Dalla redazione mi comunicano che ci sarebbe da scrivere un commento sul viaggio di Renzi in Bahrein. Oh, no, mi dicono le budella: significa ingolfarsi ancora di tifosissimi organizzati sui miei social (la bestiolina di Renzi è una versione analcolica della Bestia di Salvini, arriva in massa).
Anche di questo prima o poi converrebbe parlarne perché gli ossessionati che vedono ossessionati da Renzi dappertutto sono una specie antropologica che lascerebbe intendere un partito con milioni di voti, se non fosse che gli account social si possono moltiplicare ma i voti, per fortuna, no.
Poi ho osservato le prime pagine di siti e quotidiani e in effetti che Renzi sia allegro e abbronzato al Gran Premio di Formula 1 è purtroppo una notizia: scrivo purtroppo perché Matteo sa bene che ormai la platea del provocatore per fare parlare di sé è un meccanismo vacuo ma che funziona e così anche oggi avrà la bella sensazione di esistere.
Poi mi dico che io lavoro per una testata giornalistica e che il direttore di TPI Giulio Gambino, in fondo, è meglio di qualche principe di Paesi illiberali che utilizzano ex politici (o politici in decadenza) come influencer per imbellettarsi. Dunque un’altra volta Renzi, evidentemente per motivi di lavoro, visto che (insieme a ragioni salute) è l’unica giustificazione che consente di spostarsi verso quello destinazioni, se ne parte per i Paesi arabi [Dall’Arabia Saudita a Dubai, fino al Bahrein: ecco tutti i viaggi di Matteo Renzi].
Era accaduto in Arabia Saudita per il principe di cui è indiretto dipendente (Renzi fa parte dell’advisory board del FII Institute, un organismo controllato dal fondo sovrano saudita, ndr), è accaduto nei primi giorni di marzo negli Emirati Arabi con il suo amico Marco Carrai e accade ancora: ognuno si sceglie il mercato che preferisce e che più gli assomiglia, buon per lui.
Per rispondere alle proteste di chi non può uscire dal proprio Comune da settimane Renzi risponde con una nota stampa in cui precisa che il viaggio è stato fatto “a sue spese”. No, non è questo il punto. E non c’entra nemmeno la profilassi sanitaria che presumibilmente Renzi avrà rispettato (scoprono tutti che non si può uscire dal proprio Comune ma si può viaggiare in alcuni Paesi esteri, eppure è proprio così).
Il punto sostanziale è un altro: che molti italiani si sentano offesi dai viaggi “per lavoro” di un senatore che sembra mettere la sua attività parlamentare tra i suoi hobby insieme al paddle è un fatto politico rilevante e dice che il grande comunicatore abbia ormai perso la responsabilità di essere in sintonia con il Paese che rappresenta.
Essere empatici dovrebbe essere un impegno politico. Ma forse la sua strategia è proprio l’inverso. Sembra un corpo estraneo. Contento lui. Io intanto ho scritto il pezzo, ho fatto il mio lavoro e ora aspetto l’onda. Buona ossessione a tutti.
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