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Casellati dice che sullo stato d’emergenza Covid qualcuno nasconde la verità. Ma allora faccia i nomi

Hai voglia poi a debellare i negazionisti, a smentire punto su punto tutti i cospirazionisti e ad avere a che fare con i complottisti, se in un Paese come l’Italia la seconda carica dello Stato, la presidente del Senato Elisabetta Casellati, riesce addirittura a rilasciare un’intervista su uno dei principali quotidiani del Paese come il Corriere della Sera e dire tranquilla tranquilla: “Sulla proroga dello stato di emergenza, prima di tutto occorre avere informazioni corrette, senza nascondere i risultati del Comitato tecnico. Se non abbiamo accesso alle informazioni, non possiamo dire nulla. Abbiamo bisogno di verità. Gli italiani sono stanchi di oscillare tra incertezze e paure, in una confusione continua di dati che impedisce tra l’altro di programmare il lavoro”.

Ed è una frase che lascia più che perplessi perché non è chiaro dalle parole della presidente chi starebbe “occultando” la verità e chi, se non lei, che si ritrova ad avere una delle più importanti cariche dello Stato e la più importante del Parlamento, dovrebbe garantire quella “corretta informazione” che proprio lei invoca.

La pubblicizzazione dei pareri del Comitato Tecnico Scientifico è un tema parlamentare ed è un tema politico che va affrontato a viso aperto senza bisbiglii che nulla hanno a che vedere con la responsabilità e l’etica politica. La presidente Casellati crede che qualcuno nasconda delle informazioni? Benissimo: lo dica chiaramente senza giocare di sponda e vedrà che molti si muoveranno per verificare le sue accuse, noi giornalisti per primi.

Il “clima di incertezza” di cui parla è l’inevitabile inquietudine di fronte ai numeri del contagio che salgono e di fronte a uno scenario che per tutto il mondo è praticamente sconosciuto. Adombrare ipotesi che a parlamentari e ai cittadini vengano nascoste informazioni corrette significa svilire di fatto proprio lo stesso Parlamento di cui Casellati è classe dirigente.

Crede che ci sia una regia per imporre uno stato d’emergenza non giustificato? Benissimo, lo dica a chiare lettere senza girarci troppo intorno e ci dia gli elementi oscuri che il Parlamento deve chiarire. Queste mezze frasi di mezza propaganda sono veleni che servono solo a intossicare il dibattito senza nessun elemento aggiuntivo.

“Due parole d’ordine che ci dovranno accompagnare nei prossimi mesi: responsabilità e coraggio”, dice la presidente del Senato nella sua intervista. E allora lo chiediamo noi a lei: abbia responsabilità e coraggio nelle sue esternazioni. Perché le oscillazioni “tra incertezze e paure in una confusione continua di dati” (sono parole sue) nascono da interviste come questa. Ci dica, presidente.

Vaccino antinfluenzale: firma la petizione di TPI su Change.org

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L’articolo proviene da TPI.it qui

Il carotaggio antimafia

f0a2793d3438f26915dd8a1bf3983fbaE alla fine a Brescia i rifiuti tossici sostengono l’autostrada A4. La Terra dei Fuochi è a forma di stivale e nasconde il veleno nel suo ventre molle mentre in molti si preoccupano della bella posa e della buona pettinatura. Forse qualche protocollo o commissione antimafia in meno e qualche soldo per un carotaggio in più farebbe meno rumore ma molto “onore”. Perché, in fondo, delle parole in superficie i mafiosi se ne fottono da sempre: la storia ce lo insegna.

dal Corriere della Sera:

L’autostrada A4: la terza corsia è stata realizzata negli anni OttantaIn uno dei territori più inquinati d’Italia mancava solo un’autostrada dei veleni. L’Agenzia regionale per la protezione ha scoperto che la terza corsia della A4 nel tratto di Castegnato (Bs) è nata sopra una montagna di scorie industriali altamente tossiche. Il velenoso regalo di Natale è arrivato durante la realizzazione di un sottopasso per la linea ad alta velocità.

L’IPOTESI DI ALTRE SCORIE, FINO A MILANO – I tecnici dell’Arpa hanno trovato concentrazioni di cancerogeno cromo esavalente 1400 volte oltre i limiti di legge (per la falda il limite è di 5 microgrammi/litro). La scoperta apre ad interrogativi ancora più inquietanti: sotto l’asfalto della Serenissima, da Brescia fino a Milano, si nascondono altri veleni? «Domanda più che lecita» commenta la direttrice dell’Arpa Brescia, Maria Luisa Pastore: «È possibile ma per dirlo si dovrebbero effettuare nuovi carotaggi sotto altri punti dell’infrastruttura mentre ci sono analisi solo su Castegnato».Analisi che a breve potrebbero essere imposte dalla Procura di Brescia, che ha ricevuto una doppia denuncia da parte del Comune di Castegnato e dalla stessa Arpa. Se oggi è possibile utilizzare scorie industriali -opportunamente inertizzate – come sottofondi stradali, il timore di tecnici e amministratori è che nel passato, proprio per risparmiare alla voce «smaltimento rifiuti» delle aziende del territorio abbiano deciso di sbarazzarsi dei propri veleni nascondendoli sotto l’asfalto delle nascenti strade.