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sudditi

Con Immuni tutti preoccupati per la privacy, ma se c’è da guadagnare col cashback scatta la corsa al clic

La terribile “dittatura sanitaria”, il “controllo dei poteri forti”, “il governo che ci spia”, “le app che servono per renderci sudditi” e poi tutta la sequela di teorie dei negazionisti, dei complottisti e dei nemici del governo si sono sciolte come neve al sole di fronte all’app IO (siamo già a oltre 7 milioni di download in pochi giorni), quella che serve per ottenere il famoso cashback sugli acquisti di dicembre fino a un massimo di 150 euro.

Bastava dare una mancia agli italiani per vedere svanire di colpo le mirabolanti tesi che hanno affollato (e continuano a affollare) il dibattito su quell’altra app, quella che non restituisce soldi ma che può aiutare a garantire un po’ di prevenzione e di salute agli altri cittadini, ovvero Immuni.

Popolo strano quello italiano: è bastato che qualche politico (a dire la verità il solito politico) avanzasse dubbi sulla gestione della privacy dell’app Immuni (dubbi tra l’altro che andrebbero presi molto sul serio e che avrebbero meritato un dibattito ben più intelligente) perché si avanzassero ipotesi di microchip, di controllo della cittadinanza e la solita risma di teorie che circolano da quelle parti e nessuno invece si interroga sul fatto di cedere i propri dati finanziari a un’app di governo.

I 150 euro sono un’occasione troppo ghiotta ed evidentemente siamo un Paese che si sposta (e sposta i propri ragionamenti) molto di più per una questione economica che per una questione di responsabilità. Niente di nuovo sotto al sole, insomma.

Però il successo dell’app IO (che magari se si riuscisse a fare funzionare sarebbe una buona cosa, eh) smentisce anche uno scenario che per molti anni dalle parti della destra è stato sventolato: da Salvini a Berlusconi passando per Giorgia Meloni, ci hanno sempre detto che la lotta al contante da parte del governo era una “privazione della libertà” e che la moneta elettronica come arma di lotta all’evasione non avrebbe funzionato.

Beh, i numeri di questi giorni invece ci dicono che i cittadini sono ben disposti a modificare i propri comportamenti se intravedono un vantaggio “concreto”. E allora siamo davvero sicuri che la lotta al “nero” sia un argomento che non interessa ai cittadini? O forse semplicemente c’è qualcuno che difende, con falsi argomenti, proprio quelli che sull’evasione costruiscono una buona fetta del proprio reddito sottraendolo allo Stato?

Non sono questi giorni un’ottima occasione per provare a affrontare, numeri alla mano, il tema della moneta elettronica come già avviene in tutto il mondo? Chissà che una volta passata la furia degli acquisti natalizi non si possa parlarne, senza comodi pregiudizi.

L’articolo proviene da TPI.it qui

Il problema non è il re. Sono i sudditi

Torna il Re. Evviva il Re.

Se servisse qualcosa di più per imbarbarire questo tempo di pericolose nostalgie ecco che il corpo freddo di Vittorio Emanuele III sbarca in Italia con tanto di volo di Stato, laborioso lavoro quirinalizio e quel solito silenzio fitto fitto come e si trattasse di chissà quale fondamentale attività diplomatica per il bene del Paese.

Ottant’anni dopo quindi rientra in Italia colui che controfirmò le leggi razziali e spalancò le porte al periodo più nero della nostra storia, come se fosse un monumento da esporre con malcelata soddisfazione.

Ha ragione il Presidente dell’Anpi Smuraglia a dire che “portare la salma in Italia con solennità e volo di Stato è qualcosa che urta le coscienze di chi custodisce una memoria storica. Urta con la storia di questo dopoguerra” e hanno ragione tutti coloro che ne ricordano le vigliacche gesta in vita.

Sarebbe curioso poi sapere (e capire) se la Corte dei Conti davvero non abbia nulla da eccepire sull’utilizzo di un velivolo dell’Aeronautica Militare e sarebbe curioso sapere se sia questo il modo migliore per festeggiare i 70 anni della nascita della Costituzione (o gli ottanta anni giusti giusti delle leggi razziali).

Ma il danno vero è l’aver dato ancora una volta voce ai suoi sudditi, quelli che sopravvivono e proliferano in questa Italia così terribilmente smemorata e che sono sempre troppo svegli per rincorrere qualsiasi fascinazione utile per rialzare la testa.

Perché il problema sono i sudditi. Mica il re.

Buon lunedì.

Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui https://left.it/2017/12/18/il-problema-non-e-il-re-sono-i-sudditi/ – e solo con qualche giorno di ritardo qui.