I risultati del 2° ciclo di monitoraggio di Twitter mostrano che il rapporto di forza fra le due coalizioni in questo particolare contesto si sta consolidando a favore dei contrari alla riforma costituzionale.

Prima di entrare nel merito dei risultati è importante osservare che il volume di dati è decisamente in aumento: da circa 105.000 delle prime due settimane analizzate a circa 135.000 delle seconde due settimane (in crescita anche il numero degli utenti che partecipano al dibattito arrivati a 20.000).

Immagine 1. Volume delle conversazioni su Twitter: numero dei tweet con l’hashtag ufficiale.

Aumentando il numero degli utenti, si cristallizza e solidifica la forza del fronte del no: rispetto al periodo precedente coloro che esprimono adesione alla campagna per il No passano dal 64,8% al 66,1% del campione totale, registrando quindi una crescita di oltre 1 punto; i sostenitori delle ragioni del Sì che usano l’hashtag #bastaunsi scendono invece dal 35,2% al 33,9%.

Immagine 2. Rapporto di forza fra #bastaunsi e #iovotono.

Per capire come si differenziano le argomentazioni delle varie anime del fronte del NO abbiamo analizzato parole e hashtag più ricorrenti nei tweet che coinvolgono gli account dei principali partiti e rappresentanti politici che lo compongono (immagine 3).

Immagine 3. Parole più utilizzate nei tweet prodotti dagli account dei principali partiti e rappresentanti politici del fronte del NO e nei tweet che menzionano tali account.

Dal network si evince che, come visto nel precedente monitoraggio, Renzi continua a essere il focus centrale dei discorsi del NO, ma con retoriche differenti in funzione dell’appartenenza politica. Nei tweet provenienti da sinistra infatti Renzi viene definito in maniera neutrale utilizzando spesso la parola “Premier” ma senza toni offensivi e questo si riversa anche sulle ragioni che supportano la scelta legate più al merito della riforma.

Esiste poi un altro fronte politicamente molto eterogeneo che trova però punto di raccordo sull’opposizione dura al Presidente del Consiglio. Nei tweet dei militanti di M5Stelle, Lega e Forza Italia il premier diventa “#renziclandestino” o “Pinocchio” e le ragioni della scelta sono legate sempre a lui con “#nonmifidodirenzi”, “imbroglio”, “truffa” e “#tuttiacasa”.