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mozione

Cavalli (SEL) LAVORATORI E CONSIGLIO: PROVE DI DIALOGO. ORA FORMIGONI CI METTA LA FACCIA

Dichiarazione di Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, consiglieri regionali Sinistra Ecologia Libertà
“Esprimiamo soddisfazione per la scelta unanime di dedicare la seduta del Consiglio di martedì prossimo al lavoro e agli enormi problemi della situazione industriale e occupazionale della Lombardia.
La Giunta sarà chiamata a riferire in Aula sullo stato dei confronti aperti nei tavoli istituzionali, rispondendo pubblicamente di quanto fatto finora.   
Quello che ci auguriamo, peraltro, è che Formigoni non mandi avanti Gibelli o i suoi assessori. Ma che finalmente abbia il coraggio di metterci la faccia.Dichiarazione di Giulio Cavalli e Chiara Cremonesi, consiglieri regionali Sinistra Ecologia Libertà
“Esprimiamo soddisfazione per la scelta unanime di dedicare la seduta del Consiglio di martedì prossimo al lavoro e agli enormi problemi della situazione industriale e occupazionale della Lombardia.
La Giunta sarà chiamata a riferire in Aula sullo stato dei confronti aperti nei tavoli istituzionali, rispondendo pubblicamente di quanto fatto finora.   
Quello che ci auguriamo, peraltro, è che Formigoni non mandi avanti Gibelli o i suoi assessori. Ma che finalmente abbia il coraggio di metterci la faccia.A fine dicembre scadranno molte procedure di cassa integrazione e i contributi di disoccupazione. Ed è evidente che una situazione così drammatica può alimentare una grave tensione sociale. Soprattutto se chi di dovere non si assume le proprie responsabilità.
La mozione unitaria del Consiglio è invece la dimostrazione che, quando il Palazzo non si arrocca in se stesso presidiato dalle forze dell’ordine, ma apre la porta ai lavoratori, il dialogo diventa possibile. Perché l’indignazione rischia di sfociare nella violenza se a qualcuno fa comodo chiuderla in un vicolo cieco”.

Essere di parte

Ieri è passato in Consiglio (voto contrario la Lega, proprio loro, ma non sono per l’autodeterminazione dei popoli?) che impegna la Lombardia a chiedere che l’Italia «esprima voto favorevole alla richiesta dell’Autorità Nazionale Palestinese di riconoscimento di Stato associato all’ONU». Lo scrivo qui perché se ne leggerà poco in giro, perché ci tenevo a segnalare che il capogruppo della Lega Galli ha dichiarato  «siamo disponibili a votare sì solo se si aggiunge alla mozione anche il riconoscimento della Repubblica federale padana» e perché in tempi di pericolosi Ulivi (troppo) allargati almeno si dichiara da che parte stare. E perché sono le ultime ore per firmare.

Discussione in aula sui vitalizi: ditemi voi

Il bello della rete è che cogli le sfumature. Quelle più acerbe, quelle più rissose ma vedi in faccia il fatto. Ho letto i comunicati stampa dopo la discussione sulla mozione di eliminare i vitalizi e l’indennità di fine mandato. Bene. Oggi finalmente ho recuperato il video della discussione di quella mozione. E’ un’ora spese bene per pesare atteggiamenti e parole e per farvi (e farmi) un’idea. Perché ogni volta che l’aula consiliare esce può solo fare bene. Ve la metto qui. Ditemi voi.
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COSTI DELLA POLITICA. CAVALLI: “OGGI SOLO UN PRIMO PASSO DEL CONSIGLIO REGIONALE CONTRO LE DISEGUAGLIANZE

Milano, 28 giugno 2011 –   “E’ solo un primo passo, non è che l’inizio”. Così Giulio Cavalli, consigliere regionale, commenta l’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio regionale lombardo, della mozione presentata per ridurre i compensi dei consiglieri regionali ed eliminare completamente il vitalizio spettante ad ogni consigliere e l’indennità di fine mandato (poi emendata, in fase di discussione, con l’impegno ad elaborare, entro la fine dell’anno, un progetto di legge per rivedere e ridurre compensi, indennità di fine mandato e vitalizi).

