Sull’incauto (e irrispettoso, visti i tempi) acquisto degli F35 (di cui abbiamo parlato spesso qui) sembra muoversi qualcosa. Come scrive Sofia Basso:
Il tempo degli indugi sugli F35 è finito. Con la conclusione dell’indagine conoscitiva sui sistemi d’arma, avviata alla Camera in luglio, i democratici non hanno più alibi: devono passare dalle parole ai fatti. A cominciare da Matteo Renzi, che nel 2012 definì i 12 miliardi per i cacciabombardieri della Lockheed Martin «soldi buttati» ma poi, a differenza del suo competitor alle primarie Pippo Civati, non ha mai detto pubblicamente quali decisioni prenderebbe sul capitolo F35. L’occasione per ridurre drasticamente la partecipazione tricolore al programma americano è la risoluzione alla quale sta lavorando Gian Piero Scanu, deputato Pd in commissione Difesa. La sua proposta, ancora in attesa dell’ok del partito, è dimezzare il numero di F35, che scenderebbero dai 90 previsti dal governo Monti a non più di 45. Risparmio: almeno un miliardo e 200mila euro l’anno. La bozza dei deputati Pd boccia anche Forza Nec, il costosissimo programma per la digitalizzazione della Difesa (22 miliardi di euro).
Ora teniamo gli occhi puntati. Gli occhi.