Si parla di consociativismo quando:
Il consociativismo è una forma di governo che garantisce una rappresentanza ai diversi gruppi che compongono un paese profondamente diviso. Viene spesso adottato per gestire i conflitti che sorgono in comunità nazionali profondamente divise per ragioni storiche, etniche o religiose.
I suoi obiettivi sono: garantire la stabilità del governo, assicurare la sopravvivenza degli accordi di divisione del potere e la sopravvivenza della democrazia, evitare l’uso della violenza politica. Quando il consociativismo viene organizzato secondo le diverse confessioni religiose che convivono in un determinato paese, è noto anche come confessionalismo. Un esempio di governo in cui sia stato applicato il confessionalismo è offerto dal Libano.
È spesso visto come un sinonimo dell’espressione ‘condivisione del potere’ (power-sharing), sebbene da un punto di vista tecnico sia solo una delle forme attraverso cui può realizzarsi la condivisione del potere.[1]
Qui, invece, in Italia il consociativismo è il modell0 sullo stile di Nunzia De Girolamo che decide di aprire le “larghe intese” per coinvolgere persone di diversa stirpe e appartenenza politica con interessi comuni: solidali tra sodali. Come un clan. E questi ancora non capiscono che è finir l’epoca dei reati ma oggi infastidisce di più un atteggiamento non “consono” umanamente e politicamente, prima che per la legge. Così anche oggi lo chiudiamo con questa brutta pagina:
30 luglio 2012, ore 19 e 15. Inizia la riunione a casa del padre di Nunzia De Girolamo. Dura 116 minuti. Ad un certo punto il ‘direttorio’ affronta il problema dell’ubicazione degli uffici Asl ad Airola.
Nunzia De Girolamo: “Sai cos’è? Che Tanga (?) vuole un compenso… Dove dovremmo metterlo? A Sant’Agata che Valentino (il sindaco, ndr) è uno stronzo? Cioè, nemmeno è venuto da me”.Michele Rossi (manager Asl Benevento): “Ma aspetta, attenzione, perché noi questo… Valentino è diverso, Nunzia. A Valentino noi non gli stiamo facendo un piacere”.
Felice Pisapia (direttore amministrativo Asl): “Mh”.
Rossi: “A Valentino stiamo creando un po’ di problemi che lui intelligentemente ha incassato”.
De Girolamo: “Ah”.
Rossi: “Nel senso che noi gli stiamo spostando delle attività da…”.
Pisapia: “Dal centro città alla periferia”.
Rossi: “Dal centro città nell’ospedale”
(…)
Rossi: “Quindi lui ha incassato questa cosa…”.
De Girolamo: “Ma lui però non ha… Non avrà piacere che lo mettiamo ad Airola”.
(…)
Più avanti si parla di una struttura a Puglianello
Luigi Barone (collaboratore di Nunzia De Girolamo): “…fatto a Puglianello, il coso… Puglianello era centrale, eh!”.Gelsomino Ventucci (direttore sanitario Asl): “No ma quello quando…”.
Barone: “…il sindaco era Tonino Bartone, non perché era centrale…”.
Ventucci: “Sì, volere è potere, politicamente si può…”.
Barone: “Allora dico (inc.) a me se i nostri sindaci non hanno interesse, si fa ad Airola e si può fare anche a Forchia!”.
De Girolamo: “No, Forchia no!”.
Barone: “No, voglio dire…”.
De Girolamo: “Preferisco poi darlo ad uno del Pd che ci vado a chiedere 100 voti…”.
Infine si parla dell’ospedale religioso Fatebenefratelli
De Girolamo: “Miché, scusami, al Fatebenefratelli facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Altrimenti mi creano “coppetielli” con questa storia. Mandagli i controlli e vaffanculo”.Pisapia: “Sempre colpa tua è!”.
(…)
De Girolamo: “Così si impara Carrozza (direttore amministrativo Fatebenefratelli, ndr)! E che cazzo! Va da Michele, Michele è sempre disponibile, viene da me…”.
Rossi: “Quelle lettere che lui mi chiese gliele ho fatte tutte e due”.
(…)
Pisapia: “Se Fra’ Pietro gli dà l’ok, Carrozza, anche se non è d’accordo, lo fa”.
(…)
De Girolamo: “E perciò, se tu gli crei un problema di controllo, devi vedere come diventano tirchi! Devi vedere Fra’ Pietro come dice a Carrozza: Accelera”!
Pisapia: “Eh, credo”.
De Girolamo: “E fagli il 700!”.