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sistema elettorale

Dal porcellum al monstrum

Tra le proposte incredibilmente ancora allo studio delle forze politiche c’è anche un proporzionale puro, e persino le liste bloccate (ancora!). Il tema non è dei più affascinanti, me ne rendo conto, ma sono necessarie alcune brevi riflessioni sul punto.

Parafrasando il rag. Ugo Fantozzi, il proporzionale “è una cagata pazzesca”.

Il sistema proporzionale non permette al cittadino di sapere per chi sta votando. O meglio, lo illude di scegliere tra le molte proposte quella che ritiene più vicina al proprio sentire, salvo poi non sapere chi governerà, con quale coalizione e come dovrà adattarsi il programma di governo per non scontentare nessuno. Prima si formerebbe il Parlamento e poi gli schieramenti verificherebbero le possibili convergenze su una coalizione di governo. Delle miserevoli conseguenze per il Paese ha parlato diffusamente Libertà e Giustizia (leggi qui).

Personalmente, se la cosa non disturba, preferirei conoscere, con qualche giorno di anticipo sulla data delle elezioni, il candidato Presidente del Consiglio, quali partiti lo sostengono e quale sia il programma di governo. Magari, se non chiedo troppo, vorrei essere consultato con delle primarie per poter “dire la mia” almeno sullo schieramento per il quale ho intenzione di votare.

Peggio del proporzionale, però, è la lista bloccata. Un vero cancro nel nostro Paese. Se fossimo civili e se i partiti si facessero carico davvero di garantire le migliori condizioni di governo ai cittadini, il sistema in sé non sarebbe negativo. La possibilità di selezionare “a priori” i rappresentanti comporterebbe il vantaggio per il partito di garantire tra i propri parlamentari un livello morale e tecnico elevato.

Ma non è così. I vertici dei partiti hanno dimostrato la loro totale inettitudine a selezionare una buona classe dirigente. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: Razzi, Scilipoti, Calearo, Barbareschi, Colaninno, Dell’Utri, Cosentino… Nella classifica del peggio, svetta Nicole Minetti. La show girl consigliere regionale è l’emblema della assoluta incapacità di selezione da parte del partito. Nel sistema elettorale regionale i consiglieri vengono scelti attraverso le preferenze. Tutti, tranne quelli del c.d. “listino presidente”. I fedelissimi. Gli eletti a prescindere (purché il candidato presidente vinca la competizione elettorale).

Francesco Arcari apre un dibattito sulla legge elettorale su Non Mi Fermo. L’articolo è da leggere e la discussione sicuramente da sostenere.

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