Però è stato in galera… «Ma l’onestà con la galera non c’entra niente. In galera ci puoi finire per tanti motivi… Non dico di essere colpevole o innocente, basti sapere che mi hanno condannato e ho scontato il carcere fino all’ultimo».
Anche il sindaco di Corleone dice che non è più il benvenuto… «La politica purtroppo, invece di fare il bene dei cittadini, fa campagna elettorale. Se rappresenti lo Stato, dovresti almeno fidarti del fatto che lo Stato sia in grado di vigilare sulle persone sottoposte a sorveglianza speciale…».
Cos’è per lei lo Stato? «Credo nello Stato italiano. Poi, posso non condividere alcune delle leggi, ma l’importante è che le rispetto. Non mi riconosco invece in alcun partito politico e quindi non voto ».
Non le è mai pesato il cognome che porta? «Non ho mai avvertito il mio cognome come un peso, anche se a volte, quando mi sento tutti gli occhi puntati addosso, mi chiedo se potrò mai avere una vita normale… Ma voglio che sia chiaro: per me è un orgoglio chiamarmi Riina. È un cognome che mi è stato dato da due genitori capaci di insegnarmi tante cose: i valori, la morale. Io sono onorato di essere figlio di Totò Riina e Antonietta Bagarella».