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paolo gentili

Siamo uno Stato bombarolo

Le bombe vengono al pettine. Ne ho scritto per Fanpage:

Alla fine, messi alle strette, dal governo hanno deciso di confermare che sì, vendiamo armi all’Arabia Saudita. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni (come già aveva affermato nei giorni scorsi la ministra della Difesa Roberta Pinotti) rispondendo alla Camera al question time del deputato Luca Frusone (Movimento 5 Stelle) ha detto che l’azienda RWM Italia, ditta italiana che fa parte del gruppo tedesco Rheinmetall, “ha esportato in Arabia Saudita in forza di licenze rilasciate in base alla normativa vigente”. Sulla vicenda da mesi alcune associazioni per il disarmo, alcuni gruppi parlamentari (M5S e Possibile), giornali (con il cattolico Avvenire in testa) e trasmissioni televisive come Le Iene cercano di fare luce dopo che dall’aeroporto di Cagliari erano state fotografate armi in partenza verso i sauditi.

Ora, almeno non ci sono più dubbi sulle forniture militari da parte dell’Italia ma il governo ha precisato di rispettare “tutte le norme vigenti” mantenendo la linea della ministra Pinotti (che disse “le esportazioni sono regolate dalla legge” e “la risposta a ciasacuno istanza viene data dopo avere ascoltato i pareri dei diversi ministeri e dell’autorità nazionale UAMA”). “L’Arabia Saudita – ha risposto il ministro della Farnesina – non è oggetto di embargo o restrizioni internazionali sulla vendita delle armi” aggiungendo che “se in sede ONU o UE fossero accertate infrazioni l’Italia si adeguerebbe”.

Ma la risposta in realtà non convince del tutto. L’articolo 185 del 1990 che regola l’esportazione delle armi dall’Italia verso l’Estero non solo vieta di fornire armi in regime di embargo, ma anche “verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere”, nonché “verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione”. Lo scorso 25 febbraio le Nazioni Unite hanno vietato con ampia maggioranza una risoluzione in cui condannano fermamente gli attacchi militari dell’Arabia Saudita nella zone dello Yemen chiedendo all’Unione di “avviare un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte dell’UE di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia”. Il crinale su cui si volge quindi l’interpretazione della legge è molto più sottile di quello che la Farnesina vorrebbe far credere.

(continua qui)