutare qualsiasi azione politica. Tutti felici? No, per niente.

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In Siria i bambini dormono a lungo

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Non stanno dormendo come dormono i bambini. No. Questi sono morti e succede in Siria, che non è nemmeno così lontana a puntarla con il dito sul mappamondo o su una cartina geografica. “Centinaia di morti e di feriti, tra cui donne e bambini, sono il risultato del barbaro uso di gas letali da parte del regime di Assad nell’area del Ghouta, a est di Damasco“, denunciano i Comitati locali di coordinamento siriani. Assad si difende dicendo che sono solo invenzioni e forzature dei ribelli mentre il suo amico Putin dichiara di avere dei dubbi. Putin. Dei dubbi. La comunità internazionale intanto ha avviato un’indagine per toccare con mano la situazione: se veramente si tratta di un attacco con gas nervino sarebbe il massacro più grave degli ultimi 25 anni. Venticinque, anni. Non dormono i bambini in Siria come dormono i bambini a ferragosto, qui. Dormono più a lungo e più lunghi stesi per terra come sanno stare stesi in poco spazio solo i bambini, in tutte le parti del mondo. Ma la narrazione della guerra civile (che sia Siria o Egitto o comunque qualsiasi Paese che richieda un’infarinatura di storia e politica di quelle parti) è fastidiosa e riservata solo ai “saccenti”. Non è una vicenda da srotolare tranquillamente sulla spiaggia o durante l’aperitivo: chissà perché da quelle parti del mondo i bambini morti puzzano meno dei nostri. E nemmeno i protocattolici tutti impegnati nella legge anti-anti-omofobia riescono ad intenerirsi.

Questo silenzio mi allontana dalla politica che vorrei più dello stipendio del parrucchiere del Senato. Sono strano, si vede, io.