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Povero Salvini, sbarcano addirittura i libici

Che brutto giovedì per il ministro dell’inferno Salvini. Si è distratto un attimo e ecco che nei fantomatici porti chiusi (sì, ciao) arrivano in settanta, tra cui tunisini e libici. L’imbarcazione è stata intercettata mentre puntava sul porto di Lampedusa (quindi sbarcano, a Lampedusa, come avevamo scritto qualche buongiorno fa…) e sono stati accompagnati da un’imbarcazione della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera.

In pratica mentre il ministro era impegnato a organizzare la grigliata del 25 aprile è stato smentito sulla difesa dei confini ma soprattutto è stato smentito sul fatto che la Libia sia un porto sicuro. Talmente sicuro che ci scappano i libici stessi. Ci sarebbe da ridere se la situazione non fosse drammatica e se non ci fosse, là sotto nel Mediterraneo, tutta la carne uccisa dall’inerzia dell’Europa e dal cinismo di un ministro che è riuscito a fallire in tutti i campi (quello economico, pensionistico e lavorativo) e ora addirittura sul suo punto forte, su quella difesa della Patria che invece si sbriciola per una barchetta di migranti.

Preso alla sprovvista il buon Salvini, a cui nemmeno la visione di Dumbo ha acceso una scintilla di umanità, ha promesso che verranno rimpatriati immediatamente. Ha detto proprio così, immediatamente. Peccato che dovrebbe sapere che anche questa è una balla colossale visto che i rimpatri (sempre che si trovino i soldi) richiedono mesi e soprattutto non è certo lui a decidere chi siano queste persone, quali siano le loro storie, da cosa scappino e cosa dicano i trattati internazionali.

Insomma. Nel complesso una gran brutta figura. Da sminuire, di sicuro, con la portata che si gusterà oggi, twittato con il colletto sporco di sugo e la bava che scende dal labbro.

Buon venerdì.

L’articolo Povero Salvini, sbarcano addirittura i libici proviene da Left.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2019/04/12/povero-salvini-sbarcano-addirittura-i-libici/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

SATIRA PREVENTIVA: chi non consuma è un disfattista

di Michele Serra per L’Espresso

Perché il consumatore non consuma più? Con tutto il bendidio disponibile? Il governo ha individuato nella scadente qualità del consumatore italiano le radici del problema. Squattrinato, svogliato, disfattista, sovente di malumore, è l’anello debole di un sistema perfetto che non merita di essere rovinato dall’ingratitudine. Allo scopo, il governo diffonderà in ogni casa un opuscolo di rieducazione del consumatore. Vediamo i punti principali.

Mancanza di soldi È il pretesto al quale il consumatore ricorre più frequentemente. Tipico degli avari, va affrontato con una radicale psicoterapia che induca il paziente a riflettere. Al termine del trattamento, il consumatore sarà ugualmente povero, ma nei primi due giorni del mese spenderà tutto lo stipendio in puttanate, ricevendo una lettera di congratulazioni della Confcommercio che lo aiuterà, nei restanti 28 giorni, ad affrontare la fame, il freddo e l’assedio dei creditori con il sorriso sulle labbra e la coscienza pulita.

Calendarizzazione Come mai è sempre la quarta settimana del mese quella che fa segnare il crollo dei consumi? Il problema dipende dalla pessima programmazione delle famiglie. Il governo suggerisce di spalmare l’indigenza sull’intero mese, con un sistema a scaglioni: la popolazione verrà divisa in quattro gruppi, ognuno dei quali dovrà rimanere senza soldi in settimane diverse. Lo sgradevole effetto ‘quarta settimana’, continuo pretesto per la propaganda disfattista dell’opposizione, non avrà più ragione di essere.

Pessimismo Per il governo è proprio questo il problema più grave. Uno che già è povero, come fa a non capire che il suo umore torvo non fa che peggiorare la situazione? L’opuscolo del ministero del Welfare, stilato dagli psicologi del Centro Studi Bicchiere Mezzo Pieno, suggerisce di formare, sul modello americano, dei gruppi di autocoscienza per debitori anonimi. Seduti in circolo, leggeranno a turno le rispettive buste-paga, scoprendone l’evidente lato comico. La lettura dei mutui sarà effettuata da un animatore.

Panchine La riqualificazione delle panchine è urgente. Verranno concesse in comodato gratuito ai senzatetto, che in cambio ne dovranno curare il decoro ripitturandole ogni primavera. Nei comuni leghisti dovranno ripitturarle usando la lingua al posto del pennello, troppo costoso. Verranno suddivise in panchina a una stella, con cacca di piccioni e cani randagi nei dintorni che mordono il dormiente; a due stelle, senza cacca di piccioni e nelle vicinanze di cassonetti dei rifiuti per un rapido spuntino; a tre stelle, con retino per catturare i piccioni e vecchia padella per cucinarli; e infine categoria lusso, con sistema antincendio per mitigare gli effetti dei raid nazisti.

Alimentazione Le ricette della nonna aiutano a riconsiderare il valore di un’alimentazione sobria e sana. Per esempio le croste di pane, se lasciate in ammollo nel bicchiere della dentiera, al mattino avranno formato un gustosissimo impasto già premasticato e molto digeribile. Tra le ricette suggerite dagli chef governativi: i popolarissimi ‘macché’ della tradizione napoletana, piatto tipico che deve il suo nome al fatto che se uno chiede “hai mangiato?”, l’altro risponde “macché”. La pasta alle erbe, spaghetti crudi infilzati nelle aiuole dei giardini pubblici per insaporirli. La saporitissima lepre investita, scrostata dall’asfalto con un raschietto e servita fredda. Gli involtini alla veterinaria, squisiti bocconi di carne per cani, ideali per avere un pelo sempre lucido. I deliziosi petti di pollo scaduti, che non necessitano condimento perché il sapore è già molto caratterizzato. Infine, come dessert, la raffinata granita della nostalgia, ottenuta scongelando il freezer e sminuzzando i pezzi di ghiaccio impregnati degli odori dei cibi dei mesi precedenti.