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alessandro gillioli

Ora a Roma si esulta per il Meno peggio

Ci pensavo proprio oggi e invece l’aveva già scritto perfettamente Alessandro:

Con l’esplosione della vicenda Alemanno-Carminati, la riabilitazione di Marino è giunta a conclusione. «Meno male che il problema di Roma era la Panda» è stato il commento più scritto e visto in giro delle ultime 24 ore. Ci si è resi conto nelle mani di chi era questa città, come sindaco e amici, fino a 17 mesi fa. Roba da brividi alla schiena. Certo, nell’inchiesta è finito anche un pezzo di Pd. Ma il presidente del consiglio comunale indagato, Mirko Coratti, era proprio tra quei potenti piddini che fino a dieci giorni fa facevano i bulli col sindaco. E l’assessore Daniele Ozzimo era un altro ras delle preferenze, uomo di Umberto Marroni, insomma un’altra delle tribù armate democratiche. Ovvio che rispetto a questa gente il chirurgo in bicicletta faccia la figura dello statista.

Resta il dubbio che se Marino non era un grande amministratore fino un mese fa – e qui basta uscire di casa per averne contezza – non è che lo sia diventato adesso. Resta cioè il dubbio che sia scattata inesorabile la logica del meno peggio.

Dispiace per quelli che ci hanno creduto, non per quelli che l’hanno posseduto.

Alessandro lo scrive oggi sul suo blog:

Il Pd, almeno questo Pd, è morto stanotte in un teatro a due passi da Montecitorio da cui Bersani non è apparentemente mai uscito – e se lo ha fatto, è stato da una porta posteriore.

E’ morto di stupidità, soprattutto, più ancora che di linea politica: e infatti Renzi, che forse è moderato ma non sciocco, non ne ha avallato l’eutanasia.

E’ morto con le facce irridenti e perfino spavalde di quelli che uscivano dal Capranica – i Boccia, i Misiani – che probabilmente neppure capivano la follia che avevano appena commesso e quanto questa – fra non molto – impatterà sulla loro ‘ditta’.

E’ morto con Chiara Geloni, la pupilla del segretario, che twittava frasi surreali tipo «Marini uno di noi» o «sarà un grande successo politico».

E’ morto con Stefano Fassina – sì, quello che lì dentro faceva la parte del poliziotto buono – che si schierava con Marini perché «mia cognata che lavora alla posta e mio cognato che fa l’elettrauto non sanno chi è Rodotà», mentre «Franco è in grado di ricostruire una connessione sentimentale con il paese». Sentimentale, capito?

Su Rivoluzione Civile

Schermata-01-2456314-alle-10.40.35Me lo chiedono in tanti sapendo dell’amicizia e della stima con Antonio Ingroia e Luigi De Magistris. Io vi consiglierei di leggere questo post di Alessandro Gillioli, intanto:

Non starò a spiegare troppo come un coraggioso magistrato e un uomo perbene si sia prestato – non so con quanta consapevolezza – a un’operazione di recupero dei vertici di quattro partiti in crisi (Idv, Rifondazione, Pdci e Verdi): su questo ha già detto pacatamente tutto Salvatore Borsellino e con lui gli altriche hanno capito come stava girando il fumo.

Mi limiterò a ricordare brevemente il meccanismo con cui i partiti di cui sopra manderanno in Parlamento i loro segretari e i loro cacicchi con la finzione del ‘passo indietro’. Un sistema che loro chiamano ‘le terzine’ e che in giro è statoinvece già chiamato ‘l’Ingroiellum’.