Da quando al Viminale hanno capito che con il fermo amministrativo si può ottenere lo stesso effetto di ciò che faceva Salvini (se non meglio) e in cambio non si ottiene nemmeno troppa indignazione devono avere pensato di avere trovato la pentola d’oro. Del resto, pensateci, cosa cambia tra il non fare attraccare una nave di una ONG quando semplicemente puoi evitare di farla partire? Cosa c’è di meglio di un Mediterraneo sguarnito senza nemmeno bisogno di alzare la voce quando le carte bollate ottengono lo stesso effetto?
Così, nell’indifferenza generale anche dei molti che sembravano affezionatissimi al tema dei diritti umani quando servivano per essere usati come roncola contro l’avversario di turno, con lo stop dato alla nave Sea Eye 4 salgono a otto le navi delle Ong contemporaneamente ferme nei porti italiani. Un bel bottino per la ministra Lamorgese che è la stessa ministra che avrebbe dovuto segnare “un cambio di passo”. Le motivazioni dello stop alla nave della Ong Sea-Eye come al solito rientrano nella fantascienza più comica: la Guardia costiera, con il solito slang burocratese, accusa la nave Sea Eye 4 di avere salvato troppe persone (sono stati 415 migranti nella sua ultima missione), di non essersi presa la briga di lasciare in mare quelli che erano di troppo e di non avere “mezzi collettivi di salvataggio” a sufficienza.
In sostanza non avrebbe dovuto recuperare i naufraghi perché non aveva abbastanza salvagenti in previsione di un eventuale nuovo naufragio. Ovviamente per certi burocrati (che sono spesso quelli che osano le regole per svolgere una missione, piuttosto che semplicemente usarle) quelle persone salvate non erano disperati strappati alla morte ma semplici “passeggeri”. Peccato che questa volta il Registro navale italiano abbia attribuito alla nave la «notazione volontaria di classe rescue» con il numero 200 tra le persone in grado di soccorrere specificando che in situazioni di emergenza la legislazione internazionale prevede che la salvaguardia della vita umana sia prioritaria». Alla Guardia costiera, che sbadati, non se ne sono accorti.
Del resto una soluzione al sovraffollamento delle navi Ong ci sarebbe: assistere nei trasbordi oppure meglio ancora organizzare una missione di ricerca e soccorso europea, istituzionale, senza nemmeno l’ombra del dubbio che qualcuno possa perseguire chissà quali fini personali. Intanto siamo a due navi sotto sequestro giudiziario (Iuventa e Eleonore) e ben 6 in stato di fermo amministrativo. Ma tutto è fatto in modo pulito, senza sbavature, senza nemmeno sembrare razzisti. Un capolavoro.
L’articolo Lamorgese supera a destra Salvini: “Porti aperti, navi bloccate” proviene da Il Riformista.