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prima che la notte

Quella sera che giocammo a Risiko (e intanto moriva Pippo Fava)

Quella sera eravamo in quattro. Noi quattro, come al solito, attorno al tavo­lo della cucina a casa della signora Roc­cuzzo. Riccardo scelse i gialli, che non vo­leva mai nessuno. Antonio e Miki rossi e neri, una vecchia sfida di colori domina­ti che non si risolveva mai. Io mi presi i ver­di, colore fesso, tiepido, di quelli che non la­sciano traccia.

Giocammo con candore e accanimen­to, come sempre, improvvi­sando allean­ze, attacchi e ripiegamenti, sacrifici, tradi­menti: tutto.

Il canovaccio prevedeva ruoli immutabi­li. Miki con la sua bella fac­cia da guappo dava la scala­ta al mon­do spostand­o armate attraverso oceani imma­ginari. Antonio, prudente come un segre­tario di sezione, puntava alla Cina, cuore immobil­e di un’Asia at­traversata da straordi­narie mito­logie, la Yacuzia, la Kamchat­ca, il Siam… Ric­cardo intanto s’ammas­sava da qualche parte e lì aspetta­va la guerra, sag­gio im­mobile, come se quell’unico territor­io pos­seduto fosse l’isola di Strom­boli, pro­tetta dal mare e dagli dei.

Di me non so, non ricordo: ap­plicavo le regole del gio­co, attaccavo, ar­retravo, pas­savo la mano. Pensavo che le guerre si vincono provando a non perder­le, facendo i ragio­nieri sulle baionette. Avevo ancora un’età onesta, mi era con­sentito non capi­re un cazzo.

Insomma la partita fu come altre cento prima di quella sera: lunga, sfacciata, rio­tosa. Nessuno vinceva, nessuno vin­se.

Non so chi, alle tre del mattino, prese il logoro cartone del risiko e lo fece sal­tare in aria mescolando definitivamente carri armati, territori, ambizioni. Per la prima volta scegliemmo di non arrivare fino in fondo: ci mandammo allegramen­te affan­culo e ce ne andammo a dormire strippati di amaro averna, sazi e giusti come chi crede di essere immortale.

Il giorno dopo ammazzarono mio pa­dre.

Dopo trent’anni, se dovessi portare con me una cartolina di quei giorni e degli anni che vennero dopo, sarebbe questa. Il tavolo della signora Roccuzzo, il cartone slabbrato del risiko, la faccia ancora im­macolata di quattro ragazzi che si stanno gio­cando l’ultima partita, prima che la vita gli precipiti addosso.

Tratto dal bellissimo libro di Claudio Fava Prima che la notte

(potete comprarlo qui)

Uno dei libri più belli mai letti

So che l’affermazione può sembrare forte ma Prima che la notte è un libro che mi è rimasto per intero nel cuore. Claudio Fava e Michele Gambino dimostrano di essere cuore e testa oltre che penna e la vicenda di Pippo Fava è raccontata come una dolorosissima poesia.

Ne vale la pena, credetemi. Potete comprarlo qui.

Prima che la notte. Venerdì. A Milano.

libro_fava17 ottobre 2014, ore 18

Presentazione libro: “PRIMA CHE LA NOTTE” di Claudio Fava e Michele Gambino

Venerdì 17 ottobre, ore 18, le Civiche Raccolte Storiche di Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento in collaborazione con Istituto Lombardo di Storia Contemporanea e Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano | Comitato di Milano, presentano il libro di Claudio Fava e Michele GambinoPrima che la notte (Baldini & Castoldi, 2014).

Dialoga con l’autore Giulio Cavalli, attore, regista e scrittore;
coordina Diego Dejaco, Istituto Lombardo di Storia Contemporanea.

invito

INGRESSO LIBERO fino a esaurimento posti disponibili

INFO
Polo Musei Storici e Musei Archeologici
servizio Musei Storici | Ufficio Comunicazione
via Borgonuovo 23, Milano
+39 02 884 62330 / 45924 | c.museorisorgimento(at)comune.milano.it

c.museorisorgimento(at)comune.milano.it