I veri “sabotatori” della TAV
Ercole Incalza, dirigente del ministero dei Lavori pubblici, è stato arrestato su richiesta della Procura di Firenze insieme a altre tre persone: sono il funzionario del ministero e collaboratore di Incalza, Sandro Pacella e gli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo, presidente del Consiglio di Amministrazione di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato. L’inchiesta condotta dal procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo riguarda circa 50 persone e sono in corso oltre cento perquisizioni a Roma, a Milano e anche in altre regioni. Tra i reati contestati ci sono la corruzione, l’induzione indebita e altre violazioni relative alla pubblica amministrazione. Gli appalti finiti nell’indagine riguardano la linea Alta velocità (TAV) e diversi lavori legati alle cosiddette “grandi opere”.
Il Corriere della Sera scrive che «le indagini sono coordinate dalla procura di Firenze, perché – secondo quanto è stato possibile apprendere finora – tutto è partito dagli appalti per l’Alta velocità nel nodo fiorentino e per il sotto-attraversamento della città. Da lì l’inchiesta si è allargata a tutte le più importanti tratte dell’Alta velocità del centro-nord Italia ed a una lunga serie di appalti relativi ad altre grandi opere, compresi alcuni relativi all’Expo». Secondo l’accusa, Incalza «sarebbe stato il principale artefice del “sistema corruttivo” scoperto dalla procura di Firenze. Sarebbe stato lui, in particolare, in qualità di “dominus” della Struttura tecnica di missione del ministero, ad organizzare l’illecita gestione degli appalti delle Grandi opere, con il diretto contributo di Perotti, cui veniva spesso affidata la direzione dei lavori degli appalti incriminati».
Ettore Incalza venne nominato nel 2001 capo della segreteria tecnica di Pietro Lunardi nel secondo governo Berlusconi, poi è rimasto al ministero delle Infrastrutture per quattordici anni durante sette diversi governi e cinque ministri. Con il ministro Altero Matteoli venne promosso “capo della struttura tecnica di missione” (a responsabile, cioè, della programmazione del ministero stesso), confermato da Corrado Passera (governo Monti) e Maurizio Lupi (governo Letta e governo Renzi). Lo scorso gennaio Incalza aveva lasciato l’incarico mantenendo un ruolo di consulente. Il Fatto Quotidianoscrive che «nella sua trentennale carriera, Incalza è stato indagato ben 14 volte, uscendone però sempre indenne. Il suo nome ricorre nelle carte delle principali inchieste sulla corruzione nelle grandi opere, da Mose a Expo».
(clic)