“Oggi il consiglio regionale, con le spalle al muro, non ha potuto bollare come populista e demagogico il tema dei costi della politica – continua Cavalli -, ma ha dovuto ammettere la profonda diseguaglianza che sta dietro l’attuale sistema dei vitalizi e delle indennità di fine mandato dei consiglieri regionali”.

“La nostra mozione è servita per trasformare l’argomento da rivendicazione di piazza a tema politico, con un impegno concreto sul tavolo. Da parte nostra – conclude Cavalli – vigileremo e pungoleremo affinché si arrivi, il prima possibile, a portare in Aula un progetto di legge per livellare verso il basso i costi, consapevoli che è il momento giusto perché anche la gente al di fuori del Consiglio regionale continui a mobilitarsi per tenere alta l’attenzione”.

La mozione per eliminare i vitalizi e ridurre le indennità

Sarà discussa in consiglio martedì. E non mancherò di sottolineare come ormai sia una volontà di tutti (ricordo l’ordine del giorno di Pizzul, PD, a pochi giorni dall’insediamento, il progetto di legge sempre del PD che aspetta di arrivare in commissione e l’enorme lavoro del Movimento 5 Stelle con la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare zeroprivilegi che vi invito a firmare in uno dei tanti banchetti). Dirò che una mozione, una proposta di legge depositata e una proposta di legge di iniziativa popolare sono i segnali di una volontà che non è più mera protesta ma una riforma da scrivere per la credibilità di tutti. Chiederò se è possibile intervenire con una scelta personale di rinuncia in attesa che si formalizzi una legge e, per favore, di smetterla con questo stancante e banale gioco di paternità o arroccamente. Per passare (come sempre) c’è bisogno del 50+1. Questo conta. Passo e chiudo.

Convergenze e e(mozione)

Susanna Camusso presenta le proposte della CGIL per la riforma fiscale e tra le altre cose dice che tagliare i costi della politica sarebbe un segnale importante. “Tornare a un regime pensionistico normale e abolire i vitalizi – questa la ricetta -, per introdurre più equità nel trattamento previdenziale dei cittadini. Serve un adeguamento delle retribuzioni: anche qui con la giusta misura, non bisogna essere ricchi per diventare amministratori del paese”. E nell’ultima frase sta tutto il senso di uguaglianza che spinge e passa per la mozione giusto di poche ore fa. Senza populismo e facile demagogie ma con un contenuto politico vero: provare a scalfire i vertiginosi dislivelli che drogano questo paese. O forse anche lei ha copiato chi ha copiato chi.

No al listino e sì alle donne. Non è difficile.

Le elezioni regionali sono ancora espressione della scelta del cittadino, poiché, a differenza di quelle nazionali, l’elettore può esprimere una preferenza ed indicare il proprio rappresentante nelle istituzioni. Del resto, anche in questo caso, hanno escogitato un modo per poter inserire nel Consiglio regionale persone che non siano diretta espressione della volontà dei cittadini.

Il cosiddetto “listino” non è sottoposto alla scelta dei cittadini ed è, quindi, l’espressione poco, se non per nulla, democratica di una decisione presa a priori all’esterno della competizione elettorale.

Per questi motivi abbiamo deciso di presentare una mozione che chieda l’abolizione del listino bloccato e, in secondo luogo, la possibilità di esprimere una doppia preferenza uomo- donna, affinché le cosiddette “quote rosa” non siano solo un cartello propagandistico, ma un reale impegno dell’intero Consiglio regionale.

MOZIONE

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

PREMESSO CHE

Il Presidente della Regione è eletto a suffragio universale e diretto contestualmente all’elezione del Consiglio regionale secondo le modalità stabilite dalla legge elettorale;

PREMESSO INOLTRE CHE

L’elezione del Consiglio regionale, nelle Regioni come la Lombardia dove non è ancora stata definita una disciplina regionale propria, avviene con il sistema elettorale previsto dalla legge 17 febbraio 1968, n. 108 e dalla legge 23 febbraio 1995, n. 43;

CONSIDERATO CHE

Tale sistema prevede che il Presidente della Regione sia di norma eletto direttamente dai cittadini in un turno unico di votazioni senza ballottaggio e che contestualmente al Presidente viene eletto il Consiglio regionale con un sistema misto: in gran parte proporzionale, in piccola parte consistente in un premio di maggioranza variabile congegnato che, in ogni caso, la coalizione vincente disporrà in Consiglio di una maggioranza di seggi non inferiore (a seconda dei casi) al 55 o al 60%;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

