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sanitarie

A proposito di dittature sanitarie

Cari destrorsi, di battaglie giuste ce ne sarebbero tantissime per cui scendere in piazza. Solo che le battaglie reali poi tocca combatterle davvero e risolverle, mentre voi inseguite quelle inventate che richiedono molta meno responsabilità

Che Paese incredibile. Ci sono quelli che sognano il ritorno della dittatura e sono sfegatati fan del dittatore pelato che ora urlano al ritorno della dittatura (che tra l’altro invocano per fede politica) lamentandosene perché non è la loro. È normale del resto che i dittarofili vedano dittature dappertutto: le sognano così fortemente che il loro incubo peggiore è che riescano gli altri mentre a loro spetta di stare nascosti nei tombini.

Com’era immaginabile la destra più becera cavalca la questione delle vaccinazioni (strumentalizzando anche chi ha paure che andrebbero trattate con cura piuttosto che strumentalizzate da una parte e perculate dall’altra) come accade ogni volta che si presenta l’occasione di creare scompiglio democratico. Sono fantastici questi destrorsi: nel giro di pochi mesi sono passati dal negare l’esistenza della malattia, poi ci hanno detto che il virus esisteva (contraddicendosi) ma che la cura con il plasma avrebbe funzionato alla faccia delle aziende farmaceutiche, poi hanno cambiato idea e ci hanno detto che l’assistenza domiciliare risolve tutto, poi ci hanno detto che è solo un’influenza, poi ci hanno detto che il vaccino invece andava bene ma solo quello russo, poi ci hanno detto che le bare erano finte e le ambulanze erano vuote, poi che il virus era finito, poi che il virus era tornato, poi che ora è finito di nuovo, poi che il governo era in ritardo, poi che il governo voleva chiudere le attività per fare fallire tutti (e sarebbe interessante capire quale sarebbe il vantaggio di un governo nell’impoverire le proprie attività economiche), poi ci hanno detto che bisognava aprire tutto e mettere il Green Pass, poi che il Green Pass no, poi che i vaccini hanno il 5G, poi che i vaccini uccidono le persone, poi hanno correlato ogni morte al vaccino (mica difficile: in un Paese in cui tutti si stanno vaccinando è ovvio che le persone continuino a morire di altre malattie) poi hanno detto che non si vaccinavano per scelta, ora che non si vaccinano: basta dare un’occhiata alla sequela di mostruosità per rendersi conto che l’unico scopo di questi è quello di sollevare disordini. Solo quello. A loro non gliene fotte niente dei vaccini e delle libertà: se lo Stato non vaccinasse sarebbero lì a soffiare sul fuoco al contrario.

Del tema vero delle loro battaglie ai destrorsi non interessa nulla, nulla. Perché a buon vedere di dittature sanitarie ce ne sarebbero per cui scendere in piazza. C’è la dittatura sanitaria (e classista) che ti concede di accedere a un esame qualsiasi solo dopo mesi oppure di averlo in pochi giorni dallo stesso medico, con addirittura la stessa strumentazione e nello stesso luogo (tutti pagati con soldi pubblici) pagando una visita privata. Non è dittatura costringere a pagare un diritto per ottenerlo in tempi ragionevoli, solo se si è nelle condizioni di poterselo permettere? Oppure: non è dittatura una legge inapplicata come il diritto all’aborto che non avviene per una cancel culture degli obiettori di coscienza che impongono il loro credo al normale funzionamento dello Stato? Oppure, non è una dittatura sanitaria quella che chiede di scegliere tra salute e reddito in una bilancia  che pende sempre dalle parti del profitto? Non è dittatura sanitaria quella che permette la cura delle malattie croniche solo a chi se le può permettere? Non è dittatura sanitaria quella che privatizza un servizio pubblico?

Insomma, cari destrorsi, di battaglie giuste ce ne sarebbero tantissime per cui scendere in piazza. Solo che le battaglie reali poi tocca combatterle davvero e risolverle mentre a voi conviene inseguire quelle inventate che richiedono molta meno responsabilità.

Buon lunedì.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.