Degli 80 consiglieri chiamati a comporre il Consiglio regionale lombardo 64 sono eletti nelle circoscrizioni provinciali sulla base di liste concorrenti (collegate alle liste regionali) in proporzione ai voti ottenuti e alle preferenze espresse dall’elettorato mentre i restanti 16 sono eletti con il sistema maggioritario, sulla base di liste regionali concorrenti (i cosiddetti listini) il cui capolista è il candidato alla presidenza;

ATTESO CHE

Poiché il nuovo Presidente ha diritto ad avere una maggioranza stabile in Consiglio: se le liste a lui collegate hanno ottenuto meno del 40 per cento dei seggi, oltre alla totalità dei seggi del “listino” gli vengono attribuiti tanti consiglieri “extra” fino ad arrivare al 55 per cento dei seggi del consiglio (clausola di governabilità);

ATTESO INOLTRE CHE

Chi vince, in sostanza elegge in blocco i candidati del proprio listino con la seguente eccezione verificatasi nell’ultima tornata elettorale regionale lombarda che se le liste circoscrizionali collegate alla lista regionale vincente hanno ottenuto già il 50 per cento dei seggi, alla nuova maggioranza è attribuita la metà dei seggi del “listino” (dieci per cento del totale dei seggi in consiglio), mentre il resto è distribuito proporzionalmente tra le liste di opposizione;

VERIFICATO CHE

L’esito delle ultime elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010 ha visto la proclamazione di otto consiglieri regionali nominati proprio grazie al c.d. “listino bloccato”;

VERIFICATO INOLTRE CHE

La differenza tra i due sistemi sopra menzionati è costituita dalla circostanza che nella parte proporzionale la scelta avviene attraverso la democratica apposizione della preferenza sulla scheda elettorale al fine di far scegliere al cittadino il proprio rappresentante in seno al Consiglio Regionale mentre nel caso del “listino bloccato” la scelta non avviene attraverso l’esercizio di tale diritto in quanto il candidato alla carica di consigliere regionale in caso di vittoria è già definito a priori;

CONSTATATO CHE

Appare inoltre necessario attuare, relativamente alle elezioni del Consiglio Regionale della Lombardia e al sistema della preferenza, l’introduzione della doppia preferenza uomo-donna;

IMPEGNANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE LOMBARDIA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA NONCHÈ IL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDO

A dotare il Consiglio regionale della Lombardia di una nuova legge regionale attraverso l’approvazione in tempi brevi di un progetto di legge che sancisca:

L’abolizione del listino bloccato;

L’elezione di tutti i consiglieri regionali attraverso il sistema della preferenza su base provinciale introducendo a riguardo il meccanismo della doppia preferenza uomo – donna.

 

Milano, 8 marzo 2011

Giulio Cavalli (IDV)

Stefano Zamponi (IDV)

Francesco Patitucci (IDV)

Gabriele Sola (IDV)

Consiglio Regionale: sì bipartisan a mozione PDL per scorta Cavalli

ANSA- La scorta al consigliere regionale Idv e attore “anti-mafia” Giulio Cavalli deve essere garantita. Lo chiede l’aula lombarda che questo pomeriggio ha approvato all’unanimita’ una mozione del Pdl presentata dal consigliere Giorgio Puricelli e poi sottoscritta da altri gruppi, con la quale si invita il presidente del consiglio regionale Davide Boni “a sensibilizzare la Prefettura di Lodi attraverso il Ministero dell’Interno, affinche’ siano ulteriormente approfondite le condizioni inerenti alla sicurezza del consigliere”. “Un’iniziativa – ha spiegato Puricelli – che non e’ in alcun modo una critica nei confronti delle nostre forze dell’ordine e del Ministero, ma che vuole permettere al nostro collega di continuare la sua attivita’ politica in sicurezza. Il Consiglio regionale deve far vedere di essere a sostegno di chi si espone per la lotta alla mafia”. “Prendo questa mozione come un atto di cui non posso che essere grato – ha detto Cavalli – ma non e’ un’apertura di credito verso nessuno”. Il consigliere Idv ha poi sottolineato di “continuare a credere nelle istituzioni” ma di “non avere assolutamente fiducia nella figura del prefetto di Lodi”.